Se le inadempienze probabili sono la nuova sfida per le banche, la soluzione è trasformarle in crediti che il debitore possa pagare. Per ottenere il risultato gli istituti devono però dotarsi di personale specializzato. O affidarsi a consulenti esterni.
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Dopo gli stress test Eba, la vigilanza europea ha reso note le priorità della sua azione per il 2019, basate su una mappa aggiornata dei rischi. Per le banche italiane si tratta di punti dolenti vecchi e nuovi: dagli Npl al rischio sovrano e di liquidità.
Livelli elevati dello spread, se prolungati nel tempo, hanno effetti sui tassi di interesse. E di conseguenza su investimenti, redditività e rischio delle imprese. Rispetto al passato, però, le Pmi potrebbero resistere meglio a un eventuale shock.
Prima di una eventuale nuova recessione le banche italiane dovrebbero mettere in sicurezza gli attivi. Oltre agli Npl, c’è un altro fronte: le inadempienze probabili. La loro gestione richiede competenze specialistiche, che non sempre gli istituti hanno.
L’aumento dello spread Btp-Bund non influenza il costo dei mutui esistenti, ma può avere effetto su quelli non ancora stipulati. In effetti sta già accadendo, come mostrano i dati. Che però non sempre vengono spiegati adeguatamente al pubblico.
L’ennesimo salvataggio di una banca italiana (Carige) è avvenuto senza clamore, sotto la regia della Banca d’Italia. Dalla vicenda si ricavano alcune considerazioni su assicurazione dei depositi, meccanismi europei di risoluzione e ruolo dello stato.
Salvini si dice convinto che gli italiani “daranno una mano” in caso di difficoltà nel collocamento dei titoli agli stranieri. Anche se l’asta di questi giorni sembra dargli torto, ecco alcune stime su quanto ci costerebbe un eventuale aiuto allo stato.
Borsa in caduta e prezzi delle obbligazioni in discesa: una patrimoniale nascosta, che influenza negativamente tutta l’economia italiana. Ma in pochi se ne accorgono perché questi investimenti riguardano una fascia ristretta di risparmiatori.
Le banche italiane sono appena uscite da una grave crisi e rimangono fragili. Però la legge di bilancio le penalizza rispetto a qualsiasi standard internazionale. D’altra parte, la promessa di un intervento del governo in caso di crisi non è credibile.
Il mercato azionario non sembra aver accolto con particolare entusiasmo i risultati dello stress test bancario. Forse perché non c’è più un minimo da superare e gli scenari della simulazione erano ottimisti. A dicembre però arriveranno dati più completi.