Lavoce.info

Autore: Desk Pagina 106 di 195

Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

Il Punto

Primo maggio, una festa del lavoro ancora una volta con poco lavoro e mal distribuito per genere, età e geografia. Nel lavoro al femminile le quote rosa hanno scalfito il soffitto di cristallo nelle posizioni dirigenziali. Ma la riduzione del divario occupazionale che si vede arriva solo perché tra gli uomini si è perso il lavoro, non perché le donne l’abbiamo trovato. Per ridurre davvero il gender gap servono interventi che aiutino le donne a conciliare le troppe esigenze che cascano sulle loro spalle.
L’ottimismo del ministro Poletti sulle future pensioni dei giovani di oggi è ingiustificato. Il rapporto Brambilla usato dal responsabile del Welfare si basa su attese di crescita economica poco plausibili. In più, a carico delle nuove generazioni ci sono contributi previdenziali ben maggiori.
Arrivano i primi effetti delle regole del Jobs act su assunzioni e licenziamenti. Con la maggiore possibilità di licenziare, anche la disponibilità di alcune imprese a discutere di clausole individuali o aziendali che vadano oltre le scadenze temporali del contratto a tutele crescenti. O ad offrire come benefit la reintegra per licenziamento illegittimo. È in stallo la riforma dei Servizi pubblici per l’impiego. Il rischio da evitare è che la nuova Agenzia per l’occupazione sia un mostro statalista che da Roma legiferi sulle politiche attive del lavoro della Val Camonica e della regione Calabria. Meglio una soluzione light che metta a fattor comune le esperienze regionali positive.
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Ddl concorrenza: l’Armageddon dei notai

Un contratto non è mai a costo zero. L’istituzione-notaio è quella piattaforma che stabilizza le aspettative e riduce incertezze e costi, mentre il giudice è il vero utente finale del rogito dove il plusvalore economico-legale è quindi dato dalla migliore tenuta in causa. Si chiama marketability: nel mercato, ma non-di-mercato.

Il Punto

Il 5 maggio il mondo della scuola va in piazza contro il progetto di riforma della ministra Giannini. Gli scioperanti contestano il forte potere discrezionale che si vuole assegnare ai dirigenti scolastici. Con qualche ragione, data la vaghezza sui criteri per fissarne obiettivi e misurarne i risultati. Dietro le bandiere, docenti e non docenti rischiano però di arroccarsi su uno status quo indifendibile.
Diritti acquisiti di chi è o va in pensione con le vecchie regole e diritti da acquisire per i giovani lavoratori, soggetti a prelievi contributivi più pesanti in cambio di ridotti benefici futuri: ognuno ha le sue ragioni. Poi, però, arrivano l’economia e la demografia e le promesse di benefici futuri diventano d’improvviso molto labili.
Quanto è utile a 19 milioni di contribuenti il modello 730 precompilato? Dipende. Per lo più dal numero delle fonti di reddito e da detrazioni o deduzioni. Comunque più lavoro per Caf e commercialisti (ora responsabili degli errori). E una certa benigna noncuranza del fisco per una modica quantità di evasione legittimata.
A un anno dal suo varo, il bonus da 80 euro rimane un rebus, per quanto elettoralmente suggestivo. Se si voleva semplificare e ridurre la tassazione sul lavoro, sarebbe stato meglio agire sulle detrazioni d’imposta. E se si voleva dare a chi non ha, perché escludere incapienti e pensionati poveri? In ogni caso, il bonus ha almeno contrastato la riduzione dei redditi lordi e sostenuto marginalmente i consumi. Con solo scarsi effetti positivi sulla redistribuzione del reddito. Parlando di disuguaglianze, uno studio sui contribuenti del Trentino (gli unici su cui esistono dati accurati) ci dice che la crisi ha impoverito chi era già povero, il che era noto. Ma si scopre anche che i ricchi (tra i quali aumentano i pensionati) hanno perso in proporzione più dei poveri.
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Il Punto

Nei lavori pubblici si volta pagina, promette il neo-ministro Graziano Delrio. Procedure europee, regole semplici sugli appalti, programmazione, coinvolgimento dei territori. Sarebbe ora. Intanto, nell’allegato al Def sulle infrastrutture, si dimezza il numero delle opere prioritarie ma le 25 rimaste in lista presentano costi attesi molto elevati a fronte di una domanda piuttosto esigua. È difficile cancellare opere già decise e inserite in pianificazioni nazionali ed europee. Però le analisi costi-benefici di certi programmi di dubbia utilità come il “terzo valico” (ferrovia Tortona-Genova) sono vecchie, anche di 12 anni. E per alcune si legge di stati di avanzamento sotto il 10 per cento. Per il futuro speriamo nell’abbandono del concetto di “grande opera” in favore di interventi davvero utili, medi e piccoli, anche sull’esistente.
Aggiungendo nuovi tasselli alla riforma fiscale, il Consiglio dei ministri ha licenziato tre decreti attuativi della legge delega. Con le nuove norme su evasione ed elusione fiscale (o abuso di diritto) viene precisato ciò che distingue l’una dall’altra. Importante perché i due comportamenti danno luogo a procedure sanzionatorie ben diverse: una penale, l’altra amministrativa. Quando poi sarà completata l’applicazione della legge delega, occorrerà mettere mano agli studi di settore, oggi basati sull’analisi di situazioni “normali” che la crisi ha spesso cancellato. Vediamo intanto un bilancio di come hanno funzionato finora.
Il governo greco di Tsipras – incapace di proporre riforme che soddisfino Bruxelles e Francoforte e offrano una speranza di crescita al proprio elettorato – risuscita il contenzioso sui danni di guerra causati dalla Germania nazista. Un “tesorone” da 280 miliardi, pare. Questione chiusa per i tedeschi. Chi ha ragione in punto di diritto?
Un commento di Paolo Colonna all’articolo di Maurizio Ambrosini “Rifugiati: la tragedia continua
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La lotta per il salario minimo negli Usa

Mercoledi 15 aprile, In quasi 200 città degli Stati Uniti migliaia di lavoratori “a basso salario”, o  low-wage workers, hanno scioperato, durante una giornata di protesta nazionale nell’ambito della campagna #fightfor15. “Fifteen” sta per i 15 dollari all’ora che i lavoratori chiedono come salario minimo, un aumento stellare rispetto all’attuale salario minimo federale di 7,25 dollari, in realtà superato, in genere di poco, in quasi tutti gli stati.

Def 2015 – audizione Ufficio parlamentare di bilancio


 

Il Punto

Orrore e compassione per le tragedie nel Canale di Sicilia. I disastri – e le grida contro gli scafisti – si ripetono perché la cruenta geopolitica di oggi produce sempre più rifugiati (+ 14 per cento nel 2014), perché i paesi ricchi tentano di svincolarsi dagli obblighi umanitari e per lo scaricabarile tra i paesi Ue.
Il disegno di legge anticorruzione approvato in Senato aumenta le pene ma non la probabilità di scovare gli illeciti. Ripristina il reato di falso in bilancio ma distingue tra imprese quotate e non quotate, con tetti di pena e relativa possibilità di creare società veicolo delle operazioni corruttive. Rischia cioè di essere inefficace.
In un allegato al Def si legge di come, complice la crisi, l’Italia abbia quasi centrato l’obiettivo del Protocollo di Kyoto. Per rispettare gli obiettivi europei per il 2020 sulla riduzione dei gas serra serve continuare con i bonus energetici e la fiscalità ambientale. Nessun ripensamento organizzativo, zero novità, invece, nell’allegato Def sui fondi strutturali europei. Si conserva ciò che c’è, a cominciare dagli atavici ritardi di spesa. Con una grave mancanza di attenzione per le novità introdotte dalla Ue proprio sul finanziamento degli investimenti pubblici. Nei prossimi giorni torneremo sul Def, in particolare su quanto previsto in tema di infrastrutture.
Nel predisporre un sistema che eroghi un reddito minimo serve capire quante famiglie potrebbero uscire dalla povertà trovando un lavoro e quante, per i motivi più vari, avranno bisogno di trasferimenti in denaro o servizi. Oggi il rapporto percentuale tra queste due situazioni è di 60 a 40. Vediamo allora cosa si può fare.
Fino al 2008 gli squilibri commerciali tra i paesi dell’Eurozona erano finanziati dai mercati. I dubbi sul futuro dell’euro hanno inceppato questi flussi di capitale e così i paesi periferici con troppo import e poco export – prima di tutti la Grecia – hanno visto salire i loro debiti nel sistema di pagamenti tra banche centrali chiamato Target2. Spieghiamo cos’è e cosa ci dice.
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Il Punto

Si chiama Reddito di inclusione sociale (Reis) la proposta di 33 associazioni ed enti locali per l’istituzione di un reddito minimo. Oggi un impiego del (possibile) tesoretto di 1,6 miliardi di euro per il 2015. A regime, al costo di 7,1 miliardi, una boccata d’ossigeno per oltre 6 milioni di persone in povertà assoluta. Vediamo in dettaglio di che si tratta.
I dati su occupazione e assunzioni del primo trimestre sembrano contraddittori. Non lo sono. I numeri negativi di febbraio vanno letti come piccole oscillazioni fisiologiche. Più importante notare, invece, la crescita delle assunzioni a tempo indeterminato. Tra gli effetti della lunga recessione che ci attanaglia, anche la sottoutilizzazione della forza lavoro occupata e la richiesta di profili professionali sempre più bassi.
Libertà e uguaglianza, due belle parole. In nome della prima lo stato americano dell’Indiana ha negato la seconda consentendo una sorta di diritto all’obiezione di coscienza, ad esempio per un ristoratore che si rifiuti di servire banchetti per nozze gay se il suo credo religioso li condanna. Polemiche e boicottaggi hanno indotto i legislatori a una parziale marcia indietro.
Puntare su più sicurezza negli aeroporti prima dell’imbarco, o più sicurezza sugli aerei in volo? E come? Il dilemma, già affrontato dopo l’11 Settembre, si ripropone all’indomani del disastro della Germanwings.
I cittadini delle regioni del Nord danno allo stato più di quanto ricevono. Viceversa quelli del Sud. Questi residui fiscali (positivi e negativi) vanno contenuti ma sono inevitabili: le entrate delle regioni crescono con la base imponibile, più alta al Nord, mentre la spesa viene spesso distribuita uniformemente tra tutti i cittadini.
Un commento di Angela Ferruzza e Stefano Tersigni, ricercatori Istat, all’intervento di Antonio Massarutto “Acqua: quello che ancora vorremmo sapere dall’Istat”. E la replica dell’autore.
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L’Istat e l’acqua: stato dell’arte e prospettive per il futuro *

Abbiamo letto l’interessante articolo di Antonio Massarutto, pubblicato su lavoce.info il 31 marzo. E oltre a ringraziarlo per gli apprezzamenti, vorremmo fornire alcune informazioni e chiarimenti sul lavoro svolto e in corso in Istat per fornire informazioni statistiche pertinenti e di qualità sul ciclo dell’acqua.

Def 2015 – testo integrale

Ecco il primo volume del Documento di economia e finanza 2015.

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