Lavoce.info

Autore: Desk Pagina 67 di 188

Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

Quella scheda che manca sulla terza missione*

Il Punto

Per il ministro Di Maio una “manina” ha aggiunto nella relazione tecnica al “decreto dignità” la previsione di un calo di 8 mila occupati. In realtà sono state le mani istituzionali dell’Inps – che ha fatto la valutazione – e della Ragioneria dello stato che l’ha validata. Mentre il ministro-economista Tria si unisce al coro di protesta contro i numeri. Numeri che – a guardarli bene – escono da ipotesi ottimistiche su ciò che accadrà nel mercato del lavoro con le nuove norme. In ogni caso, 8 mila unità di lavoro in meno non sono un disastro sociale. Anche le nuove stime del Fondo monetario per il 2018-2019 non sono lusinghiere per l’Italia: l’economia va indietro in un generale arretramento dell’Europa. Sempre parlando di cifre e dei dettagli delle misure da mettere in pratica, l’idea – difesa dal M5s anche in un’audizione al Senato –  che il reddito di cittadinanza si autofinanzierà sfruttando pieghe e definizioni dei parametri Ue, non sta in piedi. Se davvero lo si vuole fare, lo si farà in deficit.
Appena uscito, il rapporto Anvur sull’università segnala come la piccola crescita degli ultimi anni non basti a recuperare il nostro cronico ritardo rispetto al resto d’Europa nel numero di laureati (26,9 per cento contro una media di 39). Mentre pesa l’assenza di una formazione terziaria professionalizzante sul modello tedesco.
È poi vero che gli stranieri portano via la casa popolare agli italiani? In effetti ne occupano una quota consistente, ma sempre più vengono posti vincoli (di anzianità di residenza o relativi ad altre sistemazioni) che operano una selezione. 

Convegno annuale de lavoce.info il 17 settembre a Milano. Save the date!
“I primi 100 giorni di populismo“ è il titolo del convegno annuale de lavoce,info. Si svolgerà la mattina di lunedì 17 settembre a Milano. È un’occasione per vederci di persona, dopo tante interazioni digitali! Presto comunicheremo luogo e programma. La prima parte dell’incontro è riservata ai nostri collaboratori e sostenitori più affezionati (quelli che ci hanno finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni. Chi vuole è ancora in tempo per fare la donazione.

Il testo del decreto dignità e la relazione tecnica

Testo del decreto

La relazione tecnica

Il Punto

Nel vertice di Innsbruck, Salvini e i suoi colleghi degli Interni tedesco e austriaco si sono accordati tra volonterosi (si fa per dire) nell’accogliere solo chi fugge da guerre. Dimenticando che i “migranti economici” – il cui flusso verso l’Italia è sceso a 13 mila, un decimo che nel 2011 –  servono. Sul mercato del lavoro e anche per i loro versamenti Inps. Lo dicono i dati, se uno vuole leggerli. Confusione e approssimazione sul tema dei migranti si trovano anche nelle parole del ministro Toninelli le cui affermazioni, all’esame del fact-checking de lavoce.info, risultano imprecise e poco fondate. In un altro vertice – quello Nato – Trump ha tentato senza successo di mettere fretta agli alleati sull’aumento della spesa militare. Da sempre gli Usa spendono di più. Ma già dal 2014 gli europei si sono impegnati ad aumentarla, per quanto lentamente. La vera necessità sarebbe un maggiore coordinamento che eviti sprechi e duplicazioni.
Sfruttando la vetrina del mondiale di calcio e del prossimo vertice col presidente americano, la Russia di Putin è al centro dei riflettori. Ma le apparenze nascondono un paese con tante difficoltà strutturali. Con crescita demografica nulla, troppi monopoli ed eccessiva dipendenza dall’export di materie prime.
Uno dei problemi del governo è la disomogeneità politica e ideale tra Lega e M5s. Che di fatto si sono divisi le aree di influenza: alla prima la questione immigrati e l’ordine pubblico, al secondo l’economia e in particolare il welfare. Con alto rischio di cortocircuiti.
Siae sotto accusa per abuso di posizione dominante davanti all’autorità Antitrust. Sono diventati numerosi i concorrenti della società che ha sempre gestito i diritti d’autore musicali come “monopolio naturale”. Che dopo la direttiva Barnier della Ue non è più così “naturale” e viene messo in discussione.
In piena tempesta mediatica su abolizione dei vitalizi, delle pensioni d’oro, della riforma Fornero, vediamo le risposte degli italiani se si chiede di indicare minimo e massimo ragionevole delle pensioni nette. La media è 900-3.000 euro. Ma poi cambia molto se si leggono i dati per età, area geografica, tipo di lavoro.

Convegno annuale de lavoce.info il 17 settembre a Milano. Save the date!
“I primi 100 giorni di populismo“ è il titolo del convegno annuale de lavoce,info. Si svolgerà la mattina di lunedì 17 settembre all’Università Bocconi di Milano. È un’occasione per vederci di persona, dopo tante interazioni digitali! Presto comunicheremo i dettagli del programma. La prima parte dell’incontro è riservata ai nostri collaboratori e sostenitori più affezionati (quelli che ci hanno finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni. Chi vuole è ancora in tempo per fare la donazione.

Il Punto

Virando su una soft Brexit, la signora May rimpiazza in fretta con persone più moderate i ministri Davis e Johnson – difensori della linea dura. In effetti, uscire dalla Ue per cambiare poco porterebbe il Regno Unito ad accettare regole decise dagli altri 27 paesi, alimentando l’anti-europeismo. Meglio un nuovo referendum. Che i deliri sovranisti producano pessimi risultati lo si vedrà presto anche con la guerra tariffaria Usa-Cina. Si rischia un’escalation senza vincitori con impatto economico difficile da valutare sulla riorganizzazione internazionale delle filiere e sui prezzi.
È arrivato il Rei, il reddito d’inclusione, il primo tentativo di assistenza universale ai poveri del nostro paese. Dati ufficiosi sulle domande accettate e respinte danno un quadro dell’indigenza con varie conferme e punti interrogativi. Molte domande rifiutate, specie al Nord, forse anche per requisiti troppo severi.
Secondo le regole di Dublino la gestione dei richiedenti asilo spetta al paese di prima accoglienza. Salvo che poi in Europa è anche in vigore – per ora – il trattato di Schengen sulla libera circolazione delle persone. Con regole contraddittorie non è un caso che i singoli paesi si muovano in ordine sparso.
Per sottoscrivere i titoli del nostro debito, gli investitori internazionali dispongono di clausole contrattuali contro conversioni forzose da euro in altra valuta. Il che aggiungerebbe rilevanti costi di contenzioso per un’eventuale Italexit.
Nel primo campionato di calcio italiano con il Var (la tecnologia per chiarire le azioni controverse) ci sono stati 2023 controlli – in media 5,1 a partita – che hanno portato a 117 cambi di decisione. Il dettaglio dei dati dice che – con il nuovo strumento – il vantaggio di giocare in casa si riduce significativamente.

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Il Punto

Il “Decreto dignità” è un – poco dignitoso – omaggio agli avvocati: rendendo confusa e incerta la legislazione sul lavoro, aumenterà il contenzioso (precipitato negli ultimi anni). Mette a rischio gli aumenti di occupazione degli ultimi anni, non avvantaggia lavoratori né imprese ed è un disincentivo a investire in Italia.
Dal Nord dell’Eurozona arrivano controproducenti proposte di modifica delle clausole di azione collettiva (Cac) che regolano le ristrutturazioni dei debiti sovrani nell’area euro. Con l’obiettivo di rendere il sistema più stabile, si otterrebbe il risultato opposto, facendo salire il costo del debito per i paesi più esposti.
Completando un altro tassello della sua agenda, il presidente Trump ora affossa le direttive sulla “affirmative action” che da decenni promuovono la diversità etnica nelle scuole e nelle università americane. Con effetti molto discussi nel favorire l’accesso degli afroamericani e scarso impatto sui divari salariali osservati.
Come mai, dopo aver cantato vittoria, il premier Conte non ha portato a casa nulla dall’ultimo vertice Ue? Forse perché i numeri – in rapporto sia alla popolazione nazionale sia al Pil – dicono che in Italia l’emergenza immigrati non c’è. Leggere i dati per credere.
Nel contratto di programma il governo vuole ridiscutere gli accordi di Basilea sui rating delle Pmi che ne danneggerebbero il finanziamento. Ma cambiare i modelli di valutazione del rischio sarebbe sbagliato. Si potrebbe invece attenuarne i requisiti di capitalizzazione imposti da una regolamentazione troppo severa.
Una Netflix italiana per favorire innovazione e sviluppo della tv nazionale: l’idea di Luigi Di Maio è suggestiva ma arriva tardi. Ora i giganti mondiali del settore stanno già giocando la partita a suon di svariate decine di miliardi. Servono accordi a livello europeo, non necessariamente in opposizione a Netflix e soci.

Giovanni Dosi, Marcello Minenna, Andrea Roventini, e Roberto Violi commentano l’articolo “Ma i tedeschi non sono masochisti” di Roberto Perotti. Con la replica dell’autore.

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I rischi dell’Eurozona

Il Punto

Il premier Giuseppe Conte ha – per poco – cantato vittoria. Ma in verità il vertice dei primi ministri Ue non ha risolto niente sul tema migranti. Il potenziamento di Frontex e della guardia costiera libica lascia irrisolti i grandi problemi: gestione delle frontiere, campi profughi in Africa e revisione del regolamento di Dublino. È anche proseguito il braccio di ferro sulla governance dell’Eurozona. I “nordici” vogliono ridurre i rischi prima di condividerli; i “mediterranei” esattamente il contrario. Ognuno per il proprio tornaconto. Il che limita i passi avanti su assicurazione europea dei depositi e fondo salva-stati.
Sempre sull’immigrazione, l’attivo ministro Di Maio punta il dito sull’assenza di un obbligo di rendicontazione per cooperative e società che gestiscono il nostro sistema di accoglienza. Non è così, come chiarisce il fact-checking de lavoce.info.
Molte e confuse le idee dell’esecutivo di oggi su una riforma delle pensioni che mandi in soffitta “la Fornero”. Sarebbe il venticinquesimo provvedimento dal 1995. Ennesima giravolta per accontentare tutti, cercando di cancellare il (plausibile) principio che lega l’età della pensione all’aspettativa di vita.
I dati del mercato del lavoro consegnano un finale positivo del governo Gentiloni (+114 mila occupati in maggio rispetto ad aprile e -84 mila disoccupati). Sulle politiche per ricollocare chi perde il lavoro constatiamo però che Francia e Germania spendono cinque volte più di noi. Ci vogliono più soldi. Ma c’è anche da centralizzare i centri per l’impiego, oggi sparpagliati a livello regionale.
Ha fatto notizia il premio in denaro che un imprenditore veneto ha stanziato per i dipendenti che fanno figli. È solo una delle varie forme di welfare aziendale che si sono diffuse. Grazie ad agevolazioni fiscali che saranno eliminate per finanziare flat tax e reddito di cittadinanza?
Da gennaio 2019 a Milano fuorilegge i diesel Euro 0, 1, 2 e 3. A rigore il provvedimento non è strettamente giustificato dai dati sull’inquinamento prodotto da questi motori. Avrebbe forse più senso la regola “chi congestiona paga”.

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Il Punto

Con un Pil in crescita dell’1,5 per cento, nel 2017 è salita la povertà rilevata dall’Istat. Soprattutto – ma non solo – al Sud. L’aumento riguarda sia i nuclei familiari italiani che quelli stranieri. Ma per i secondi il rischio dell’indigenza è sei volte pi ù alto. Ci vorrebbero una ripresa più robusta e politiche redistributive più attente. Invece il ministro Di Maio usa questi dati per promuovere il “suo” reddito di cittadinanza che verrebbe negato proprio agli stranieri. Sempre Di Maio, nella sua campagna contro le pensioni d’oro (i super-assegni di chi non ha erogato contributi commisurati) rischia di inciampare in un problema di equità nei tagli, con una coda di contenziosi. In tema di immigrazione, la voce del governo è invece quella di Matteo Salvini: stavolta sostiene che la Francia ospita meno della metà di richiedenti asilo rispetto all’Italia. Davvero? No, come mostra il fact-checking de lavoce.info. Che analizza anche le affermazioni dell’interlocutore del ministro in quel confronto, il giornalista Paolo Pagliaro.
È possibile che le dichiarazioni di guerra commerciale di Trump alla Cina siano in realtà un bluff ad alto rischio per trarre il massimo ritorno da un negoziato. A fini elettorali interni (a novembre le elezioni di mid term). Nell’immediato, però i danni all’economia sono inevitabili, come insegna il caso Harley Davidson. Intanto il governo di Pechino prova a compensare i dazi di Trump svalutando lo yuan contro il dollaro anche con l’abbassamento delle riserve obbligatorie delle banche. Ma in realtà al momento non è chiaro (forse neanche ai governanti cinesi) se alla Cina convenga avere una valuta debole o forte.
Dopo tre bandi di gara a vuoto, liti, colpi di teatro, Sky esce vincitrice dall’assegnazione dei diritti tv dei prossimi tre campionati di calcio di serie A. Con alcune novità, la più importante delle quali – oltre all’uscita di scena di Mediaset – è il passaggio dalla vendita per piattaforma a quella per prodotto.

Alessandro Santoro risponde ai commenti al suo articolo “Perché è un errore abolire lo split payment

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Il Punto

Il governo vuole abolire lo split payment, il meccanismo anti-evasione per cui la pubblica amministrazione che acquista da un privato versa essa stessa l’Iva al fisco scorporata dalla fattura. Un sistema che – pur consentendo compensazioni per i contribuenti onesti – ha fatto recuperare 3,5 miliardi di euro di introiti. Non è vero che una flat tax debba essere in favore dei ricchi. Fissando detrazioni sufficientemente elevate si potrebbe ridurre la pressione fiscale anche per i redditi medio-bassi, lasciando invariato il livello delle entrate. Ma l’aliquota dovrebbe essere al 35 per cento, non al 15 o 20 proposto dal governo.
Se rinunciasse all’idea di usare fondi Ue in modo velleitario, l’esecutivo Lega-M5s potrebbe far partire subito un reddito di cittadinanza che non scoraggi la ricerca di lavoro. Come? Accoppiando il Rei (reddito di inclusione) con l’assegno di ricollocazione per chi cambia lavoro. Misure approvate dal governo Gentiloni.
Parlando di migranti si fa presto a dire “aiutiamoli a casa loro”. In realtà i dati dicono che a lasciare il proprio paese non sono i più poveri ma chi – avendo un reddito medio – riesce a indebitarsi. Gli aiuti allo sviluppo – per quanto utili – ridurrebbero i debiti di queste persone, non il numero degli emigrati. Anche Roberto Saviano – cui va la nostra solidarietà per le recenti minacce ricevute dal ministro dell’Interno –  è incorso in un errore sui costi dell’accoglienza in Italia. Non è vero che la Ue dia un contributo notevole al loro finanziamento. Lo spiega il fact-checking de lavoce.info.
Il “melting pot”, incontro di persone di provenienze geografiche e culture diverse, contribuisce alla crescita delle società moderne ma anche le comunità molto coese al proprio interno, campanilistiche, mostrano di saper crescere. Come è successo ad Abruzzo e Molise dopo la separazione in due regioni.

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