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Categoria: Infrastrutture e trasporti Pagina 12 di 58

La banda larga fa bene alle imprese di periferia*

La banda larga è davvero un fattore che favorisce lo sviluppo economico? Uno studio su un intervento infrastrutturale in alcune aree rurali del Trentino suggerisce effetti positivi nel breve periodo su fatturato e produttività. Ma non sull’occupazione.

Sbloccare la programmazione, non solo i cantieri

In Italia le infrastrutture di trasporto non ripartiranno solo grazie a un pur condivisibile decreto sbloccacantieri. È necessaria la ripresa della programmazione di settore, metodologicamente fondata, che ponga le basi di una crescita di lungo periodo.

Voglia di stato nelle telecomunicazioni

Circola da tempo la tesi che non aver mantenuto sotto controllo pubblico la rete delle telecomunicazioni sia stato un grave errore. L’ultimo tentativo in ordine di tempo per riportarle nell’alveo dello stato passa dalla rete unica per la banda ultralarga.

Da Notre-Dame all’Italia, l’arte da assicurare

L’incendio di Notre-Dame dimostra quanto sia importante diffondere le coperture assicurative a protezione del patrimonio culturale e artistico. Gli strumenti assicurativo-finanziari garantiscono le risorse per la ricostruzione. E aiutano la prevenzione.

Perché l’Italia arranca sulla banda ultralarga

L’Italia ha accumulato un grave ritardo nella realizzazione di reti ad altissima capacità. Eppure, ci sono ora tutti gli strumenti per sostenere l’offerta e la domanda di connettività a banda larghissima. E le scelte ormai non sono più procrastinabili.

Una storia di ordinaria burocrazia

Il regolamento edilizio del comune di Milano prevede che tutti gli edifici di oltre cinquant’anni debbano dotarsi di una certificazione di idoneità statica. Costerà ai cittadini milanesi centinaia di milioni. Ma la sua utilità è tutta da dimostrare.

Giù gli investimenti pubblici, ma è colpa di quali regole?*

Sul banco degli imputati per il calo degli investimenti pubblici c’è il Codice degli appalti, ora modificato di nuovo dopo le riforme del 2016 e 2017. I dati su bandi e importi dei lavori mostrano però un sostanziale recupero dopo il periodo della crisi.

Annullare la Tav? Cronaca di uno spreco annunciato

I costi della rinuncia alla Tav sarebbero molto elevati. Alle penali vanno aggiunte le spese già sostenute per le prime opere e, soprattutto, la perdita dei fondi europei: in totale sarebbero più di 4 miliardi. Oltre al danno per la credibilità del paese.

Punti deboli e oscuri dell’analisi sulla Torino-Lione*

L’ex Commissario straordinario per la Torino-Lione e due suoi collaboratori riassumono punto per punto le loro critiche all’analisi costi benefici della commissione Ponti. La loro conclusione: è un’analisi sbagliata nei numeri e nel metodo.

Perché la Tav giova al mercato?

La ricerca economica ha messo a punto metodi che permettono di quantificare le conseguenze sul territorio dei cambiamenti nei costi di trasporto, accanto ai benefici apportati. Possono dunque offrire indicazioni sugli eventuali meccanismi compensativi.

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