La legge delega sull’assistenza agli anziani non autosufficienti aveva come obiettivo il riordino complessivo del settore. Le misure previste nel decreto attuativo non danno vita però a un progetto per il welfare del futuro. La questione delle risorse.
Categoria: Disuguaglianze Pagina 3 di 11
La prestazione universale per gli anziani non autosufficienti rischia di rendere ancora più complicato il sistema. In più riguarderà un numero molto esiguo di persone. Vuole anticipare una riforma che, con l’attuale impostazione, non potrà realizzarsi.
Rispetto a Francia e Germania, in Italia si registra una più alta diseguaglianza dei redditi da lavoro annuali. Che non dipende però da particolari disparità nelle retribuzioni, quanto dal numero di persone che non lavorano e non hanno alcun reddito.
Più che ai livelli delle retribuzioni, l’andamento della disuguaglianza salariale in Italia è legato a quello della stabilità e intensità del lavoro. Le nuove norme facilitano l’ingresso nel mercato, ma con contratti atipici che tendono a rimanere tali.
Il salario minimo rende più accettabile la disuguaglianza? Sembra di sì, almeno nel Regno Unito. La percezione del mercato dei lavoratori a basso reddito può cambiare quando la loro vulnerabilità diminuisce e rendere meno preoccupanti i divari di reddito.
Nel 1996 la riforma Dini ha introdotto il metodo di calcolo contributivo nel nostro sistema pensionistico. Dopo oltre 25 anni, il periodo di transizione non è completo né sono state sanate alcune iniquità, in particolare sui coefficienti di trasformazione.
Tra le più alte nei paesi Ocse, la disuguaglianza di reddito in Italia è cresciuta nettamente all’inizio degli anni Novanta e ha fatto un balzo ulteriore durante la pandemia. Potrebbe essere riconducibile alla maggiore flessibilità del mercato del lavoro.
Nel biennio 2021-2022, il Sud ha agganciato la ripresa grazie alle politiche di sostegno e al contributo di costruzioni e servizi. Anche nel 2023-2025 il divario di crescita tra Nord-Sud dovrebbe essere contenuto. Come renderlo un fenomeno strutturale.
Dinamiche demografiche, precarietà lavorativa e limitata mobilità sociale rendono difficile l’inserimento dei giovani italiani nella società. Ma investire nelle nuove generazioni contribuisce a una crescita del paese più inclusiva e sostenibile.
Le differenze nelle ore lavorate tra lavoratori a basso e alto salario possono spiegare una parte significativa dell’aumento complessivo della disuguaglianza di reddito. I risultati di una analisi su quattro paesi: Usa, Regno Unito, Francia e Germania.