L’introduzione di un credibile reddito d’inclusione sembra ormai vicina. Tuttavia, restano alcune questioni aperte, come una migliore messa a fuoco dei criteri di gestione della misura e, soprattutto, la definizione del piano finanziario pluriennale.
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La spesa sanitaria in Italia si è stabilizzata al 6,8 per cento del Pil. Lo certifica il Def. E per i prossimi anni sono previsti aumenti minimi. Sarebbe invece il momento di investire in salute. E di delineare il futuro del nostro sistema sanitario.
Il Def contiene un allegato in cui sono elencate le spese dello stato nelle regioni e nelle province autonome. Così come proposto oggi, il documento non dà molte informazioni. Basterebbero però alcune modifiche per renderlo più utile e chiaro.
Le regole attuali per il trattamento previdenziale dei parlamentari sono simili a quelle dei lavoratori ordinari. Il problema riguarda i vitalizi maturati prima del 2012: se non si interviene, continueranno a gravare a lungo sul bilancio pubblico.
Per stimolare l’economia europea nel breve termine è stata proposta un’espansione temporanea degli investimenti pubblici nei paesi con un rapporto debito-Pil sotto il 3 per cento. È però indispensabile una accurata preparazione dei singoli progetti.
Sugli investimenti pubblici il governo ha fatto previsioni errate e non ha mantenuto gli impegni presi con l’Europa quando ha chiesto la clausola di flessibilità per il 2016. Ma il fatto più grave è non aver saputo usare le risorse per la crescita.
La direttiva europea del 2014 sugli appalti pubblici ha introdotto la possibilità di utilizzare i comportamenti passati delle imprese nelle decisioni di scelta dei contraenti privati. In che modo gli stati recepiscono la novità nei loro ordinamenti?
In Italia i bisogni delle persone non autosufficienti e dei loro famigliari sono affrontati attraverso una miriade di indennità. Pochi invece i servizi. Mentre la strada da percorrere è quella della integrazione tra aiuti monetari e servizi personalizzati.
Non sarà la revisione delle detrazioni fiscali a permetterci di evitare la procedura di infrazione europea. Per non avere effetti negativi sulla ripresa, il taglio dovrebbe concentrarsi sui contribuenti con redditi più alti, che però ne beneficiano già in misura limitata.