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Autore: Marzio Galeotti Pagina 3 di 16

galeotti Professore ordinario di Economia politica presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli studi di Milano. Dopo la laurea in Discipline economiche e sociali presso l’Università Bocconi di Milano ha conseguito il dottorato in economia (Ph.D.) presso la New York University di New York. È Direttore della ricerca scientifica della Fondazione Eni Enrico Mattei, dopo essere stato in passato coordinatore del programma di ricerca in modellistica e politica dei cambiamenti climatici. È Fellow del Centre for Research on Geography, Resources, Environment, Energy & Networks (GREEN) dell’Università Luigi Bocconi e Visiting Fellow presso il King Abdullah Petroleum Studies and Research Center (KAPSARC). È Review Editor del capitolo 4 (“Mitigation and development pathways in the near- to mid-term”), Sixth Assessment Report (AR6), IPCC WGIII, 2021. È stato fondatore e primo presidente dell’Associazione italiana degli economisti dell’ambiente e delle risorse naturali, è membro del comitato scientifico del Centro per un futuro sostenibile e della Fondazione Lombardia per l’Ambiente. È componente del comitato di redazione de lavoce.info.

Domande e risposte sul prezzo del petrolio sotto zero

Ha suscitato clamore il crollo a un valore negativo del prezzo del petrolio Wti. Ma non si tratta di un “cigno nero”. L’evento è circoscritto, legato ai contratti future sul mercato americano. E nel medio periodo si prevede un rialzo delle quotazioni.

Petrolio, il mercato ha più di un virus

Nel 2020 per la prima volta da anni si registrerà un calo della domanda di petrolio. L’epidemia di coronavirus ha determinato una frenata delle richieste dalla Cina. Ma sul prezzo del barile influiscono anche le divergenti strategie di Russia e paesi Opec.

Per il clima appuntamento rimandato a Glasgow

La Cop25 di Madrid non passerà certo alla storia. È stata solo una conferenza-ponte verso la Cop26 dell’anno prossimo. Lì i paesi dovranno svelare le loro vere intenzioni sui piani di riduzione delle emissioni, parti integranti dell’Accordo di Parigi.

Ora l’Europa vuol ripartire da clima e ambiente

Con una comunicazione all’Europarlamento e al Consiglio europeo Von der Leyen ha lanciato un ambizioso piano che dovrebbe portare l’Unione a diventare il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050.

Dagli scenari sul clima di domani una spinta all’azione

Il World Energy Outlook descrive alcuni scenari sull’evoluzione del consumo di energia da qui al 2040. Gli fa eco l’Emissions Gap Report. Per entrambi solo perseguendo obiettivi ambiziosi si può limitare l’aumento della temperatura a livelli accettabili.

Ilva: è possibile una fabbrica sostenibile?

Il caso emblematico del dilemma tra tutela dell’ambiente e crescita economica è l’ex-Ilva di Taranto. I numeri su morti e malattie legate alle emissioni dell’impianto sono drammatici. Si può continuare a produrre, ma servono investimenti e tecnologie.

Molto fumo e poca sostanza nel decreto clima

Il decreto clima rimanda i tagli ai sussidi dannosi per l’ambiente e mantiene il “buono mobilità”, la cui efficacia è dubbia. Ma la portata del provvedimento è data dai 450 milioni di investimento, ben poca cosa rispetto ai 54 miliardi della Germania.

Il lato verde della legge di bilancio

La strategia per il rilancio dell’economia delineata dal Documento programmatico di bilancio ha come fulcro la realizzazione di un “green new deal” italiano. Positivo che le risorse per il “decreto clima” vengano dalle aste verdi. Ma resta un’ambiguità.

Misure serie per il clima o sosteniblablablà ambientale?

Uno dei primi atti del nuovo governo doveva essere un decreto per contrastare i cambiamenti climatici e promuovere l’economia verde. È stato bloccato per mancanza di coperture. Ma forse gli faceva difetto anche la riflessione sui problemi da affrontare.

“Basta trivelle”, uno slogan non cambia i consumi di energia

Il programma del governo M5s-Pd rilancia lo stop a nuove concessioni di trivellazione per l’estrazione di idrocarburi. Ma senza politiche per migliorare l’efficienza energetica, tutto ciò potrebbe tradursi in un semplice incremento delle importazioni.

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