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Autore: Andrea Garnero Pagina 3 di 7

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Economista del lavoro presso il Direttorato per l’Occupazione e gli Affari Sociali dell’OCSE. Ha ottenuto il PhD in economia presso la Paris School of Economics e l’Université Libre de Bruxelles. In precedenza, ha lavorato alla Commissione Europea e come assistente per gli affari economici e il G20 del Presidente del Consiglio. Fa parte della redazione de lavoce.info.

Disoccupazione in calo: solo un’illusione ottica

Dietro i tassi di disoccupazione ai minimi nonostante la crisi si celano in realtà l’aumento degli inattivi e il boom della cassa integrazione. Anche in assenza di una nuova ondata pandemica, la sfida sarà evitare in autunno un’impennata dei licenziamenti.

Cassa integrazione, superare il tabù del cumulo*

Con l’attuale ordinamento si rischia il paradosso di avere milioni di persone ferme mentre molte imprese, anche nei settori essenziali, non trovano manodopera: un disincentivo che non ci possiamo permettere. Gli esempi in Europa non mancano.

Coronavirus, così si attrezzano i paesi

Ovviamente, la prima cosa da fare è fermare la diffusione del virus. Sono però necessarie anche misure su ampia scala che rendano sostenibile il periodo di blocco dell’economia, per lavoratori e imprese. Ecco come hanno agito finora gli stati.

Il lavoro autonomo non è più quello di una volta

In Italia la percentuale di lavoratori autonomi è sempre stata al di sopra della media europea. Ma negli ultimi anni il loro numero è sceso significativamente, in particolare in alcune categorie. Un fenomeno che ha riflessi economici, sociali e urbanistici.

Mercato del lavoro: la tutela che manca

L’andamento del mercato del lavoro italiano è altalenante e molti impieghi sono di bassa qualità. Si spiega così il senso diffuso di precarietà. La soluzione non è il ripristino di vecchi strumenti, perché non garantiscono una rete di protezione generale.

Sul salario minimo la Commissione lancia le sue idee

Un documento della Commissione europea apre la prima fase di consultazione su “un equo salario minimo”. Non significa l’introduzione di una stessa misura in tutti i paesi Ue. Permetterà però di discutere di riduzione di povertà e disuguaglianze salariali.

Produttività a crescita zero, ma si fa finta di niente

Un rapporto Istat conferma ancora una volta il rallentamento della crescita della produttività in Italia. Nessuno però sembra preoccuparsene. Forse perché affrontare la questione significherebbe rimettere in discussione abitudini e rendite di posizione.

Cuneo fiscale e salario minimo, da dove iniziare

Da anni la Francia persegue una politica di abbassamento dei contributi sociali versati dai datori di lavoro per i lavoratori a bassi salari, per compensare l’alto livello di salario minimo. Può essere d’esempio per le scelte del nostro nuovo governo.

Più lavoro, ma senza qualità

Per la prima volta da febbraio 2012, il tasso di disoccupazione è sceso sotto il 10 per cento mentre il tasso di occupazione è al livello più alto dal 1977. Buone notizie, certo. Ma rimangono da affrontare sfide enormi, con riflessi diretti sulla qualità di vita e di lavoro dei cittadini italiani.

Cosa è cambiato e cosa no nel mondo del lavoro*

Il decreto dignità voleva essere la “Waterloo del precariato”. Ma la precarietà non dipende solo dalle forme contrattuali. Il problema è l’economia debole. Mentre il sistema degli ammortizzatori è ancora limitato. E le politiche attive non incidono.

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