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Autore: Stefano Toso Pagina 1 di 2

E' professore ordinario nella Scuola di Economia, Management e Statistica dell’Università di Bologna, dove insegna Scienza delle finanze. Ha studiato nell'Università di Bologna, dove ha conseguito la laurea in Scienze politiche (indirizzo politico economico) e il dottorato di ricerca in Economia politica, nell'Università di Warwick (UK), dove ha conseguito il Master of Arts in Economics, e presso la London School of Economics. Prima di assumere il ruolo attuale, ha insegnato presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna ed ha lavorato nel Servizio Studi della Banca d’Italia.

C’è chi i nidi proprio non li vuole

Per assegnare ai comuni le risorse Pnrr destinate agli asili nido, il ministero ora individua direttamente quelli che hanno più necessità di potenziare il servizio. Diverse amministrazioni incluse nell’elenco hanno comunque rinunciato ai fondi.

Reddito di cittadinanza, i numeri di un’esperienza chiusa

Quanti e chi sono stati i beneficiari del Reddito di cittadinanza? Un’analisi della misura eliminata dal governo per capire l’area geografica di residenza, la cittadinanza di chi lo ha richiesto e la presenza o meno di minori e disabili in famiglia.

Povertà assoluta: aggiornato il metodo di calcolo*

L’Istat ha rivisto la metodologia per calcolare l’incidenza della povertà assoluta. Tra le principali novità il fatto che i prezzi delle singole componenti sono distinti tra le venti regioni. Uno strumento prezioso per definire le politiche pubbliche.

Buoni del Tesoro fuori dall’Isee: una scelta sbagliata

Il disegno di legge di bilancio prevede che i titoli di stato italiani fino al valore di 50 mila euro non vadano più considerati nel calcolo dell’Isee. Come in altri casi, si interviene su un singolo pezzo della normativa, creando iniquità e distorsioni.

L’eredità del Reddito di cittadinanza

Il lascito più importante del Rdc è il riconoscimento che ci sono persone in povertà, che vanno aiutate indipendentemente dall’anagrafe o dallo stato di salute. Con la sua abolizione, in Italia torneremo a non avere una misura universale con questo scopo.

Che cos’è il minimo vitale abbinato alla flat tax

Nella proposta dell’Istituto Bruno Leoni non c’è solo la flat tax, c’è anche la sostituzione di tutti i trasferimenti assistenziali con un unico “minimo vitale”. Può facilmente diventare una trappola della povertà, senza rendere più equo il sistema.

Con il nuovo Isee un aiuto alle famiglie più fragili

La riforma dell’Isee è stata completata. Il nuovo indicatore dovrebbe avvantaggiare le famiglie numerose e quelle in cui sono presenti i disabili più gravi e più poveri. Se i controlli saranno effettivi, dovrebbe contribuire a migliorare la scarsa efficacia redistributiva del welfare italiano.

Ecco il nuovo Isee

È in dirittura d’arrivo il Dpcm che rivede l’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente. Il governo conta di far partire la riforma nel 2013. La riforma dovrebbe toccare gli aspetti più problematici dello strumento. Previste nuove modalità di calcolo, che dovrebbero migliorarne la capacità selettiva. Il nuovo Isee sarà differenziato a seconda della tipologia di prestazioni, per renderne più flessibile l’applicazione. Potenziato il sistema dei controlli.

PAGINE BIANCHE NEL LIBRO BIANCO

Il Libro bianco sul futuro del modello sociale affronta molte questioni, ma mancano un preciso quadro di interventi e impegni programmatici credibili. Pochissimi i riferimenti al contesto istituzionale. Per esempio, il documento aderisce all’universalismo selettivo, ma non cita nemmeno l’esistenza dell’Isee, che di quel principio è la più importante realizzazione. L’enfasi sulla povertà assoluta, tralasciando quella relativa, riflette una visione caritatevole delle politiche redistributive. Dimenticata anche la povertà tra i minori.

Cosa pensano gli italiani delle tasse

Non ha supporto empirico la credenza che la maggioranza dei cittadini italiani vorrebbe avere più risorse per sé, così da affrontare le molte falle di un sistema di servizi pubblici verso cui nutrirebbe sentimenti di evidente sfiducia. Lo si ricava dall’analisi dei dati dell’ultima indagine Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie. Di fronte all’alternativa meno tasse e meno servizi oppure tasse elevate e maggiori servizi, la maggioranza assoluta del campione sceglie la seconda opzione. Senza grandi distinzioni per reddito, titolo di studio e area geografica.

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