Dopo la pubblicazione del piano del governo per lo sviluppo della banda ultralarga si sono succedute mosse degli operatori privati e pubblici, in un panorama difficile da decifrare. Il rischio è di impegnare risorse pubbliche e operatori privati in un’opzione troppo costosa. Il ruolo di Telecom
Categoria: Concorrenza e mercati Pagina 31 di 86
Rai, Antitrust, Consob: tutti hanno dichiarato impraticabile l’Opas di Mediaset su Rai way. Perché allora imbarcarsi in un’operazione costosa e – a ben vedere – controproducente? Si può ancora pensare a una raffinata strategia da scacchista o è semplicemente un fiasco?
Combattere la corruzione significa lottare contro organizzazioni dai confini invisibili e sfuggenti. Le reti corruttive si fondano sul principio di reciprocità e sulla sovrapposizione delle relazioni professionali con quelle di tipo affettivo e parentale. E spesso sono interconnesse fra loro.
La sharing economy offre vecchi servizi in modo innovativo. In più smuove le acque in settori tradizionalmente molto regolamentati e immuni dalla concorrenza. Tuttavia, lo fa al prezzo di cambiare le relazioni industriali. Il confine rotto tra lavoratori dipendenti, free-lance e occasionali.
Entro il primo semestre 2016 si procederà alla privatizzazione di una parte del Gruppo Fs. Ma l’unico obiettivo non può essere la riduzione del debito pubblico. Va anche aumentata la liberalizzazione del settore attraverso interventi normativi basati su serie e trasparenti analisi d’impatto.
Dal punto di vista industriale, il matrimonio tra Pirelli e ChemChina ha una logica chiara. E l’obbligo di Opa è una buona notizia per il funzionamento del mercato azionario e per i piccoli azionisti. “Italianità” garantita nel breve periodo, ma poi tutto dipende dalla competitività del paese.
L’Opas di EI Towers su Rai way non solo è stata dichiarata irricevibile dal governo, ma ha anche bisogno del via libera della Consob. Che però finora è rimasta in silenzio sulla vicenda. Il mercato vive così un’incertezza senza precedenti. E ne soffre anche la reputazione del paese.
Il calo del prezzo del petrolio rende insostenibili i sussidi al consumo praticati da molti paesi produttori. Negli stati non produttori, invece, aumenta le entrate fiscali da carburanti ed è una spinta inattesa all’economia. Ma quali sono gli effetti sull’ambiente? Due opportunità per l’Italia.
Chi si oppone alle liberalizzazioni nei trasporti fa spesso appello alla sicurezza. Ma i dati dicono che mortalità e sinistri sono diminuiti visto che la deregolamentazione non comporta allentamenti dei requisiti di sicurezza. La difesa di interessi particolari, a scapito di quello generale.
Salvare la compagnia di bandiera con il pretesto dell’italianità ci è costato miliardi di euro. A carico di chi vola dagli scali italiani, indipendentemente dalla compagnia aerea. Le responsabilità di questa storia sciagurata del capitalismo nostrano sono chiare sin dal 2008.