L’ennesimo scandalo negli appalti delle grandi opere impone la ricerca di strumenti di contrasto alla corruzione. La tanto invocata rotazione dei dirigenti è già legge, ma va applicata. Sarebbe utile un diverso ruolo dell’Anac nei controlli. L’idea di accentramento degli appalti
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In un mondo sempre più competitivo l’ecosistema tributario di un paese determina la capacità di attrarre imprese e creare valore aggiunto. E non si tratta solo del livello di tassazione, ma anche di garantire un sistema giudiziario efficiente e trasparente. Proprio quello che manca in Italia.
Le prove devono essere acquisite nel rispetto delle leggi. È il principio alla base dello Stato di diritto e non può consentire eccezioni, neanche nella lotta all’evasione fiscale. La Corte costituzionale ha già dichiarato l’inutilizzabilità probatoria dei dati bancari ottenuti illecitamente.
Il sindaco di Roma propone la creazione di un’area dove la prostituzione sarebbe tollerata. Ma lo zoning ha effetti positivi e negativi. In ogni caso, in Italia prostituirsi non è un reato e interventi di questo tipo sono difficili da attuare. Multe per i clienti e compensazioni per i residenti.
La regione Lombardia ha approvato una nuova legge sui luoghi di culto. Costruirne uno comporterà molti e costosi adempimenti. E comunque si potrà sempre indire un referendum per impedirlo. Probabile la bocciatura sul piano della costituzionalità. Ma l’obiettivo potrebbe essere simbolico e politico.
Tra gli strumenti premiali di lotta alla corruzione figura il rating di legalità per le aziende. Che però non ha dato i risultati sperati. Anche perché si è intrecciato con altre misure, finendo per essere un onere senza vantaggi tangibili per le imprese. Come renderlo efficace.
La riforma del sistema penale tributario richiede un difficile equilibrio fra l’esigenza di scoraggiare e punire sofisticate strategie di pianificazione fiscale assimilabili all’evasione e quella di ridurre l’incertezza che grava su chi intraprende investimenti in organizzazioni complesse.
In Florida una norma pensata per gravi reati finanziari finisce per essere contestata a un pescatore che ha catturato cernie troppo piccole. Il caso fa sorridere, ma solleva un problema più generale: i rischi insiti in leggi dai confini incerti, sanzioni eccessive e discrezionalità nelle accuse.
Con l’approvazione dell’agenda della semplificazione, il Governo cerca di dare organicità alle misure che dovrebbero rendere più efficienti e celeri le procedure amministrative. E aiutare la ripresa. Peccato che i risultati si vedranno tra due anni: forse il crono-programma è da rivedere.
La presenza della criminalità organizzata nell’economia del Nord Italia è ormai un fatto assodato. A confermarlo è una ricerca condotta sui fascicoli processuali aperti dal tribunale di Milano tra il 2000 e il 2010. I primi risultati indicano un ruolo predominante della ‘ndrangheta.