La web tax riscritta dalla legge di bilancio 2019 recepisce appieno le indicazioni della proposta di direttiva della Commissione europea. L’Italia è il primo paese ad attuarla, anche se serve qualche ulteriore chiarimento per evitare estensioni indebite.
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L’Italia ha alti livelli di evasione, in particolare dell’Iva e, a cascata, dell’Irpef e dell’Ires. La fattura elettronica consegna al fisco informazioni che aiutano a contrastarla. Ma solo se l’amministrazione è effettivamente capace di utilizzarle.
La legge di bilancio estende ai negozi la cedolare secca. Si applica a quelli sfitti o con contratti che scadono nel 2019. Ma non è la soluzione giusta per aumentare il numero degli immobili locati. Più vantaggi si otterrebbero con lo sconto sull’Imu.
Nella maggior parte dei comuni, il prelievo per finanziare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani agisce come un’imposta patrimoniale. Il sistema non incentiva l’efficienza del servizio e ha pesanti ricadute anche sul piano redistributivo.
L’accordo tra Facebook e l’Agenzia delle entrate chiude il contenzioso italiano. Ma non risolve certo la questione di come tassare i redditi delle imprese digitali, sostanzialmente apolidi. Il punto di partenza potrebbe essere la direttiva Ue sulla base imponibile consolidata.
A un reato pecuniario come l’evasione si adattano meglio le sanzioni pecuniarie del carcere. Le indagini penali vanno riservate solo ai casi più eclatanti. E per questo sono necessarie le soglie. D’altra parte, si comportano così tutti i grandi paesi.
Il 19 per cento di autonomi e imprenditori individuali beneficia oggi del regime dei minimi. Con la riforma, la percentuale sale al 36 per cento nel 2019 e al 44 per cento nel 2020. Un trattamento fiscale di favore che crea iniquità e incentiva l’evasione.
Le misure fiscali indicate nella legge di bilancio avranno effetti di cassa negativi su imprese e banche. Per il 2019 si tratta di più di 6 miliardi. Difficile dunque che aiutino a raggiungere gli ambiziosi obiettivi di crescita prospettati dal governo.
Si torna a parlare di modifiche dell’assetto penale tributario. Si andrebbe verso un inasprimento delle pene per rendere più efficace la lotta all’evasione. Nell’illusione che la sanzione penale incrementi di per sé la capacità dissuasiva del sistema.
Pur restando in attesa della norma definitiva, la legge di bilancio sembra voler abolire un apprezzato sistema di tassazione delle imprese coerente, neutrale e favorevole alla crescita. A sostituirlo sarà una detassazione degli utili macchinosa e complessa.