Lavoce.info

Autore: punto Pagina 25 di 36

Il Punto

Soffocano le piccole e medie imprese per la stretta creditizia. Apriamo il confronto su come affrontare il problema. Cosa ci dice l’esperienza del Regno Unito con i fondi di garanzia statale. In molti casi, più che la mancanza di credito, c’è una carenza di capitale di rischio. Per ovviare a questo problema nel breve periodo si può pensare ad un contributo del settore assicurativo nel fornire garanzie al credito.
Le maglie sempre più larghe della contrattazione collettiva: il 13 per cento dei lavoratori italiani percepisce salari sotto il minimo contrattuale. Sono soprattutto donne e giovani. Un dossier raccoglie approfondimenti sulla generazione senza lavoro.
Oltre 31 milioni di italiani non leggono nemmeno un libro all’anno. Eppure tra i 63.800 titoli pubblicati in 12 mesi ce n’è per tutti i gusti. Mentre a Torino si apre il Salone del libro, vediamo i dati sulla lettura e l’editoria.
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La crisi pagata dai giovani

La disoccupazione giovanile è al 36 per cento. È anche una conseguenza di riforme del mercato del lavoro rimaste incomplete. Abbiamo raccolto alcuni articoli sul contratto unico, una proposta lanciata su lavoce.info, e altri interventi sul precariato giovanile. 

Il Punto

Per sfuggire alla stretta creditizia che non fa affluire finanziamenti alle imprese, utile cercare canali e strumenti alternativi come la cartolarizzazione di prestiti alle Pmi garantita dalla Bce. Ma attenzione a non ripetere errori del passato nel mettere in circuito strumenti finanziari complessi e poco trasparenti.  Per Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, la causa del credit crunch è la scarsa raccolta di denaro da parte delle banche. E’ una tesi infondata. E cosa ne pensa il capo dei banchieri delle nomine nel Consiglio di gestione di Banca intesa? Non dovevano le fondazioni fare un passo indietro?
Come realizzare in maniera equilibrata una riforma del diritto di cittadinanza che preveda lo ius soli, proposta anche dal neo-ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge? Bene tener conto di come hanno regolato la materia i principali paesi europei e puntare su scelte il più possibile condivise.
Brilla per assenza di iniziativa la Consob sotto la guida di Giuseppe Vegas. Persino in occasione dello scandalo devastante del Montepaschi. E, per aiutare le piccole-medie imprese a finanziarsi quotandosi in borsa, istituisce un pletorico gruppo di lavoro. Un film già visto.
La spesa militare italiana -che alcuni partiti vorrebbero ridurre- è 26,46 miliardi di euro. Vicina a quella di altri partner europei. La vera anomalia, come mostra il grafico, è che rappresenta una quota di Pil pari a quella che destiniamo alle politiche del lavoro e poco meno di quanto va alla protezione sociale.
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Il Punto

La Banca centrale europea può fare molto di più per accorciare la crisi. Perché l’idea che con tassi nominali vicini a zero la politica monetaria diventi impotente è un mito da sfatare.Il taglio del tasso di sconto dello 0,25 per cento è, in ogni caso, troppo timido.
Traffico di droga, estorsioni, usura, edilizia, alberghi, grande distribuzione: Cosa nostra rimane la stessa ma si adatta ai tempi di crisi economica diversificando le attività criminali sia nella roccaforte siciliana sia nelle regioni del Nord. Sempre attenta ai legami con il mondo della politica.
I sindacati fanno passi in avanti nel definire le regole di rappresentanza. Bene perchè ciò permetterà di decentrare la contrattazione, azienda per azienda. Servirà per stimolare la produttività. Sempre che i sindacati, che oggi si dichiarano per lo sviluppo dell’innovazione nelle imprese, non tornino al passato ostacolandola. Il decentramento della contrattazione servirà anche per favorire contratti di solidarietà espansiva, che creino lavoro oltre a non distruggerlo.
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Il Punto

Al 90 per cento politici con più di dieci anni di esperienza in cariche elettive, un sesto di loro ripescato tra i non eletti in Parlamento. Ecco chi sono i nuovi 40 viceministri e sottosegretari del Governo Letta.
L’Imu  ancora al centro del confronto politico mentre 6 milioni di persone sono disoccupate o scoraggiate. A chi minaccia il ritorno alle urne, bene ricordare che i sondaggi elettorali sono poco attendibili e i sondaggisti sembrano rassegnati a ritenerli poco utili nel prevedere il voto.
Per varare una nuova legge elettorale -a parole voluta da tutti- i partiti non sono riusciti a trovare un accordo nell’intera scorsa legislatura. Legittime le perplessità sulla loro volontà di arrivarci adesso. Forse si potrebbe far scrivere il testo a un’assemblea civica esterna al Parlamento, sull’esempio dei canadesi. Vediamo come hanno fatto.
Sono schizzinosi i giovani in cerca di lavoro? Uno studio dice che lo sono sempre meno e i famigerati choosy si annidano tra chi ha le spalle coperte.
Nelle università il nepotismo c’è. I numeri, però, dicono che il tasso di inadeguatezza professionale dei “figli di” è pari a quello degli altri. Rimane, comunque, un problema etico. Ed estetico.
La redazione festeggia la nascita del figlio dell’amico e collega Riccardo Puglisi e di Elena. Benvenuto Tommaso!
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Il Punto

Nel programma del neonato Governo Letta, la sospensione dell’Imu sulla prima casa in attesa di una riforma. Bene allineare gli estimi catastali ai valori di mercato e ridurre le aliquote, ma non si è mai vista una riforma fiscale fatta sospendendo le tasse. E ricordiamoci che priorità oggi è ridurre la pressione fiscale sul lavoro.
In piena emergenza economica, sociale e istituzionale i temi dell’ambiente e dell’energia rischiano di passare in secondo piano. Ma devono rimanere nell’agenda politica del Governo. Almeno nei termini indicati dai “saggi” nominati da Napolitano.
“Studiare forme di reddito minimo” ha promesso Letta nel suo discorso programmatico. L’esempio del Trentino può essere d’aiuto.
La querelle sui risultati di Reinhart-Rogoff riguardo alla relazione fra debito pubblico e crescita economica ha messo in ombra un problema fondamentale: potrebbe essere la bassa crescita a causare l’alto debito anzichè il contrario.
Beppe Grillo è solo il più recente predicatore della decrescita economica. Ci sono vari e illustri precedenti. Tutti utopici. Perché è impossibile frenare la tensione alla crescita a meno di rinunciare alla democrazia. Del resto, nella decrescita ci siamo in pieno. Involontariamente. E ci viviamo molto male.
Abbiamo completato il Dossier “Cosa dicono e cosa no i sondaggi elettorali” con le risposte dei sondaggisti alla domande de lavoce.info. Ne parleremo anche al Festivaleconomia di Trento.
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Genitori a scuola

Le recenti vicende che hanno interessato la scuola italiana, tutte in  senso negativo considerando l’accento posto sui tagli delle risorse a tutti i livelli, la crisi della didattica generata dall’abolizione delle compresenze, e la scandalosa, oltre che anticostituzionale, campagna di finanziamento della scuola privata a spese della scuola pubblica ha portato, dove possibile, a un maggiore coinvolgimento dei genitori attivi.

Il Punto

Il nuovo Governo avrà come traccia i due rapporti dei “saggi” nominati da Napolitano. Che in tema di riforme istituzionali propongono ricette di buonsenso per dare governabilità al paese, ma non prendono posizione sulla legge elettorale. Speriamo che il Presidente riesca a dare finalmente la spinta necessaria per uscire dallo stallo. Il rapporto dei saggi è bancocentrico. Eppure gli strumenti bancari tradizionali sono insufficienti per contrastare la stretta del credito. Ci vogliono canali alternativi per fare affluire alle imprese il risparmio raccolto dagli investitori istituzionali (fondi pensione, assicurazioni, fondi comuni). Alcuni esistono già e si possono utilizzare.
Macchinoso e inefficiente, l’attuale impianto di aiuti alle imprese va smontato per ricostruirlo adeguato e flessibile. Con meno risorse da distribuire, ma -in cambio- un fisco meno aggressivo e più equo, una pubblica amministrazione che paga i debiti, infrastrutture e procedure che assecondino le attività produttive.
La formazione professionale è un buco nero. Da una ricerca viene fuori che si punta a “riempire le classi” con corsi d’inglese e informatica dagli esiti occupazionali incerti. Soldi di tutti buttati al vento.
Additato come capro espiatorio di molti mali italiani, l’euro è accusato anche di frenare la crescita del nostro paese. Ma se guardiamo i numeri vediamo che la moneta unica c’entra ben poco e la responsabilità della stagnazione è tutta nostra.
Lo sblocco di 40 miliardi per pagare i debiti della pubblica amministrazione pone il problema di un equo riparto tra i vari enti del maggior costo del debito dello Stato per finanziare l’operazione. Ecco perché.
Abbiamo completato il Dossier “Cosa dicono e cosa no i sondaggi elettorali” con le risposte dei sondaggisti alla domande de lavoce.info.

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Cosa dicono e cosa no i sondaggi elettorali

Sul banco degli imputati dopo gli esiti elettorali, cinque tra maggiori i sondaggisti italiani spiegano errori, limiti e pregi delle metodologie del loro lavoro. E le istruzioni per l’utilizzo dei dati che raccolgono ed elaborano. Con alcune ulteriori domande de lavoce.info.

Il Punto

Al nuovo Presidente della Repubblica spetterà per la prima volta il compito essere garante dell’obbligo del pareggio di bilancio inserito nell’articolo 81 della Costituzione. Una questione spinosa che si presta a interpretazioni discordanti. Vediamo quali e perché.
Per Roma, prossima al voto amministrativo (26-27 maggio), uno dei maggiori problemi irrisolti rimane quello dei trasporti. Rimpiazzare i mezzi vetusti e fare manutenzione straordinaria alle reti è necessario, ma soprattutto curare l’integrazione dei servizi e l’interscambio tra bus, tram, metro, ferrovie. E tenere ben separata la contabilità tra gestione corrente e investimenti.
Le riforme del lavoro servono a creare occupazione? Non tutti ne sono convinti. Un botta e risposta dopo l’articolo “Licenziamenti e legge Fornero”.
Nel documento del ministro per la Coesione territoriale, sette innovazioni di metodo per usare efficacemente i fondi comunitari. Finalmente c’è la consapevolezza che l’utilizzo di queste risorse deve essere programmato. Ma le sette indicazioni sono in parte scontate, in parte ancora insufficienti.
Solo un atteggiamento troppo accondiscendente ha consentito a molte società di calcio di non dichiarare fallimento. Un grafico mostra i numeri del disastro.

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