Lavoce.info

Autore: Desk Pagina 137 di 188

Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

Lavoce dei lettori

Quarantamila. A tanto ammonta il numero degli iscritti alla newsletter de lavoce.info. Questo nuovo traguardo è stato raggiunto nei giorni scorsi in concomitanza con la pubblicazione di alcuni nostri articoli sulla Legge Finanziaria. Una conferma che nei momenti topici della vita economica e politica del paese c’è un pubblico che vuole capire il nocciolo dei problemi, che cerca approfondimenti, ed è poco interessato allo spettacolo rissoso spesso offerto dai media. La “quota quarantamila” raggiunta, a quattro anni dalla nascita del sito, ci dà un motivo in più per andare avanti e per cercare di rendere lavoce.info più incisiva e tempestiva.

Sommario 9 ottobre 2006

Continua il nostro esame della Finanziaria. Come avviene la riduzione del cuneo fiscale per le imprese, chi ne beneficia e con quali costi per il bilancio dello Stato? Gli enti locali si sentono nel mirino. Ma hanno ragione a protestare? I tagli richiesti sono davvero insostenibili? E le sanzioni efficaci? La riforma della tassazione dei veicoli è meritoria dove colpisce i veicoli più inquinanti. Discutibile, invece, dove applica un superbollo sui Suv, una misura che appare motivata più dalla retorica ecologista che dalla logica economica.
Nei giorni scorsi la Commissione europea, su pressione dell’Italia, ha confermato i dazi anti-dumping sulle scarpe made in China e Vietnam. E’ una vittoria contro il commercio sleale? Forti le perplessità sia nel merito che sull’efficacia. Per fortuna che il Wto evita le guerre commerciali.
Abbiamo superato i 40.000 iscritti a questa newsletter. E’ un obiettivo che ci spinge ad arricchire il sito in termini tecnici e qualitativi, anche sulla scorta dei suggerimenti offerti dai lettori in risposta al nostro questionario. Il vostro contributo, anche finanziario, permetterà a lavoce.info di vivere e di migliorare.

Fabio Pammolli e Nicola Salerno commentano l’intervento di Agar Brugiavini sul Tfr.

Sommario 3 ottobre 2006

La Finanziaria varata dal governo ci permetterà di rispettare gli impegni presi con l’Europa. Ma dato il miglioramento dei conti pubblici (il fabbisogno nei primi 9 mesi dell’anno è migliorato di quasi due punti di Pil rispetto al 2005), la vera sfida era quella sulla qualità dell’aggiustamento. Ed è quasi tutto dal lato sbagliato: più entrate anzichè meno spese, con un probabile incremento della pressione fiscale di un punto di pil. Inquietante l’operazione sul Tfr, un modo di fare cassa ai danni dei lavoratori più giovani. La riforma dell’Irpef corregge alcuni errori del sistema disegnato da Tremonti, ma riduce pochissimo le disuguaglianze, mentre si perde l’occasione per rivedere le politiche di sostegno alle famiglie. Una raccolta e un nuovo intervento sulla lotta all’evasione fiscale che ha un ruolo molto importante nella manovra.

Sommario 29 settembre 2006

Lo sciopero dei giornalisti porta all’attenzione il disagio che vive il settore dell’informazione. E’ un’occasione per riaprire il dibattito sulla parte più pesante e rigida del sistema dei media: la televisione. Come verrà superata la legge Gasparri? L’atteggiamento del governo di centrosinistra sembra prudente. Con la prospettiva che si confermi il duopolio di Rai e Mediaset. Uno sguardo oltre confine può aiutare a costruire un corretto sistema di regole: l’esempio britannico. Insieme alle regole, occorre una razionalizzazione delle frequenze, un campo dove regna la confusione e dove operano centinaia di soggetti. Se non si mette mano a un riordino, rischiamo di essere gli unici europei a non accendere in tempi brevi le nuovi reti wireless. E mentre si parla tanto di media company cerchiamo di capire di cosa si tratta, che vantaggi comporta e per chi, quali imprese sono adatte per seguire questo modello. Le reti di telecomunicazione suggeriscono anche una nuova organizzazione del sistema dei trasporti. Ecco una proposta.
Alfredo Macchiati commenta l’intervento di Scarpa sulla proprieta’ delle reti.

Aggiornamenti: Finanziaria: Rientro dal lato sbagliato di Tito Boeri e Pietro Garibaldi.

Oltre il taxi: Il traffico da problema a opportunità di mercato

Nella fase industriale il taxi soppiantò le carrozze. Nella fase digitale la telematica renderà obsoleto il taxi. Si tratta solo di immaginare nuovi servizi di mobilità che utilizzino le tecnologie disponibili. Ovviamente il problema non è tecnico, ma riguarda la creazione di nuove imprese della mobilità e il cambiamento di un carattere peculiare della nostra mentalità collettiva. Non è un compito impossibile, modificando gli incentivi e i sussidi che oggi distorcono il mercato.

Sommario 26 settembre 2006

Mancano pochi giorni alla presentazione della Finanziaria e fomuliamo nuove proposte per frenare la crescita della spesa pubblica. Perche’ le buone notizie sul fronte delle entrate non devono far perdere di vista la forte crescita della spesa pubblica. Si spende più del previsto per personale, consumi intermedi, amministrazioni locali e sanità. Proprio la sanità resta una delle maggiori spine nel fianco del governo, nonostante l’accordo raggiunto con le regioni. Opportuno definire livelli essenziali di assistenza in base alle risorse disponibili. Una prima valutazione delle misure per ridare competitività al sistema delle imprese presentate dal ministro per lo sviluppo economico. Il campionato di calcio è iniziato in un clima assolutorio verso i protagonisti degli scandali. Le regole non sono cambiate e gli illeciti si possono ripetere. Proposta: perché non vincolare i dirigenti dei club al pagamento di penali alle società nel caso di sanzioni comminate dalla giustizia sportiva?

Sommario 21 settembre 2006

Il caso Telecom Italia è più che mai aperto. Molte le questioni irrisolte. La separazione di rete e servizio fra diverse imprese potrebbe bloccare future innovazioni. Siamo proprio sicuri che lo Stato sia il soggetto più adatto a possedere la rete? Una cosa è certa: questa vicenda mette in luce la fragilità del capitalismo italiano e l’assenza di un disegno di policy making. E l’utilizzo dei poteri speciali del governo nelle società privatizzate non è proponibile nel caso Telecom: l’Europa e la giurisprudenza hanno spinto la golden share sul viale del tramonto. Il presidente del consiglio si è lamentato di non essere stato informato preventivamente dei progetti. Ma ne aveva davvero il diritto? L’analisi delle norme sulla trasparenza del mercato mostra che se Telecom avesse rivelato i piani al premier, avrebbe rischiato l’illecito penale per insider trading. Torna poi d’attualità la tutela delle minoranze azionarie; la legislazione vigente non attribuisce loro strumenti efficaci per contrastare operazioni che cambiano radicalmente la struttura del gruppo. A presidio degli interessi di tutti i soci rimangono solo gli amministratori indipendenti.

La riunione annuale del Fondo Monetario Internazionale non ha risolto i problemi di questa istituzione. Non ci sarà da stupirsi se alcuni paesi decideranno di organizzarsi tra di loro e di ignorare il Fondo.

Italia, Telefono casa..

Il caso Telecom Italia, anche con il cambio al vertice della società, è lontano dalla conclusione e apre una lunga serie di questioni. La separazione fra rete e servizio (approvata dal consiglio d’amministrazione e, in precedenza, suggerita impropriamente da un consulente del premier) può comportare il rischio di bloccare future innovazioni. E, nel caso si proceda allo split, c’è da chiedersi se proprio lo stato sia il soggetto più adatto a possedere la rete. Sul discutibile progetto di separazione della telefonia mobile da quella fissa e sul rischio che Tim finisca sotto controllo estero alcune considerazioni portano a concludere che un passaggio in mani straniere non rappresenterà un duro colpo alla competitività economica italiana.
Una cosa è certa: questa vicenda mette ancora una volta in luce la fragilità del capitalismo italiano e l’assenza di un disegno di policy making. E l’utilizzo dei poteri speciali del governo nelle società privatizzate non è proponibile nel caso Telecom: l’Europa e la giurisprudenza hanno avviato la golden share sul viale del tramonto.
C’è un altro aspetto che merita approfondire: il presidente del consiglio ha lamentato di non essere stato informato preventivamente dei progetti dell’impresa telefonica. Ma ne aveva davvero il diritto? Una analisi delle norme a tutela della trasparenza del mercato mostra che il presidente di Telecom, se avesse rivelato i piani al premier, avrebbe rischiato l’illecito penale: insider trading.
Sulla tutela del mercato, in particolare delle minoranze azionarie, appare in evidenza come la legislazione vigente non consegni loro strumenti efficaci per contrastare operazioni che cambiano radicalmente la struttura del gruppo. A presidio degli interessi di tutti i soci rimangono gli amministratori indipendenti.

I poeti del dolce Pil novo

Tommaso io vorrei che tu, Vincenzo ed io
nel piatto mar del Pil s’andasse, al voler vostro e mio,
con il vasel della ripresa al vento,
che ci menasse al porto almen dell’un per cento,

sanza che Silvio e lobbie malcontente
a noi potessero recare impedimente.
Pure i’ vorrei, s’io fossi come son Romano,
che in quel di Bebbio mi feci castellano,

agli autoportatori (1), protervi e fannulloni,
di far bassar la fronte e li calzoni.
E tu Tommaso? S’i’ fossi foco il desavanzo lo incenerirei
e le pension d’ognuno le arderei.

Dimmi Vincenzo! S’io fossi Fisco come sono e fui,
subitamente e impavido, lasserei ad altrui
le imposte vecchie e ossute
e su autonmi e rendite i’ mi torrei le giovani e pasciute.

O meo Romeo (2), sonci pur io Pier de Bersani
e se foss’i’ acqua o meglio uno tsunami
vorrei affogare panattier e speziali,
pur notari, mercatanti e tutte l’arti dei professionali.

Me canta la ballata del flor di Ballarò
e le cooppe, gli enti, le municipali neppur le bagnerò:
i grassi indipendenti avranno punizione
ai magri dipendenti, invece, si lasci il guiderdone.

Care, dulci rime sù non siate lasse,
nel dir del mio disio che il Pil presto s’alzasse
e dite a Cecco e a Polo, vieppiù a Tito e a Turano (3)
di non saziarsi ad alzar laude verso di me, Romano.

Sommario 18 settembre 2006

La vicenda Telecom Italia mette in luce arretratezze del capitalismo italiano, su cui torneremo, e confusione nel governo su chi debba dettare gli indirizzi di politica industriale, e su quali debbano essere tali indirizzi.
E’ iniziato l’anno scolastico in tutta Italia.  Purtroppo i genitori non possono accedere ad informazioni sulla qualità degli istituti cui iscrivere i propri figli, nonostante da anni esistano rilevazioni affidabili sulla qualità dell’istruzione e queste informazioni siano disponibili in altri paesi.  Rendere pubbliche queste informazioni sarebbe un primo passo anche per stimolare una cultura del merito fra gli insegnanti, permettendo di valutare l’operato dei presidi.  Bene rivedere in tal senso la legge che istituisce l’agenzia nazionale della valutazione. 

Torniamo a parlare di valore legale del titolo di studio con un intervento di Giunio Luzzato.

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