Con manifestazioni in tutto il mondo, i giovani (e i loro genitori) chiedono alla politica di attuare misure immediate e concrete contro il cambiamento climatico. Movimenti simili in passato non hanno ottenuto grandi risultati: questa sarà la volta buona?
Categoria: Energia e ambiente Pagina 27 di 61
In un mondo in cui il consumo di risorse è sempre più insostenibile, l’economia circolare è un investimento strategico. Soprattutto per l’Europa, che importa gran parte delle materie prime e può trarne benefici non solo ambientali ma anche economici.
Sulle trivelle regna la confusione. Ma si può favorire la produzione di combustibili fossili, pur cercando di ridurne l’utilizzo. E a giudicare dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima sembra proprio questo l’orientamento del governo Conte.
Tra spinte verso obiettivi più ambiziosi e minacce di cancellare ogni accordo, le conclusioni della Cop24 hanno scontentato tutti. I disastri ambientali e gli allarmi degli scienziati non bastano a scardinare gli interessi particolari dei singoli paesi.
L’ecotassa sulle auto nuove non sembra una misura efficace. Ma se l’elettrico dovesse affermarsi rapidamente, l’Italia rischia di ritrovarsi con un parco auto più vecchio e inquinante di quello dei paesi vicini e con una filiera industriale impoverita.
I recenti roghi di magazzini stipati di rifiuti hanno allarmato i cittadini. Per raggiungere gli obiettivi europei di economia circolare, occorre una rete di impianti di trattamento in grado di assorbire i flussi crescenti delle raccolte differenziate.
Il governo ha introdotto a sorpresa un sistema di malus e bonus sulle nuove auto per incentivare l’acquisto di quelle con minori emissioni. Il fine è meritorio, ma la misura ha limiti sotto il profilo dell’equità e rischia di essere solo un’altra imposta.
L’Organizzazione meteorologica mondiale ha annunciato un nuovo record per la concentrazione di CO2 in atmosfera. L’annuncio arriva alla vigilia della Cop 24 di Katowice, dove saranno in discussione importanti temi legati all’accordo di Parigi.
Rifiuti zero è un obiettivo impossibile da realizzare. Lo dimostrano i paesi più virtuosi. E lo afferma lo stesso pacchetto per l’economia circolare della Ue. Degli inceneritori dunque non si può fare a meno. Da discutere è semmai il modello di governance.
Puntare a un riscaldamento del pianeta di “solo” 1,5 gradi permetterebbe di salvare una parte della barriera corallina e di contenere l’innalzamento dei mari. In termini economici il costo sarebbe altissimo. Ma forse lo sarebbero anche i benefici.