Quali sono stati gli effetti della riforma Fornero su assunzioni e licenziamenti? La modifica dell’articolo 18 non sembra aver compensato l’aumento dei costi dei contratti a termine. Di fatto, si sono ridotti i margini di flessibilità delle imprese.
Autore: Maurizio Conti
Professore Ordinario di politica economica all’Università di Genova. Ha ottenuto un Master in Economics presso la University of Warwick e un PhD in Economics presso la University of Essex. È un economista empirico che si interessa prevalentemente di analisi di impatto delle politiche pubbliche, di economia industriale, di economia regionale e di politiche del lavoro. Tra il 2016 e il 2018 è stato Senior Researcher presso il JRC della Commissione Europea dove si è occupato di valutazione di politiche pubbliche. È fellow del network IZA.
La puntualità dei pagamenti fa sì che le imprese dispongano di un flusso di cassa sano e della liquidità necessaria per le loro operazioni commerciali. Per questo è fondamentale che la Pa saldi i suoi debiti nei termini stabiliti.
In Parlamento si discutono due riforme della gestione e regolazione del settore idrico. Rischiano di riportarci alla situazione degli anni Ottanta, fermando un faticoso processo di ammodernamento. Con conseguenze per cittadini e casse dello stato.
Una maggiore protezione dell’impiego dovrebbe favorire relazioni di lungo periodo e quindi l’investimento in formazione. Ma potrebbe anche indurre le imprese a utilizzare di più i contratti a termine, riducendo l’interesse a formare la forza lavoro.
Quanto incide il sindacato su investimenti e produttività del lavoro? Quando è forte, modifica gli incentivi delle imprese all’investimento e sembrerebbe ridurre l’accumulazione di capitale fisico. Ma ci sono differenze importanti a seconda del sistema di relazioni industriali.
Gli effetti dei regimi di protezione dell’occupazione sul mercato del lavoro in termini di efficienza per imprese e lavoratori sono oggetto di studio e di dibattito approfondito. Meno attenzione è dedicata agli effetti sulla crescita di lungo periodo. Modificando gli incentivi delle imprese all’adozione di tecnologie più innovative nei settori con forza lavoro più qualificata, elevati costi di assunzione e licenziamento rallentano l’espansione di questi settori e la crescita della produttività, favorendo una specializzazione basata su settori maturi e tradizionalmente meno innovativi.
Così come concepiti in Liguria, ma anche in altre Regioni italiane, gli assegni di studio non rispondono ad alcuna delle argomentazioni teoriche generalmente accettate dalla letteratura economica. La loro funzione di promozione del diritto allo studio e della libertà di scelta delle famiglie è infatti ostacolata da alcune caratteristiche. Come il fatto che si tratti di un rimborso spese e di importo ridotto perché il limite di reddito per presentare la domanda è alto. E infatti i dati dimostrano che non hanno influenzato la dinamica del numero di iscritti alle scuole private.