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Autore: Michele Polo Pagina 10 di 13

polo Ha svolto i suoi studi presso l'Università Bocconi e la London School of Economics. E' professore Ordinario di Economia Politica presso l'Università Bocconi. Ha trascorso periodi di ricerca a Lovanio, Barcellona, Londra e Tolosa. I suoi interessi di ricerca riguardano l'economia e la politica industriale, l'antitrust e la regolamentazione. Redattore de lavoce.info.

CONFLITTO DI INTERESSI

PROVVEDIMENTI

Il Governo ha elaborato un progetto di legge sul conflitto di interessi a modificadella normativa approvata nella legislatura precedente. Il testo del disegno di legge appare sicuramente più incisivo rispetto alla precedente legge. Nella regolazione del conflitto di interessi sono possibili due strade: il controllo ex-post degli atti del governo e i vincoli di incompatibilità ex-ante tra cariche di governo e posizione economica. La legge precedente aveva seguito sostanzialmente il primo approccio definendo un quadro di controlli inefficace e coinvolgendo nell’attività di verifica una autorità, l’Autorità Antitrust, per sua natura estranea alle problematiche trattate.
Il disegno di legge presentato segue invece il secondo approccio. Si applica ai componenti di governo, ai commissari straordinari e anche agli amministratori locali. In linea generale prevede un regime di incompatibilità con le cariche di governo (ma non di ineleggibilità al Parlamento), il dovere di astensione e separazione degli interessi attraverso la vendita o l’istituzione di un trust (gruppo di imprese soggette ad unità di direzione). E’ prevista inoltre l’istituzione di un’apposita Autorità a cui i soggetti sottoposti a controllo dovranno inviare dettagliate informazioni sul proprio patrimonio e la propria posizione nelle attività economiche. I soggetti sottoposti a questa disciplina e con un patrimonio superiore ai 15 milioni di euro dovrà affidare il proprio patrimonio in gestione a un blind trust senza la possibilità di conoscere come questo venga investito.
Il disegno di legge appare incisivo e all’altezza della gravità del problema come si manifesta in Italia.

QUANDO SI VEDRANNO GLI EFFETTI

Purtroppo il Disegno di legge, inicisivo e all’altezza della gravità del problema così come si manifesta in Italia, ha seguito un destino comune al disegno di riforma degli assetti televisivi, rimanendo ostaggio della debolezza della maggioranza e della delicatezza delle materie per i rapporti tra di due schieramenti politici.

LE OCCASIONI MANCATE

Resta quindi anch’esso un’occasione mancata e conferma come il conflitto di interessi rimanga un punto assai delicato della politica italiana.

RAI-MEDIASET: UN RUOLO PER L’ANTITRUST

Le notizie di questi giorni confermano che certamente serve una riforma radicale del sistema televisivo e dei media. Ma esiste già una norma che può efficacemente intervenire su molti dei comportamenti tenuti dai più alti dirigenti di Rai e Mediaset, la legge antitrust del 1990. Ed esiste un’autorità che può far rispettare i divieti di comportamenti anticoncorrenziali, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. La presidenza Catricalà è molto attenta alle preoccupazioni dei consumatori, ora saprà cogliere l’inquietudine dei contribuenti al canone.

LA RETE E LE REGOLE DELLA LEGGE

La retromarcia e le molte precisazioni che il governo ha diffuso dopo l’iniziale presentazione del disegno di legge sulla riforma dell’editoria confermano come sia estremamente arduo provare a regolare una materia quella dei molti prodotti e siti della rete. E come sia raccomandabile una linea estremamente cautelativa nell’estendere al mondo variegato e in continua mutazione di Internet quei controlli e garanzie attuate nel più tradizionale mondo dell’informazione.

Di cosa parliamo quando parliamo di reti

Si discute molto dell’infrastruttura di rete di proprietà Telecom e del destino che potrebbe subire nell’eventualità dell’arrivo di At&t. Il controllo pubblico non sembra desiderabile proprio perché si tratta di un’infrastruttura complessa e “intelligente”, che condiziona il tipo di servizi erogabili. E perché si invoca ora una “soluzione inglese”? Gli interessi degli utenti e del sistema paese richiedono operatori che abbiano adeguati incentivi, know-how e risorse finanziarie per investire nello sviluppo delle componenti hardware e software di rete.

Bersani 2: anche i puzzle hanno una logica

l pacchetto Bersani raccoglie molte indicazioni dell’Autorità antitrust e comprende tanti interventi, alcuni buoni, altri forse solo di facciata. Agisce su settori ad alto impatto sull’economia, come quello assicurativo o la distribuzione di carburanti, o nell’avvio di una borsa all’ingrosso del gas naturale. Discutibili invece i provvedimenti sulla ricarica dei cellulari e sui mutui. Sembra un quadro frammentato, ma assomiglia piuttosto a un puzzle, ove alla fine i diversi pezzi acquisiscono una loro coerenza. Da perfezionare, ma per ora bene così.

Riccardo

Son giorni che ruotano senza trovare una forma
Chi ha scritto per sbaglio questo assurdo copione?
In tanti troviamo sorpresi una piccola orma
Che spunta e ci dà una vertigine unita al magone.

Ci son sensazioni che giungono rapide e strane
Mosaici di frasi, ricordi che ognuno riporta.
Immagini vive e piccole storie lontane
Che vibrano lievi appena dietro alla porta

E il tempo che va, le notti succedono ai giorni.
Ma quanto è difficile e duro, mio caro Riccardo,
Lasciarti partire. Di colpo dal nulla ritorni.
Ironico, acuto, gentile, ci segue il tuo sguardo.

Si puo’ fare di più

Se il disegno di legge Gentiloni coglie l’esigenza di liberare spazi e risorse per nuovi operatori televisivi, gli strumenti per realizzarla appaiono deboli e spuntati: un passaggio anticipato al digitale terrestre che non preclude il ritorno, tre anni dopo, ai duopolisti tricanale che oggi dominano il mercato; tetti pubblicitari stringenti, ma senza gli strumenti adeguati a farli rispettare. Più lineare sarebbe invece una misura di cessione di una rete Mediaset e di una rete Rai sul mercato.

Dopo il duopolio ancora il duopolio?

Il settore dei media si conferma anche in questa legislatura crocevia di fortissime tensioni politiche Le ipotesi di revisione della legge Gasparri circolate finora suggeriscono un approccio prudente da parte del governo. Si abbandona il Sic, passando a un sistema di misurazione basato sul fatturato che sopravvaluta le pay-tv e non incide sulla concentrazione degli ascolti in capo a due soli gruppi editoriali. Eppure il problema di pluralismo in Italia sta tutto lì. E la cura non può essere che la cessione sul mercato di una rete Rai e di una Mediaset.

Tutto Incredibilmente Maldestro

Ma quanto mi fanno incazzare con questa vicenda
Dove ognuno ti dice e non dice da dietro una tenda
Si dimette il colosso di Prodi e il Tronchetti Provera
Che si scambian messaggi tra il Sole e il Corrier della Sera

Sembran tutti impazziti e colti in preda all’affanno
Chi rivende la Tim che ha comprato appena da un anno
Chi prepara scenari e vuole comprare le reti
Con i soldi di tutti e tenendo i piani segreti

Chiedo venia ma osservo che questi non son bruscolini
Che si possan trattare tra amici seduti ai giardini
Un governo, se c’è, è tenuto a discuter le cose
L’azionista vorrebbe capir se son spine o son rose.

Quel che è strano se guardi a questa stranissima storia
E’ che ora la parte del matto un po’ pieno di boria
Non la fa il Diliberto, il Di Pietro o il Franco Giordano
Ma il gran capo di tutti, proprio lui, il Prodi Romano

Che gli ha preso di urlare stizzito “io nulla sapevo”
Dando agli altri un assist prezioso e insperato sollievo?
Ma perché si è incartato da solo a difender Rovati
Chiedendo un po’ troppo anche a noi che gli siamo alleati?

L’ho sempre difeso, ma queste son cose da pazzi,
che Prodi si metta a imitare il prode Tafazzi
Quel che ancora mi frena da smettere e alzare le mani
E’ il faccione coi piedi per terra di Gigi Bersani.

Informazione, media, televisione visti da Cdl e Unione

Al tema dell’informazione il programma della Cdl non dedica neanche una riga. Probabilmente perché considera la legge Gasparri una soluzione definitiva al problema della crescita equilibrata dei settori dei media in Italia. Nel programma del centrosinistra si ritrovano molti argomenti condivisibili, ma permane una forte ambiguità sulla privatizzazione della Rai, la cessione di reti, la distinzione tra finanziamento via canone e via pubblicità. Una tema cruciale, invece, per evitare di imbalsamare la televisione italiana in un immutabile duopolio.

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