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Categoria: Infrastrutture e trasporti Pagina 39 di 58

FEDERALISMO DEMANIALE À LA CARTE

Uno schema di decreto legislativo fissa i principi generali e le procedure per regolare il trasferimento di parti del patrimonio immobiliare dello Stato a favore degli enti territoriali. Proprio il procedimento lascia perplessi. Il risultato non sarebbe una devoluzione del patrimonio statale tra diversi livelli di governo sulla base di criteri economici di pertinenza dei beni alle funzioni attribuite agli enti decentrati, ma un’allocazione basata su puri criteri di profittabilità, che lascerebbe allo Stato i beni di minor valore commerciale.

NUOVE METROPOLITANE, VECCHI ABBAGLI

Per ridurre traffico e inquinamento, amministrazioni e cittadini puntano sui grandi investimenti in infrastrutture di trasporto collettivo. Tanto che anche una piccola città come Aosta pensa di costruire una metropolitana. Ma le grandi opere urbane realizzate di recente o in fase di progetto hanno ricadute piuttosto modeste sulla domanda complessiva di mobilità e sulla ripartizione modale fra trasporto individuale e collettivo. Anche perché al momento della decisione si tendono a sottostimare i costi e a sovrastimare la domanda.

A VOLTE RITORNANO: I LOTTI NON FUNZIONALI

La Finanziaria reintroduce la possibilità di finanziare lotti costruttivi e non più solo lotti funzionali delle infrastrutture previste dalla Legge obiettivo. Si potranno così aprire molti nuovi cantieri. Ma è anche possibile che si moltiplichino i casi di puro spreco delle risorse pubbliche. In particolare nelle ferrovie, dove più gravi sono i problemi tecnici di raccordo tra parti nuove e rete esistente: basta pensare al cambio di tensione tra alta velocità e linee ordinarie. Ricordando che oltretutto gli “stop and go” costano molto cari.

SE PER FS LA PUNTUALITÀ È ACCADEMICA

Fs considera in orario i treni che arrivano a destinazione con quindici minuti di ritardo. Insomma, si concede una sorta di quarto d’ora accademico sulla puntualità. Una consuetudine europea, sostengono alla società di Mauro Moretti. In realtà in Europa il limite di tolleranza è in genere di cinque minuti. E le compagnie europee fanno nettamente meglio di Trenitalia sulla media-lunga distanza non ad alta velocità. Per i regionali la puntualità appare invece buona. Lombardia esclusa, però.

UN TRENO CHIAMATO DESIDERIO

Riuscirà la neonata compagnia ferroviaria che riunisce Trenitalia e Ferrovie Nord Milano, a superare la scarsa qualità di servizi su rotaia della Lombardia? In realtà manca un piano industriale e un’articolazione del modello di gestione dei servizi capace di captare le esigenze di trasporto della clientela. Poco chiari anche i modelli di organizzazione contrattuale delle due aziende madri. Meglio sarebbe stata ma una vera programmazione dei servizi da parte della Regione, che ha tutte le competenze per ottenere un’offerta migliore e a costi più bassi.

ECOPASS NELL’INGORGO DEL SONDAGGIO

Referendum sull’ecopass, introdotto dal comune di Milano nel gennaio 2008. Anzi no, sondaggio tra i cittadini. Neppure, sondaggio a campione sul traffico, ma senza domande sul pedaggio per l’ingresso nella zona centrale della città. Così la faccenda della verifica sul gradimento dell’ecopass milanese sta diventando una burla. Eppure, il provvedimento non è andato così male: sindaco e giunta avrebbero potuto rivendicare qualche effetto positivo e proporre allÂ’attenzione popolare le misure necessarie a migliorare i risultati raggiunti

QUANDO L’AMBIENTE GIOCA IN CASA

L’approccio di Italia e Francia alle politiche ambientali non potrebbe essere più diverso. Almeno per quanta riguarda l’edilizia: Oltralpe diventa uno tra i possibili strumenti in grado di facilitare il raggiungimento degli obiettivi di crescita eco-compatibile in un’ottica di sostenibilità di lungo periodo. Da noi, invece, il Piano casa è pensato come una misura di sostegno immediato alla crescita del Pil, mentre le questioni di efficienza energetica e ambientale vengono derubricate a corollario. Le tragedie come l’Abruzzo e Messina dovrebbero far riflettere.

I SERVIZI PUBBLICI LOCALI E IL VICOLO CIECO DELLA GARA

La riforma dei servizi pubblici locali crea più problemi di quanti ne risolva. Il legislatore ha stabilito che la gara è lo strumento virtuoso per eccellenza. Ma la pretesa uniformità tra i servizi locali è una ipotesi grossolana. Ora si può uscire dall’impasse solo ampliando la gamma di soluzioni contrattuali ammesse, per adattarsi alle specificità dei vari settori. Oppure si lascia che i comuni scelgano liberamente il vincitore della gara, pagando però le conseguenze delle loro scelte grazie a regole chiare. Meglio se definite e applicate da un soggetto indipendente.

A PASSO DI GAMBERO NEI SERVIZI IDRICI

Il governo ha chiuso il Comitato di vigilanza sui servizi idrici. La sua attività non è stata brillante, ma l’inadeguatezza deriva dal profilo istituzionale debole, dal potere decisionale praticamente nullo, dalla totale assenza di indipendenza dalla politica, dall’esiguità delle risorse. Ora la nuova commissione che lo sostituisce accentua le debolezze invece di risolverle. Intanto, il rapporto annuale sulla situazione dei servizi idrici certifica l’involuzione del sistema, con il continuo rinvio di investimenti e modernizzazione.

QUELL’ACQUA CHE FA BENE CONTRO LA CRISI

Nella ricerca di politiche anticongiunturali che non incidano troppo sul deficit pubblico e che non siano in contrasto con le esigenze strutturali del Paese, appare promettente una politica transitoria di contributi agli investimenti nei servizi idrici. Molti piani di ambito sono già stati approvati, ma restano fermi per mancanza di fondi. Si tratta però di progetti ad alta utilità sociale e realizzabili subito. Un Piano acqua avrebbe quindi un alto effetto leva perché resterebbe comunque preponderante il finanziamento attraverso le tariffe.

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