Con oltre 41 miliardi destinati a progetti strategici, i comuni si trovano al centro dell’azione nell’attuazione del Pnrr. Ma non tutti hanno la stessa capacità di spesa, con le aree interne in particolare in difficoltà. Il ruolo delle unioni di comuni.
Autore: Francesco Porcelli
Professore associato di Economia Politica all'Università di Bari Aldo Moro. Dal 2015 al 2020 è stato economista in Sose Spa, dove ha curato la costruzione dei modelli di stima dei fabbisogni standard degli enti territoriali italiani.
Una sentenza della Corte costituzionale raccomanda al governo di correggere la struttura del Fondo di solidarietà comunale, che oggi prevede trasferimenti vincolati su particolari obiettivi. Due strategie per rispondere ai rilievi e garantire i servizi.
Si può calcolare il grado di attuazione dei principi costituzionali che regolano le relazioni tra livelli di governo. Si scopre così che i comuni sono i più virtuosi, seguiti dalle regioni, mentre province e città metropolitane sono molto indietro.
I trasferimenti perequativi agli enti locali avvengono sulla base di modelli statici che utilizzano variabili “vecchie” di quattro anni. Il sistema mostra i suoi limiti nel caso di cambiamenti improvvisi e strutturali come quelli dovuti alla pandemia.
Più stretti i legami familiari e più alto il tasso di contagio del coronavirus in tutto il mondo. Vaccino a parte, la diffusione del Covid-19 può essere contrastata solo con misure di distanziamento sociale. Come già avvenuto in passato.
La Legge di stabilità 2015 prevede che le riduzioni di spesa a carico degli enti locali non siano “lineari”, ma siano basate su capacità fiscale e costi standard dei servizi. Si garantisce così equità ed efficienza e si tiene conto delle nuove funzioni di città metropolitane e province montane.