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Autore: Luca Clementi Pagina 4 di 5

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Credo di dovermi scusare con i lettori, perché dai commenti al mio articolo – prevalentemente incentrati sulla valutazione delle prestazioni individuali di dirigenti e personale – deduco che non sono riuscito ad esporre con chiarezza il mio ragionamento.
La mia intenzione era di spostare la discussione da un tema abusato da ormai quindici anni, di ben poco interesse per i cittadini/utenti ed essenzialmente interno ad amministrazioni e personale – quello delle valutazioni sui singoli dirigenti e dipendenti, che incontrano tra l’altro tutte le difficoltà e obiezioni sottolineate anche dai commenti – ad un tema sostanzialmente ignorato e che invece molto di più interessa la generalità degli utenti: quello della misurazione (innanzi tutto) e valutazione (poi) della qualità e costo dei servizi pubblici.
Credo che tutti conveniamo che i servizi pubblici sono uno strumento fondamentale della democrazia: il loro scopo è infatti offrire all’intera collettività, partendo dai meno abbienti, quella sicurezza, salute, istruzione, assistenza, mobilità ecc. che altrimenti solo i più abbienti potrebbero procurarsi sul mercato. Perciò, garantire alla generalità degli utenti servizi economici e di qualità significa ridurre le disparità sociali.
Se questo è vero, tutti dovremmo pretendere di poter conoscere qualità e costo dei servizi di cui fruiamo, sulla base di misurazioni e valutazioni fatte non (solo) da chi eroga i servizi, ma anche e soprattutto da soggetti terzi, perciò indipendenti. Che poi questo soggetto indipendente sia una Authority, o una profondamente riformata Corte dei Conti, o altro organismo, è secondario. L’importante è che possa e sappia svolgere bene – indirizzando, dettando criteri e metodologie, verificando – la propria funzione, magari operando come vertice di un network di organismi di misurazione e analisi specializzati nei diversi settori e che già in parte esistono.
Questo, lo ripeto, al solo scopo di consentire a tutti gli interessati – cittadini e imprese, organi di governo, management delle PA – di sapere quanto costa e di che qualità è il servizio erogato da questa o quella PA, per poter fare le proprie scelte da utenti, governanti e dirigenti e poter forse, così, stimolare un miglioramento degli stessi servizi.
Il tema della valutazione sui singoli e della remunerazione in base alle prestazioni dovrebbe venire dopo, molto dopo! E credo che, una volta poste queste nuove basi, potrebbe essere affrontato molto più facilmente ed equamente.

Carlo D’Orta

LA VALUTAZIONE, QUESTA SCONOSCIUTA

Le riforme amministrative degli ultimi due decenni non sono riuscite a diffondere nel settore pubblico la cultura della valutazione. E’ essenziale puntare su ciò che maggiormente interessa ai cittadini e imprese utenti, l’efficienza e qualità dei servizi. E uscire dalla logica, tutta interna al rapporto amministrazione-sindacati-personale, che la vede come un modo per attribuire una quota della retribuzione. Utile la creazione di una apposita Autorità in vista della realizzazione di un sistema nazionale di misurazione dei servizi pubblici.

TRE RIVOLUZIONI CONTRO LA PRECARIETA’

Per uscire dal dualismo del mercato del lavoro sono necessarie tre rivoluzioni: abbandonare l’idea che il posto fisso possa continuare a essere la normalità, istituire un reddito minimo garantito a tutti i cittadini e tutelare la contrattazione collettiva come base contrattuale. L’Italia si prepara a decenni di rilevanti cambiamenti strutturali, in quel che produciamo e in come e dove lo produciamo. Controproducente illudersi che la flessibilità del salario permetta di sopravvivere alla produzione di merci a basso contenuto tecnologico.

Come nasce un terrorista

L’evidenza empirica dimostra che povertà e mancanza di istruzione giocano un ruolo ben piccolo nel trasformare un normale cittadino in un terrorista. Molta più importanza hanno le rivendicazioni geopolitiche e la convinzione che il solo modo per veder riconosciuti i propri diritti passi attraverso il terrorismo. Ma servono anche organizzazioni che sappiano sfruttare in modo razionale il fanatismo degli estremisti. E sono queste che dobbiamo combattere, riducendone la credibilità.

L’analisi costi-benefici boccia la Torino–Lione

La linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione è oggi uno dei più importanti progetti infrastrutturali nel mondo intero. Il costo complessivo è stimato ufficialmente in 16 miliardi di euro. Si tratta di un progetto socialmente desiderabile? Un tentativo di analisi costi-benefici fornisce risultati molto negativi. Non solo il debito aggregato di Italia e Francia aumenterà di 16 miliardi, ma la gestione dell’opera andrà ad accrescere il loro deficit per i quaranta anni successivi alla sua apertura.

Uno stop allo spoils system

Con due sentenze, la Corte costituzionale ha bloccato in modo forse definitivo la tendenza ad azzerare tutti gli incarichi dirigenziali nelle pubbliche amministrazioni a ogni cambio di governo, nazionale o locale. In pochi anni, un sistema pensato per pochi casi si è allargato a macchia d’olio. Creando preoccupazione per una sempre più ampia precarietà che non risponde a criteri manageriali e di buona gestione aziendale, ma solo a logiche fiduciarie. E’ in gioco il più importante principio costituzionale sulla Pa: imparzialità e buon andamento.

Un passo indietro sul conflitto d’interessi

L’attuazione della Mifid rischia di abbassare il grado di tutela degli investitori nei casi di conflitto di interessi. La speranza è che banche e risparmiatori abbiano imparato dagli errori del passato. Le prime nella sottovalutazione degli effetti negativi di comportamenti dolosi o gravemente colposi nell’interpretare il ruolo di finanziatore delle imprese e di consulente degli investitori. I secondi nell’ignorare che alti rendimenti si accompagnano a rischi elevati e che non sempre l’intermediario ha a cuore esclusivamente gli interessi della clientela.

Addizionali senza alternative

Le norme degli ultimi anni per limitare la crescita della spesa degli enti locali hanno finito per incentivare l’abuso del territorio e il ricorso all’indebitamento. La Finanziaria 2007 permette invece ai comuni di elevare l’addizionale Irpef. Una misura che ha suscitato molte polemiche. Ma è una strada obbligata. Basta guardare alle previsioni di bilancio dei capoluoghi di provincia. Perché chi non aumenta le tasse oggi, dissesta le sue finanze e l’ambiente. E domani sarà comunque costretto ad aumentare la pressione fiscale.

Due binari per la riforma della Pa

Nel memorandum governo-sindacati sulla riforma della Pa si intende migliorare la qualità dei servizi pubblici e misurare, verificare e incentivare la qualità dei servizi. Tuttavia, riuscirà a tradurre le buone intenzioni in comportamenti virtuosi? La proposta di Authority afferma la cultura della valutazione. Ma dovrebbe spostare il raggio d’azione dai singoli lavoratori alle singole unità amministrative, perché agli utenti interessa misurare la qualità ed efficienza dei servizi. Occorre dare ai dirigenti gli strumenti per esercitare con responsabilità il loro ruolo, in una dialettica equa ed equilibrata fra Pa e sindacati.

Una regia nazionale per la Pa

La contrattazione collettiva ha cercato di introdurre nel pubblico impiego elementi che inducessero le amministrazioni a sviluppare una più efficiente gestione delle risorse umane, attraverso incentivi di vario tipo e mediante opportuni riconoscimenti del merito e della professionalità. Con ben pochi risultati. Ora, per uscire dal guado si può dare completa autonomia alle amministrazioni. Oppure riassegnare al livello centrale il ruolo di controllo delle risorse complessive da destinare agli aumenti retributivi di tutti i pubblici dipendenti.

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