Nel 2014, negli Stati Uniti, i servizi di musica streaming hanno registrato ricavi più alti rispetto a quelli ottenuti dalla vendita di cd. Questa rivoluzione è anche una vittoria dell’ambiente? Non proprio. La ricerca di un percorso sostenibile per l’industria musicale.
Categoria: Energia e ambiente Pagina 35 di 60
L’allegato IV al Def 2015 rivela che il nostro paese ha quasi centrato l’obiettivo del Protocollo di Kyoto sulle emissioni di gas a effetto serra. E le proiezioni dicono che ancora meglio faremo con il target fissato dall’Unione Europea per il 2020. Purché però si adottino le misure necessarie.
L’Istat ha diffuso i dati sulla disponibilità di risorse idriche in Italia. È un passo avanti verso la costituzione di un sistema informativo adeguato alle esigenze di una economia che sulla relativa facilità di accesso all’acqua ha costruito una parte importante del proprio modello di sviluppo.
Nel 2014 le emissioni mondiali di anidride carbonica non sono aumentate. È una buona notizia. Ma la riduzione va analizzata bene, per capire se si tratta di una promettente modifica strutturale o di una semplice variazione congiunturale. Le prospettive per il summit di Parigi.
Il calo del prezzo del petrolio rende insostenibili i sussidi al consumo praticati da molti paesi produttori. Negli stati non produttori, invece, aumenta le entrate fiscali da carburanti ed è una spinta inattesa all’economia. Ma quali sono gli effetti sull’ambiente? Due opportunità per l’Italia.
Nel 2011 le emissioni di CO2 in Italia sono state pari a 393 milioni di tonnellate. E inaspettatamente siamo riusciti a rispettare i vincoli di Kyoto. Ma si tratta di un numero così grande che è persino difficile dargli un significato concreto. Per dire, equivale al peso di 78 milioni di elefanti.
La Corte costituzionale ha cancellato la Robin Tax di Tremonti, una extra-imposta sulle imprese energetiche. Mancherà qualche soldo al bilancio pubblico dei prossimi anni, ma almeno termina una farsa. Probabilmente resteranno le conseguenze sui prezzi. Una sentenza curiosa in alcuni aspetti.
I repentini cambiamenti nel prezzo del petrolio hanno riportato l’attenzione alle politiche dell’Opec. L’organizzazione dei paesi esportatori ha certamente perso visione e coesione. Benché resti comunque uno dei protagonisti del mercato, ci sono oggi molti altri attori. E non tutti comprimari.
Il New Climate Economy Report presentato al summit sul clima di New York può aver giocato un ruolo nell’accordo Usa-Cina sulla riduzione delle emissioni. E la tesi che è possibile conciliare crescita e obiettivi climatici potrebbe contribuire a un’intesa generale già alla conferenza di Parigi.
Una ricerca del Fondo monetario si propone di definire le politiche fiscali più adeguate per le fonti di energia da fossili, concentrandosi sui trasporti. L’Italia con le sue accise sulla benzina è senz’altro tra le nazioni più virtuose. Il futuro nelle scelte di motorizzazione dei paesi emergenti.