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Una crisi di liquidità trasformata in Grexit

Governi europei miopi e una Bce che abdica alla sua funzione di banca centrale come prestatore di ultima istanza cooperano per trasformare una crisi di liquidità in crisi di insolvenza, con conseguenze autolesionistiche. Scenari difficili qualsiasi sia il risultato del referendum in Grecia.

Grecia: come evitare l’errore fatale

Dopo il 2010 la Grecia ha ridotto il deficit pubblico, i salari e aumentato l’età del pensionamento. Oggi il paese è allo stremo, senza soldi per ripagare i suoi debiti. Il Fmi chiede di più, ma i creditori dovrebbero capire che ci vorranno cinque-dieci anni per rimettere la Grecia in carreggiata.

La politica europea nella trappola della povertà

La crisi ha mandato in frantumi il tradizionale modello di sviluppo europeo. Anche quando la crescita c’è, avviene con un aumento delle disuguaglianze e non si traduce più automaticamente in una diminuzione della povertà. Preservare l’assistenza a chi ha davvero bisogno, pur riducendo la spesa.

Default di Atene? Il rischio contagio ora è basso *

I paesi della periferia dell’Eurozona sono ancora esposti al contagio di un eventuale default della Grecia, ma i rischi sono più contenuti rispetto alla crisi del 2010. Grazie soprattutto agli strumenti messi in campo dalla Bce. Forse per il governo Tsipras è il momento di cambiare strategia.

Ultima chiamata per la Grecia

Cosa succede se la Grecia non ripaga la prossima tranche di rimborsi all’Fmi? Si prospetta uno scenario catastrofico. Perché il Fondo ha lo status di creditore privilegiato e dichiarare default nei suoi confronti significa farlo anche verso tutti gli altri creditori, dalla Bce ai privati.

Cosa pensano gli europei dell’Europa

La fiducia dei cittadini nella UE è crollata nel corso della crisi. Nei paesi del Nord la sfiducia è recente e riguarda le istituzioni europee. In quelli del Sud si registra un’insoddisfazione generalizzata rispetto ai livelli di democrazia. Da dove ripartire per una maggiore integrazione.

Contro la disoccupazione serve un’assicurazione europea

L’idea di un’assicurazione europea contro la disoccupazione ha successo: può riaffermare l’ideale di un’Europa solidale e finanzierebbe i sussidi per la perdita del lavoro, senza pesare sulle finanze pubbliche. La proposta troverà spazio nel rapporto dei “quattro presidenti”?

L’Europa che verrà

Perché la Ue abbia una chance, evitando le diverse possibili “exit”, serve un cambiamento radicale nelle istituzioni e nelle politiche. Di questo dovrebbe occuparsi il documento dei “quattro presidenti”. Ma il rischio è che i governi nazionali preferiscano non fare nulla sperando che basti la Bce.

L’Iva dopo il no europeo al reverse charge *

La decisione della Commissione di non concedere la deroga per l’introduzione del reverse charge nelle transazioni della grande distribuzione sottolinea le difficoltà di gestione dell’Iva, che pur avendo un impatto notevole sul gettito nazionale, è giuridicamente di competenza europea.

Se sarà Brexit

La vittoria di Cameron alle elezioni rende più concreta l’ipotesi del referendum per l’uscita della Gran Bretagna dalla UE. Le regole sono fissate dai trattati e prevedono un negoziato con il paese che chiede il recesso. Si profila comunque un lungo periodo di incertezza, soprattutto per Londra.

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