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Categoria: Conti Pubblici Pagina 35 di 103

Se la legge di Stabilità dimentica la spending review

 La legge di Stabilità per il prossimo anno contiene tagli alle tasse che non sono compensati da riduzioni di spesa. Il nostro paese dovrebbe invece approfittare del quantitative easing per far calare il debito in modo significativo. L’illusione dello scampato pericolo e l’esempio del Canada.

La costante dei conti pubblici italiani: stabilità nel rinvio

La legge di stabilità 2016 è espansiva, almeno rispetto a quanto previsto nel Def. Cercare di sostenere la fiducia quando la crescita è ancora debole va bene. Ma l’Italia può permetterselo visto lo stato delle finanze pubbliche? Lo spazio fiscale a cui rinunciamo ora, potremmo rimpiangerlo domani.

Per crescere servono investimenti pubblici. Di qualità

Se l’obiettivo della prossima legge di stabilità è potenziare la crescita, il governo dovrebbe approvare alcune misure non finanziarie che favoriscano un più efficiente processo di spesa degli investimenti pubblici. Nel nostro paese problematiche diverse rispetto alle altre economie avanzate.

80 euro rimasti nel portafoglio

Il bonus di 80 euro ai lavoratori dipendenti ha avuto un effetto positivo sui consumi e dunque sul Pil in generale? Forse è presto per dirlo. L’incertezza sulla conferma e sulle coperture finanziarie può averne attenuato i risultati, almeno per il 2014. Beneficio individuale e reddito familiare.

Ma l’effetto sui consumi del bonus c’è stato

Gli 80 euro in busta paga hanno fatto crescere la spesa delle famiglie per consumi. I risultati diversi ottenuti con gli stessi dati nascono da una diversa classificazione, che assegna tra i non beneficiari famiglie che invece hanno ottenuto il bonus. E nuove stime confermano gli effetti positivi.

Lo strano boom dell’import italiano

La revisione al rialzo delle stime di crescita per il 2015 non toglie che l’Italia cresce meno degli altri grandi paesi europei. Sta finalmente ritornando la voglia di spendere e investire. Ma in Italia consumi e investimenti sono soddisfatti da prodotti importati molto più che altrove.

Per chi suona la Tasi

Non c’è bisogno di eliminare del tutto l’imposta sulla prima casa per avvantaggiare una gran parte delle famiglie italiane, quelle meno ricche. E i soldi risparmiati potrebbero essere utilizzati, per esempio, per rifinanziare la decontribuzione sui contratti a tempo indeterminato dei nuovi assunti.

Tasse sulla casa, sì o no?

L’abolizione della Tasi sulla prima casa è probabilmente una mossa elettoralmente efficace, ma allontana il sistema fiscale dagli obiettivi di equità che si prefigge. Per dar respiro al mercato immobiliare, è meglio alleggerire le imposte sulla compravendita e aggiornare i valori catastali.

Alla ripresa italiana manca l’offerta oltre alla domanda

Molti attribuiscono la bassa crescita del Pil alla carenza di domanda. Non è così. L’Istat dice che nel secondo trimestre i consumi si sono risvegliati con una crescita dello 0,4 per cento. Il guaio è che la maggiore domanda è soddisfatta più dalla produzione estera (le importazioni) che da quella interna.

Non ci sono più le riprese di una volta

Il ritorno alla crescita dell’Italia si consolida nel secondo trimestre 2015. Ma il recupero del Pil è oggi più lento e graduale che nelle riprese del passato. Per irrobustire la ripresa serve approvare e attuare rapidamente le riforme che aiutino l’economia.

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