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Categoria: Banche e finanza Pagina 89 di 116

MERCATO INTERBANCARIO: QUALCOSA SI E’ ROTTO

Per quasi mezzo secolo i mercati interbancari sono stati considerati un esempio di efficienza e autoregolamentazione. Ora sono l’archetipo della difficoltà del sistema. Le autorità monetarie riescono a governare solo i tassi a brevissima scadenza e si è molto ampliato il differenziale fra quelli ufficiali e gli interbancari oltre la settimana. Difficile la soluzione poiché la causa principale delle anomalie sembra risiedere proprio nelle politiche più stringenti imposte dal mercato, dalle autorità di vigilanza e dal buon senso. Il problema dei tassi Libor sul dollaro.

NON SERVE GRIDARE ALL’UNTORE

Le economie occidentali sono state colpite da due shock gravi, ma abbastanza tradizionali: un aumento del prezzo delle materie prime e una crisi bancaria. Si prefigura un periodo di forte rallentamento dell’economia americana. Negli Stati Uniti potrebbero prevalere le obiezioni politiche alle ricapitalizzazioni pubbliche delle banche private e dei loro azionisti. Ma in una recessione severa il protezionismo attecchisce facilmente. E se i politici europei pensano che per proteggersi basti gridare all’untore vanno incontro a una forte delusione.

UN ANNO ALLA CONSOB

Bilancio dell’attività della Consob nella tradizionale relazione al mercato. E’ stato un anno ricco di interventi destinati a cambiare radicalmente le regole del mercato finanziario. A partire dall’attuazione della Mifid, con un indubbio aumento del grado di tutela degli investitori. Importante nel merito e nel metodo il documento sulle operazioni con parti correlate, soprattutto per la valorizzazione degli amministratori indipendenti. Meno si è fatto sulla formazione di una diffusa cultura finanziaria e sull’annoso problema dell’informazione economica.

DOVE PORTA L’ATTIVISMO DEGLI HEDGE FUND

Arrivato da poco in Italia, l’attivismo degli hedge fund è ben conosciuto nel mondo anglosassone. Dati statunitensi rivelano che generano incrementi di valore medi delle azioni del 6 per cento circa. Nella maggior parte dei casi, sensibilizzando il management e gli altri grandi azionisti sull’opportunità di modifiche nell’azienda. Acquisizioni e dismissioni, riserve di cassa, miglioramenti nella governance, cambiamenti nel business plan sono gli aspetti su cui generalmente si focalizzano. Per lo più in piena collaborazione con la gestione e gli altri azionisti.

CASA E DEBITI: IL MALESSERE PERCEPITO DALLE FAMIGLIE ITALIANE

L’aumento dei tassi d’interesse ha fatto emergere in Italia una situazione di rischio per le famiglie che negli anni passati hanno fatto investimenti per l’acquisto della casa. Tanto che il governo ha definito un’intesa con il sistema bancario per allungare le scadenze dei mutui riducendo l’importo delle rate di rimborso. Inoltre, nel periodo 1995-2005 l’aumento reale medio dei redditi delle famiglie è stato inferiore all’1 per cento. Ciò può aver determinato una revisione verso il basso delle aspettative di crescita e una percezione più negativa delle proprie condizioni economiche.

L’ALTALENA DELL’INDIPENDENZA*

Le ricette per favorire la crescita dei paesi in via di sviluppo raccomandano riforme delle istituzioni e della politica. Ma la loro efficacia dipende in larga parte dal contesto politico iniziale. Per esempio, l’indipendenza della banca centrale può avere effetti straordinari sull’inflazione. Ma se introdotta in un sistema istituzionale per altri versi debole, produrrà un effetto altalena, che ne vanificherà i benefici, magari attraverso un deterioramento del bilancio pubblico. Si spiegano così molti casi di fallimento delle politiche del Washington consensus.

TUTTE LE EVOLUZIONI DEL RISPARMIO GESTITO

Il risparmio gestito attraversa in Italia una crisi senza precedenti: dall’inizio del 2007 i fondi comuni hanno subito deflussi per 106 miliardi di euro. Il futuro dell’industria dipende da come gli azionisti bancari vorranno modificare la catena del valore e i margini sulla distribuzione, preservando al tempo stesso la redditività di lungo termine. Ma anche dall’emergere e dal consolidarsi di altri distributori puri. L’importante è capire se queste evoluzioni possano avvenire sotto la spinta delle forze del mercato, oppure se debbano essere guidate da interventi del regolatore.

LO SPREAD CHE ALLARGA L’ATLANTICO

Da qualche mese si registra un persistente spread tra Libor e tassi di riferimento attesi. Le banche centrali possono intervenire per eliminarlo? E come? Europei e americani hanno sulla questione punti di vista diversi. I primi lo interpretano come la semplice quantificazione da parte del mercato di un rischio di credito. Secondo la Fed, invece, la causa è in una carenza di capitale delle banche. Nessuna delle due posizioni è pienamente convincente.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Ringrazio tutti i lettori per i commenti sui quali in larga parte concordo. L’educazione  finanziaria, per avere successo, si deve inserire in un quadro  più generale di attenzione, passatemi l’espressione, all’educazione in generale, quadro non certo favorito dai comportamenti dei mass media, che anzi sembrano spesso veicolare valori poco coerenti a quella “educazione domestica” alla quale i lettori fanno riferimento. Ma questo, purtroppo, è un discorso che meriterebbe ben altri approfondimenti. Non vi è dubbio, poi che tra il contraente  banca e il contraente cliente esiste una “asimmetria di potere” , ma se da un lato la regolamentazione si sta evolvendo e  impone agli intermediari di dare una informazione non solo formale,  ma sostanziale e attenta al profilo del mutuatario, dall’altro questa asimmetria non può trasformarsi in un comodo alibi per lasciarsi andare a quella che qualche lettore definisce la pigrizia dei clienti che nella maggior parte dei casi leggono poco o niente. Concordo con chi suggerisce  di distinguere a seconda che si parli di mutui o di investimenti sul mercato finanziario,  ma non condivido il fatto che per i secondi servano soltanto regole più severe. Le regole ribadisco, sono importanti e vanno applicate, ma,  senza chiedere agli investitori una analisi dei bilanci delle società, occorre almeno metterli in grado di comprendere che un investimento azionario è oggettivamente più rischioso, soprattutto in condizioni di volatilità dei mercati. Potrà sembrare questa una banalità, ma purtroppo, la realtà lo dimostra, così non è. E proprio partendo dalla scuola su questo terreno si potrebbero ottenere risultati incoraggianti.

LE REGOLE DELLA BUONA EDUCAZIONE FINANZIARIA

L’educazione finanziaria va rafforzata in tutti i paesi e per tutte le fasce della popolazione. Per questo l’Ocse ha pubblicato un documento sulle buone pratiche internazionali. In una materia per sua natura trasversale, fondamentale la creazione di strutture operative dedicate, per promuovere e coordinare i diversi progetti. Tanto più in campo previdenziale. Dove sono particolarmente importanti le politiche che tendono a rendere più semplici le scelte e la previsione di opzioni di default ben disegnate. E una costante attenzione allaregolamentazione finanziaria.

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