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Categoria: Conti Pubblici Pagina 61 di 102

PERCHÉ MAI UN CONDONO?

Il condono fiscale è la legittimazione di un atto illecito, è un premio per chi ha violato le leggi, è un gettare la spugna da parte dell’amministrazione, è una delegittimazione delle imposte come strumento democratico di finanziamento della cosa pubblica. Rappresenterebbe un’ulteriore perdita di reputazione per il nostro paese, cosa di cui non abbiamo proprio bisogno. Non è neppure detto che assicuri un gettito all’erario, né che aiuti i contribuenti in maggiore difficoltà.


SU CHI CALA LA SCURE

Da qui al 2014 le spese locali resteranno sostanzialmente invariate mentre quelle delle amministrazioni centrali diminuiranno dell’8 per cento. In ogni caso discutere sull’equità della distribuzione dei tagli tra centro e periferia non ha senso. Il trade-off non è tra spesa centrale e spesa locale, quanto tra spese per sanità e previdenza e tutte le altre. La politica di bilancio nel prossimo decennio dovrà sostenere la sfida di governare le pressioni che verranno alla spesa dalle dinamiche demografiche e allo stesso tempo mantenere l’avanzo primario intorno al 4-5 per cento del Pil. Un compito insostenibile se le decisioni verranno dominate da logiche “sindacali”. 

UN PATTO COL DIAVOLO

Il conflitto tra governo ed enti locali è ancora più aspro dopo le manovre estive. I provvedimenti equivalgono a circa il 12 per cento della loro spesa, sanità esclusa. Effetti probabili? Un aumento della pressione fiscale locale e un’ulteriore riduzione degli investimenti. Con il rischio che le manovre, oltre ad avere un impatto recessivo immediato, riducano anche il tasso di crescita potenziale dell’economia, il fattore fondamentale a cui si lega la sostenibilità del nostro debito pubblico. Le incertezze sui premi ai virtuosi. Novità positiva la regionalizzazione del Patto.

CONTI IN SICUREZZA: DIZIONARIO E ARITMETICA

Secondo il ministro dell’Economia i nostri conti sono in sicurezza. Lo erano dal 2009. Eppure, basta un po’ di aritmetica per indicare che il raggiungimento dell’equilibrio nei conti pubblici così come delineato dalla manovra estiva è fragile. Se arriva la recessione, la sicurezza dei conti richiederà azioni rapide e dunque andranno messi definitivamente in soffitta le esitazioni e i passi falsi dell’estate 2011.

COME FINIRÀ LA SAGA DEI DEBITI SOVRANI

Con le ultime notizie dalla Grecia è ripartita la crisi del debito degli Stati. C’è chi pensa che l’euro sia una coperta troppo corta. Non è così: i costi del break up lo rendono una strada a senso unico. E allora bisogna mettersi con pazienza e poco alla volta a rifondare “alla tedesca” il funzionamento dell’Unione Europea, non solo quella monetaria. Dopo aver salvato la Grecia: altrimenti non ci sarà nessuna Unione da rifondare.

VIRTÙ FISCALI: PER DECRETO?

Quanto funzionano le regole fiscali imposte dalla legge, come il vincolo del pareggio di bilancio dello Stato inserito nella Costituzione previsto dal disegno di legge approvato dal governo? Varie esperienze internazionali suggeriscono che sono i paesi (gli uomini) virtuosi che si danno delle regole e le applicano; non sono le regole che rendono i paesi (gli uomini) virtuosi.

I NUMERI DELLA MANOVRA APPROVATA DAL PARLAMENTO

Prima del voto in aula, alla manovra sono stati aggiunti l’inasprimento dell’Iva e il contributo di solidarietà per i redditi superiori a 300 mila euro. Questo fa gravare ancora di più sul lato delle entrate l’aggiustamento: la pressione fiscale è destinata a salire di due punti di Pil, al 44,5 per cento; il peso delle entrate sul Prodotto interno lordo si avvicina pericolosamente al 50 per cento (48,7). Quasi metà della manovra rimane indeterminata dato che resta la clausola di salvaguardia sulla delega fiscale e assistenziale.

QUANTO CRESCE LA PRESSIONE FISCALE

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NON CI RESTA CHE SAN GENNARO

Mentre dai  mercati finanziari arriva un bollettino di guerra in pieno stile Caporetto, queste sono le notizie che provengono dalla commissione bilancio del Senato che sta lavorando alla manovra:
Manovra, salta soppressione enti sotto 70 dipendenti (ore 17:03)
Manovra, stop liberalizzazione taxi e noleggio con conducente
(ore 17:09)
Manovra, salta liberalizzazione apertura negoz
i (ore 17:39)
Manovra,
slitta di sei mesi aumento sigarette (ore 18)
Nel frattempo, i magistrati si esprimono contro l’accorpamento delle procure (ore 17:28), provvedimento ritenuto fondamentale da tutte le persone di buon senso per aumentare l’efficienza dei nostri tribunali. Neppure San Gennaro, secondo Luigi Cesaro, il presidente della provincia di Napoli, sarebbe disposto a spostare il suo miracolo al fine settimana (ore 17:43). Questa manovra, nelle sue infinite versioni, ha avuto un solo punto fisso: la quasi totale assenza di provvedimenti per la crescita. Incredibilmente, il Parlamento riesce a stupirci e a fare di peggio: gli emendamenti eliminano anche le poche norme liberalizzatrici inserite nella bozza del Governo. Leggere le queste notizie di agenzie inframmezzate a quelle provenienti dai mercati finanziari dà il senso dell’inadeguatezza della maggioranza (e, a giudicare dagli emendamenti bipartisan, anche dell’opposizione) a gestire questa crisi più di qualunque analisi. A questo punto, mi sento di condividere una delle notizie riportate: evitiamo lo spostamento della festa di San Gennaro. Con questo andazzo, il sostegno della Bce ai nostri titoli non può durare a lungo. E quando verrà meno, ci rimarrà solo San Gennaro a cui rivolgerci. Teniamocelo buono.

ALLA RICERCA DEI SOLDI ESPORTATI*

La posizione netta verso l’estero di un paese, cioè la differenza tra le attività e le passività finanziarie con i non residenti, è un indicatore tornato al centro dell’attenzione. Perché alcuni paesi investiti da turbolenze finanziarie sono caratterizzati da una Pne fortemente debitoria. E l’Italia? Bisogna tener conto delle attività di portafoglio detenute all’estero e non dichiarate. Il saldo debitorio effettivo potrebbe essere inferiore, al 17,5 per cento del Pil.

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