Un piccolo incidente lascia lItalia al buio e rivela la fragilità delle rete elettrica, dopo che in estate avevamo già scoperto di produrre poca energia. È una fragilità che ha cause lontane, con responsabilità equamente suddivise fra tutte le parti politiche. Dopo i lunghi silenzi di Enel sui rischi del sistema, gli allarmi si susseguono da quando il gestore della rete è diventato un soggetto autonomo, di proprietà pubblica. Unindipendenza che sarà comunque cancellata con lapprovazione del disegno di legge Marzano.
Categoria: Infrastrutture e trasporti Pagina 57 di 58
Intervista a Pippo Ranci, presidente dellAutorità dellenergia elettrica e del gas, sulla liberalizzazione dei mercati energetici, a cura di Michele Polo.
Il processo è a buon punto per il settore elettrico, anche se resta la questione della posizione dominante dellEnel nella generazione. Più difficoltà per il gas, soggetto a contratti di lungo periodo. Criteri di trasparenza nel fissare le tariffe. Da sfatare la leggenda che liberalizzare implichi una peggiore qualità del servizio. E sullindipendenza delle autorità ribadisce che la politica ha tutto da guadagnarne perché crea fiducia negli investitori e nei consumatori.
Da anni in estate la rete autostradale italiana è intasata da ingorghi e lunghe code. Tuttavia nelle proposte di revisione delle tariffe autostradali dell’Anas e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non si tiene conto della possibilità di variare il pedaggio per evitare il congestionamento delle autostrade. L’autorità pubblica non dovrebbe limitarsi a stabilire massimali di prezzo, ma tenere conto dei costi e benefici sociali dell’utilizzo della rete.
Vi sono molte contro-indicazioni allabolizione, prevista dal nuovo codice della strada, della cosiddetta corsia della vergogna, quella riservata ai veicoli lenti lungo i tratti autostradali a tre corsie. Simulazioni alla mano, si mostra che la vecchia regola, con corsia dedicata ai veicoli lenti, è di norma superiore a quella nuova, anche in termini di incidenti stradali.
Il Documento di programmazione economica e finanziaria 2004-2007 dovrà tracciare il programma da qui alla fine della legislatura. Al Governo Berlusconi rimane poco tempo e moltissimo da fare per onorare i cinque punti del contratto con gli italiani. E nel frattempo si sono aggiunte nuove costose promesse. Per avvicinarsi ai traguardi indicati servono risorse e quindi tagli in delicati capitoli di spesa. Altrimenti bisognerà rinunciare a parti del programma. Meglio che il Dpef chiarisca tutto questo. Sarebbe anche un modo per vincolare lintera coalizione di governo ai piani di fine legislatura.
Investimenti in opere civili per favorire il rilancio delleconomia? La loro efficacia è dubbia perché il settore non genera innovazione e non ha grandi ricadute occupazionali. Senza dimenticare che molte delle grandi opere progettate difficilmente potranno sottrarsi ai vincoli di bilancio europei perché sono inutili e non arricchiscono il Paese. E il rischio è che diventino anche infinite, come spesso accade in Italia.
Investimenti in grandi opere e ricerca fuori dalla spesa pubblica e quindi dai vincoli imposti dal Patto di Stabilità: è una ricetta che non garantisce il rilancio delleconomia, come dimostra il caso-Giappone. Può diventare invece un’ottima scusa per abbandonare il rigore nei conti pubblici. Perché la “regola d’oro” funziona bene solo se la si applica come nel Regno Unito, ovvero mantenendo la sostenibilità della politica fiscale.
Le interruzioni di corrente elettrica registrate in questi giorni rivelano un rischio crisi californiana per lItalia. Dove si produce poca energia e dove i progetti per costruire nuove centrali o nuove linee per limportazione sono bloccati da comunità e enti locali. Poco lungimiranti, questi ultimi, di fronte a opere necessarie, ma forti dei poteri che la riforma costituzionale del 2001 ha loro attribuito sullintero sistema energetico nazionale.
La pubblica amministrazione ha difficoltà a utilizzare le tecnologie con efficienza e efficacia. Lo dimostra la limitata diffusione di software open source. Per non aggravare i ritardi già accumulati servono scelte precise e un sistema di incentivi e disincentivi per realizzarle. E si potrebbe così rivitalizzare lindustria italiana del software.
Per risolvere i guai prodotti dal Patto di stabilità non è sufficiente riavviare il programma di investimenti pubblici in infrastrutture europee transnazionali. Sono difficili da realizzare, il loro impatto macroeconomico è modesto e riguardano solo una parte del capitale pubblico. Né danno maggiore trasparenza ai bilanci pubblici. Da ampliare, invece, il ruolo della Bei.