Introdurre un reddito di cittadinanza è più complicato di quanto sembri. Perché i beneficiari sono spesso molti di più di quelli stimati. E perché i rischi di parassitismo sono alti. Anche l’investimento nei centri per l’impiego andrebbe considerato bene.
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Il Pil italiano registra un +1,6 per cento su base annua nel quarto trimestre 2017. Il confronto con l’Europa mostra però l’incapacità dell’economia italiana di accelerare. E resta ancora da capire quali sono le ricette dei partiti su come stimolare la crescita strutturale.
Il nuovo codice degli appalti istituisce un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti sulla base di criteri di qualità, efficienza e professionalizzazione. Manca però il decreto attuativo. Eppure, potrebbe essere un aiuto alla spending review.
Quanto costa il reddito di cittadinanza? 14,9 miliardi come dice il M5s o 29 miliardi? Il criterio Eurostat indicato come riferimento dal disegno di legge per la stima della povertà relativa non comprende gli affitti imputati. Ed è un dettaglio importante.
La campagna elettorale già ci regala promesse più o meno realistiche visto lo stato dei conti pubblici, ma sarebbe meglio discutere delle clausole di salvaguardia che dovrebbero scattare nel 2019. Si potrebbero così trovare le soluzioni più adeguate.
Un reddito di dignità come quello suggerito da Silvio Berlusconi costerebbe circa 29 miliardi l’anno, 711 euro per ogni contribuente. Finirebbero all’8 per cento delle famiglie, per un trasferimento medio mensile di 1.200 euro. Quali sono le differenze con la proposta M5S.
Le proposte avanzate per ridurre il rapporto debito-Pil puntano sul conseguimento di significativi avanzi primari. Ma l’esperienza internazionale mostra che un percorso credibile deve considerare l’interazione tra politiche adottate e fattori di contesto.
In alcuni casi i contributi al Fondo di solidarietà comunale finiscono per minare la capacità delle amministrazioni locali di fornire servizi ai propri cittadini. Queste situazioni paradossali si possono evitare con un leggero aggravio per lo stato centrale.
L’articolo sui costi della Corte costituzionale ha indotto la Corte stessa a scrivere una lettera (prima colonna a destra) e ha stimolato un intervento dall’interno de lavoce.info (qui a fianco). Ecco la replica dell’autore a entrambi i contributi.
Nelle voci del bilancio della Corte costituzionale dove c’è discrezionalità sono stati fatti risparmi significativi. Il risultato complessivo degli sforzi è stato in parte contenuto da un effetto demografico: il numero dei pensionati è aumentato.