Nonostante le misure emergenziali messe in campo dal governo, nel 2020 la povertà è tornata a crescere, facendo registrare il valore più alto da quando il dato viene calcolato. I più colpiti sono i giovani, gli stranieri e le famiglie numerose.
Autore: Massimo Taddei Pagina 8 di 11
Responsabile editoriale di Pillole di economia, startup di divulgazione economica dentro e fuori dai social. Giornalista economico, collabora con Domani, Pagella Politica, Linkiesta e lavoce.info, di cui è stato Editor e responsabile del desk editoriale fino al 2022. È stato anche caporedattore a Torcha, new media di informazione generalista. Ha ottenuto una laurea in economia e commercio all’Università di Genova e un Double degree Master in Economics alle Università di Pavia e di Hohenheim (Stoccarda). Su twitter @mtaddei_
Il censimento cinese fotografa una popolazione che invecchia rapidamente: una condizione da paese avanzato per un’economia per molti versi ancora in via di sviluppo. Un quadro demografico che rischia di causare problemi economici rilevanti.
Ad aprile, il mercato del lavoro americano è cresciuto meno del previsto. Eppure, sempre più imprenditori lamentano mancanza di personale disposto a lavorare. Questa apparente contraddizione si spiega con le difficoltà di aggiustamento dell’economia.
Quest’anno la festa dei lavoratori si festeggia con 900 mila occupati in meno in Italia rispetto all’inizio della pandemia. I problemi, però, non sono iniziati con il Covid e hanno radici più profonde. A partire dalle debolezze strutturali del mercato del lavoro.
L’Unione Europea negli ultimi anni ha arginato l’arrivo di rifugiati delegando i controlli di frontiera ai paesi di transito, Libia e Turchia su tutti. Un’arma che Erdogan intende far pesare nei negoziati in corso. A farne le spese è la credibilità stessa dell’Ue.
La nuova classificazione di occupati e disoccupati adottata dall’Istat cambia almeno in parte i numeri sul mercato del lavoro durante la pandemia. L’indicatore più affidabile rimane comunque quello delle ore lavorate, che permette un’analisi più precisa.