Fondo monetario e paesi europei litigano di nuovo sul piano di finanziamenti alla Grecia. È molto probabile che anche questa volta si arriverà a un accordo. Ma l’esperienza del salvataggio greco dovrebbe convincere l’Europa a rafforzare le proprie istituzioni per affrontare un futuro non semplice.
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La questione dei saldi debitori sul sistema Target 2 sembra un mistero. In realtà, la loro crescita segnala la debolezza del sistema bancario italiano e la sua incapacità di rispondere alle sfide dell’integrazione europea. Ed è un indicatore della perdita di competitività del sistema produttivo.
Il maggiore grado di condivisione del rischio che si ha negli Stati Uniti rispetto all’Eurozona è dovuto principalmente a mercati finanziari più integrati. In Europa è più importante il contributo delle istituzioni pubbliche, soprattutto dopo la creazione dei meccanismi di aiuto sovra-nazionali.
L’Europa torna a discutere di sé stessa. Se si ipotizzano forme diverse di integrazione, va evitato il rischio di ricadere nel modello intergovernativo. Mentre nell’Eurozona serve un equilibrio più ragionevole tra la necessità di ridurre i rischi e quella di consentire una crescita più omogenea.
“I sette luoghi comuni sull’economia” esaminati nel libro di Andrea Boitani (Editori Laterza) sono presentati come assiomi e ripetuti come mantra. Sono nelle parole dei politici, dei giornalisti, degli economisti. Ma sono (spesso) sbagliati o (in parte) fuorvianti. Un estratto dal sesto capitolo.
Il programma Erasmus è nato nel 1987. E mai come adesso c’è bisogno di ricordare le idee che lo hanno ispirato. Educare alla diversità sociale e culturale e creare una identità europea sono i suoi obiettivi principali. Per questo è utile allargarlo alle attività pre e post-istruzione universitaria.
I tabloid esultano per il discorso apparentemente duro del primo ministro inglese, che però non ha chiarito su quali basi intende trattare con la Ue. La promessa del “risultato migliore” resta un mantra senza contenuto. E l’attuale buona salute dell’economia deve fare i conti con il medio periodo.
La musica sembra cambiata in Europa per i conti italiani. L’ennesimo sforamento della legge di bilancio 2017 sugli obiettivi precedenti non ha trovato l’atteggiamento benevolo del passato. Anche il rating del debito ne soffre. È arrivato il momento per la spending review sempre rinviata.
Apertura economica e commercio internazionale sono stati al centro della campagna elettorale Usa. E saranno temi importanti anche nell’Europa del 2017. Il protezionismo è oggi un’opzione politica allettante. Ma oltre a creare danni all’economia mondiale potrebbe alimentare tensioni geopolitiche.
La probabilità che il prossimo anno un grande paese dell’Unione Europea sia governato da una formazione euroscettica o che vi si svolga un referendum sull’euro è significativa. I cittadini continuano ad apprezzare la moneta unica, ma le istituzioni europee vanno riformate in senso democratico.