Il contraddittorio preventivo vuole rendere meno conflittuale il rapporto tra fisco e contribuente, riducendo i tempi di accertamento ed evitando successivi contenziosi. A patto che l’amministrazione non lo utilizzi per acquisire nuove informazioni.
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Il decreto attuativo della riforma fiscale sulle sanzioni amministrative e penali per chi non versa al fisco quanto dovuto prevede un alleggerimento delle penalità. Ma il vero punto critico sono le generose nuove cause di non punibilità del debitore.
Un riordino del sistema di riscossione dei debiti fiscali è quanto mai necessario nel nostro paese. Ma il decreto legislativo sul tema elude la questione principale: la mancanza di una strategia complessiva nella gestione delle imposte non pagate.
Le comunità energetiche rinnovabili sono cruciali per la decarbonizzazione, decentralizzazione e digitalizzazione del settore energia. Il loro profilo fiscale, però, non è ancora del tutto definito. Una risposta dell’Agenzia delle entrate aiuta a orientarsi.
La nuova versione del decreto legislativo che introduce il concordato preventivo lascia molta discrezionalità all’amministrazione fiscale sulla proposta da formulare al contribuente. L’Agenzia delle entrate dovrà fare uno sforzo di trasparenza sui risultati ottenuti.
Un parere della maggioranza spalanca le porte del concordato preventivo anche ai contribuenti non virtuosi. E impone vincoli all’Agenzia delle entrate sulla formulazione delle proposte. Se venisse accettato, legittimerebbe e incentiverebbe l’evasione.
Dopo i primi due decreti legislativi, le prossime fasi di realizzazione della riforma fiscale richiederanno nuove risorse strutturali, tutte ancora da trovare. Sempreché l’attuazione della delega non si esaurisca in interventi meramente procedurali.
Per aumentare il gettito e combattere l’evasione, il concordato dovrebbe riguardare solo i contribuenti meno affidabili secondo gli Isa. E dovrebbe essere accompagnato da una credibile minaccia di controlli in caso di rifiuto della proposta.
Per chi ha da due a quattro abitazioni destinate all’affitto breve l’aliquota della cedolare secca sale. Minimo il vantaggio per le casse dello stato. Anche perché provvedimenti di questo tipo non risolvono il problema generale delle locazioni in nero.
Il concordato preventivo è già stato sperimentato in passato con scarsi risultati. La versione attuale si avvale di nuovi strumenti che si fondano su dati individuali e analitici. Ma resta da capire se riuscirà nel suo obiettivo: ridurre l’evasione.