Le aspettative di vita sono significativamente diverse a seconda della classe socio-economica e del tipo di lavoro prevalentemente svolto. Su tali differenze si potrebbero definire in maniera non arbitraria i lavori usuranti e arrivare a una suddivisione delle professioni in tre classi. Di cui tener conto quando si discute di requisiti di ammissibilità , che nella logica contributiva non dovrebbero modificare l’equità attuariale del sistema. Ma anche quando si parla di coefficienti di trasformazione, che invece su questa hanno un impatto diretto
Autore: Roberto Leombruni
Tra qualche anno andranno in pensione i baby-boomers. Mettendo a dura prova la sostenibilità dei sistemi pensionistici e sanitari. Un problema mondiale, ma per l’Italia le previsioni sono pessime. Eppure, nel nostro paese la partecipazione al lavoro potrebbe essere oggi così bassa per ragioni storiche contingenti. E infatti un modello econometrico che permette di tenere conto dei cambiamenti socio-culturali e normativi dà risultati più ottimistici. A patto, però, di intervenire comunque per disinnescare la bomba demografica.
Il cuneo fiscale ha tre componenti. Una è relativa all’Irpef, e una sua riduzione non è all’ordine del giorno. Poi ci sono i contributi sociali, per i quali forse c’è spazio per una riduzione, ma certamente non consistente. Cosa rimane per il famoso taglio di 5 punti percentuali? I contributi previdenziali. Ma questi sono parte integrante della retribuzione del lavoratore. Se l’obiettivo è risolvere i problemi di competitività delle imprese italiane, la soluzione migliore non può essere quella di chiedere a tutti i cittadini di aiutare le aziende a pagare gli stipendi.