L’introduzione di certificati del riciclo sui materiali dei rifiuti di imballaggio estenderebbe al settore rifiuti una strumentazione economica e di mercato già consolidata. Permetterebbe di realizzare nuovi impianti e di avvicinare gli obiettivi Ue.
Autore: Donato Berardi Pagina 4 di 5
Si è laureato in Economia Politica presso l'Università Bocconi. È responsabile degli studi e delle analisi su prezzi e tariffe ed esperto di regolamentazione dei servizi pubblici, con particolare riferimento al servizio idrico, all’ambiente e all'energia. In REF Ricerche dirige il Laboratorio sui servizi pubblici locali ed è responsabile degli studi su prezzi e tariffe. Si è occupato a lungo di consumi e di distribuzione commerciale. E’ autore di pubblicazioni, saggi e articoli sulle tematiche afferenti gli interessi di ricerca.
Il recupero di energia dai rifiuti non è la soluzione migliore per arrivare a un loro ciclo ambientalmente sostenibile. Però, è oggi l’unica alternativa reale alla discarica. E può dare un contributo all’ambizioso percorso europeo di decarbonizzazione.
La gestione dei rifiuti in Italia vale circa 25 miliardi l’anno. Sono risorse che il Sud perde perché non ha saputo programmare e investire, affidandosi a improvvisazione e discariche. Ma proprio da qui può iniziare un nuovo sviluppo.
In Italia solo l’1 per cento della tassazione ambientale viene speso in protezione dell’ambiente. Serve una riforma generale. A partire dall’ecotassa sul conferimento dei rifiuti in discarica, che va destinata alla costruzione degli impianti già previsti.
Il gas e le sue reti di trasporto giocheranno un ruolo chiave nel raggiungere gli obiettivi europei di mitigazione del cambiamento climatico, indicati nella strategia per lo sviluppo dell’idrogeno. E l’Italia può essere al centro della transizione.
Anche nella raccolta e gestione dei rifiuti organici l’Italia è divisa in due, tra regioni virtuose e altre in ritardo. La sfida è coniugare la libertà di movimentare i rifiuti sul territorio nazionale con la necessità di realizzare impianti di prossimità.
Le regioni dovrebbero valutare i reali fabbisogni di smaltimento e recupero dei rifiuti del loro territorio. Servirebbe a far fronte a situazioni di emergenza e a realizzare impianti efficienti e sostenibili da un punto di vista economico e ambientale.
Il combustibile da rifiuti avrebbe le carte in regola per essere un sostituto “pulito” delle fonti fossili e una risposta all’eccessivo ricorso alle discariche. Potrebbe anche ridurre la dipendenza energetica del nostro paese. Eppure è poco utilizzato.
L’end of waste è una grande opportunità per un paese che ha bisogno di occuparsi di ambiente, sostenere lo sviluppo e contrastare lo smaltimento illegale dei rifiuti. Per superare l’attuale situazione di stallo si potrebbe dare più spazio alle regioni.