La Fiat è stata al centro di tanti avvenimenti negli ultimi mesi. Mettere ordine in questa storia fa emergere una tendenza ad una internazionalizzazione sempre più spinta. Il ruolo dell’Italia nei piani di Fiat sarà sempre più limitato. Tanto che non si capisce se i progetti Fabbrica Italia erano solo fumo negli occhi, o il tentativo di far passare delle scelte (legittime) ormai compiute come colpe del sindacato.
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Il sistema produttivo che la Fiat intende applicare su larga scala richiede l’utilizzo a ciclo continuo degli impianti, il consenso da parte della forza lavoro, le certezze sulla gestione dei rapporti sindacali. La vicenda di Pomigliano ha rimesso in discussione il progetto “Fabbrica Italia”. Le scelte provocatorie della Fiat mirano ad ottenere una risposta chiara sulla possibilità di portare avanti il progetto. Lo spazio di trattativa è sempre più ristretto. Senza un accordo, si rischia il ridimensionamento della capacità produttiva in Italia.
Commento dopo le modifiche apportate dal parlamento
Articolo 43 su semplificazione amministrativa: l’Â’unico cambiamento è che la semplificazione non si applica, oltre che agli adempimenti di natura tributaria come già previsto nella versione originale, anche a quelli di pubblica sicurezza e di incolumità pubblica.
L’Antitrust è la più importante e delicata fra le autorità indipendenti. Per questo la nomina del presidente spetta per legge ai presidenti di Camera e Senato. Sorprende quindi che Antonio Catricalà abbia accettato di abbandonarne la presidenza per trasferirsi alla Consob. Anche perché difficilmente potrà lì adottare il metodo che ha introdotto all’Antitrust. Resta poi il nodo di chi andrà al vertice dell’Autorità garante del mercato e della concorrenza. Gianfranco Fini si è detto convinto della necessità di più concorrenza in Italia. Speriamo che non si smentisca.
La manovra prevede per i farmaci non più coperti da brevetto la rimborsabilità solo dei quattro prodotti offerti al minor prezzo sulla base di gare organizzate dalle Asl. Le proteste di Farmindustria sono state subito raccolte dal ministro della Salute. Eppure agendo su questo segmento del mercato non si erodono le rendite necessarie a pagare i costi della ricerca. Gli ostacoli alla concorrenza e alle liberalizzazioni non sembrano arrivare dunque dai vincoli imposti dalla Costituzione, ma dall’intreccio tra interessi corporativi e disponibilità della politica ad ascoltarli.
L’estensione indiscriminata del cosiddetto equo compenso per la copia privata a tutti i dispositivi provvisti di memoria hardware altera irrimediabilmente il principio di proporzionalità tra l’entità del prelievo e le riproduzioni per uso personale realizzate dagli utenti. Perché il provvedimento resti nell’ambito del diritto d’autore e non configuri un mero aiuto di Stato alle grandi case discografiche e cinematografiche, è necessario introdurre limitazioni che assicurino trasparenza nella ripartizione del compenso e un’adeguata protezione dei consumatori.
La grave instabilità all’interno dell’Unione Europea si è tradotta in un drastico indebolimento della moneta unica. Mentre l’eccessivo indebitamento degli Stati rischia di riportarci indietro a Lehman Brothers. Ma, se l’Unione si salva, un euro deprezzato finirà per aiutare la ripresa e rinforzare la competitività dell’azienda Italia nei settori con maggiore intensità di lavoro. Una buona notizia non solo per i bilanci delle aziende, ma anche per i nostri due milioni di disoccupati.
Lo spettro delle frequenze radio è un bene di proprietà pubblica. Quando arriva nelle mani di operatori che sanno come utilizzarlo, si ottengono benefici collettivi per i cittadini, risparmi per le tasche dei consumatori e incassi per lo Stato. Non in Italia. Come mostra anche l’ultimo esempio delle reti digitali riservate da Agcom a emittenti regionali. Se solo un terzo di quello spettro venisse usato per la telefonia mobile, il governo potrebbe incassare circa 4 miliardi di euro. Gli ostacoli alla tv via cavo, concorrente agguerrito per la banda larga.
Nasce una rappresentanza della piccola impresa e del lavoro autonomo, R.ete. imprese Italia. Mette assieme le cinque associazioni storiche degli artigiani e dei commercianti e rappresenta nel suo complesso oltre due milioni e mezzo di imprese. Ha davanti alcune sfide, come quella di riuscire a rimanere un soggetto effettivamente autonomo dai partiti senza cedere a tentazioni di neocollateralismo, mentre resta da definire dove si fermerà il processo di aggregazione di altre realtà associative. Ma ancora più importante è il nodo dei rapporti con Confindustria.
Ringrazio i lettori, anche per la condivisione delle loro esperienze personali, che aiutano a farsi unÂ’idea su cosa è successo durante la crisi del vulcano. I commenti si dividono fra pro (marco ferrari, gia-set, axl, paolospin, Mattia, silvana) e contro (alessandro molinaroli, Ricardo_D, willycoyote) Ryanair. Decisamente una società che si ama o si odia. È importante ribadire due cose. Se ci sono comportamenti illeciti, vanno denunciati e sanzionati. Per il resto, se le politiche aziendali di Ryanair non piacciono, non si è obbligati a volare con loro. Ma il punto principale dellÂ’articolo non voleva essere questo. Il punto è chiedersi se, come recita lÂ’Enac nel suo sito (testualmente, refuso incluso): “Nello svolgimento della propria attività istituzionale di regolazione e controllo del settore aereo l’Ente promuove lo sviluppo dell’Aviaizone  Civile, garantendo al Paese, in particolare agli utenti ed alle imprese, la sicurezza dei voli, la tutela dei diritti, la qualità dei servizi e l’equa competitività nel rispetto dell’ambiente.*” O quanto piuttosto si perseguano obiettivi che ben poco hanno a che fare con gli interessi dei consumatori, ma rispondono a logiche politiche. È una questione che investe tutte le autorità di vigilanza. Le nomine in questi enti vengono spesso fatte con una logica che premia lÂ’appartenenza sulla competenza e sullÂ’indipendenza. Authorities indipendenti e fedeli al loro mandato sono una componente fondamentale per una moderna democrazia ben funzionante. Appunto.
* http://www.enac-italia.it/L’Enac/La_Missione/index.html
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