Lavoce.info

Categoria: Infrastrutture e trasporti Pagina 57 di 58

Dopo gli scioperi

Nei trasporti pubblici locali non c’è solo una questione di relazioni industriali problematiche. Il settore è fortemente sussidiato per compensare costi comparabili con la media europea, ma tariffe decisamente più basse. La vera questione è però la scarsa concorrenza. Per le resistenze di enti locali e aziende, non decolla il sistema delle gare. Che per funzionare bene dovrebbe prevedere anche la possibilità di licenziamenti e quindi l’introduzione di ammortizzatori sociali, possibilmente non distorsivi.

Se una sera d’autunno una famiglia

Le sorprese, spesso spiacevoli, di un viaggio in treno da Milano a Venezia: dal riscaldamento della carrozza che non funziona al notevole ritardo accumulato su un tragitto tutto sommato breve. E, una volta arrivati, la richiesta del bonus per il rimborso del supplemento Intercity si trasforma in un percorso a ostacoli dagli esiti imprevedibili, soprattutto per i tanti turisti stranieri. Una disavventura ferroviaria forse legata all’abbandono del sistema incentivante di aumento delle tariffe.

Riforme e controriforme

Avviata per introdurre le logiche del mercato e della regolazione incentivante in settori dominati da monopoli, la riforma dei servizi pubblici locali è stata progressivamente svuotata dei contenuti innovativi. Nelle norme recentemente approvate dal Senato non c’è traccia di concorrenza. Ci sono invece contraddizioni e discriminazioni tra operatori che inevitabilmente daranno luogo a un lungo contenzioso. In una incertezza normativa che rafforza il partito dei contrari al processo di liberalizzazione.

La difficile marcia verso il mercato

Pur tra mille cautele, la liberalizzazione dei servizi pubblici locali inizia nel 1999. Un disegno di legge stabilisce il principio della gara pubblica per affidarne la gestione a società di capitale. Il progetto viene presto abbandonato per l’opposizione di operatori ed enti locali. Con la Finanziaria 2002 ne sono stati riproposti i punti fondamentali, fermati questa volta da una procedura di infrazione comunitaria e dal ricorso alla Corte costituzionale di alcune Regioni. Né le proposte ora in discussione sembrano avere maggiore chiarezza d’intenti.

Gare avanti adagio

Dal 2004 i servizi di trasporto pubblico saranno assegnati tramite gara. L’Europa sembra orientarsi verso una soluzione di concorrenza controllata. In Italia, a parte i ritardi delle Regioni, non sempre si riescono a premiare le aziende più efficienti. Perché i criteri di ammissibilità sono spesso ritagliati sulle caratteristiche dei vecchi concessionari, cosicché è scoraggiata la partecipazione di altre imprese. Intanto però il settore si sta ristrutturando attraverso acquisizioni, incorporazioni e alleanze.

Il black-out di una classe politica

Un piccolo incidente lascia l’Italia al buio e rivela la fragilità delle rete elettrica, dopo che in estate avevamo già scoperto di produrre poca energia. È una fragilità che ha cause lontane, con responsabilità equamente suddivise fra tutte le parti politiche. Dopo i lunghi silenzi di Enel sui rischi del sistema, gli allarmi si susseguono da quando il gestore della rete è diventato un soggetto autonomo, di proprietà pubblica. Un’indipendenza che sarà comunque cancellata con l’approvazione del disegno di legge Marzano.

Parola di Authority

Intervista a Pippo Ranci, presidente dell’Autorità dell’energia elettrica e del gas, sulla liberalizzazione dei mercati energetici, a cura di Michele Polo.

Il processo è a buon punto per il settore elettrico, anche se resta la questione della posizione dominante dell’Enel nella generazione. Più difficoltà per il gas, soggetto a contratti di lungo periodo. Criteri di trasparenza nel fissare le tariffe. Da sfatare la leggenda che liberalizzare implichi una peggiore qualità del servizio. E sull’indipendenza delle autorità ribadisce che la politica ha tutto da guadagnarne perché crea fiducia negli investitori e nei consumatori.

Autostrade: tariffe e redditività

Da anni in estate la rete autostradale italiana è intasata da ingorghi e lunghe code. Tuttavia nelle proposte di revisione delle tariffe autostradali dell’Anas e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non si tiene conto della possibilità di variare il pedaggio per evitare il congestionamento delle autostrade.  L’autorità pubblica non dovrebbe limitarsi a stabilire massimali di prezzo, ma tenere conto dei costi e benefici sociali dell’utilizzo della rete.

Pro e contro la “corsia della vergogna”

Vi sono molte contro-indicazioni all’abolizione, prevista dal nuovo codice della strada, della cosiddetta “corsia della vergogna”, quella riservata ai veicoli lenti lungo i tratti autostradali a tre corsie. Simulazioni alla mano, si mostra che la vecchia regola, con corsia dedicata ai veicoli lenti, è di norma superiore a quella nuova, anche in termini di incidenti stradali.

Il contratto da rinnovare

Il Documento di programmazione economica e finanziaria 2004-2007 dovrà tracciare il programma da qui alla fine della legislatura. Al Governo Berlusconi rimane poco tempo e moltissimo da fare per onorare i cinque punti del “contratto con gli italiani”. E nel frattempo si sono aggiunte nuove costose promesse. Per avvicinarsi ai traguardi indicati servono risorse e quindi tagli in delicati capitoli di spesa. Altrimenti bisognerà rinunciare a parti del programma. Meglio che il Dpef chiarisca tutto questo. Sarebbe anche un modo per vincolare l’intera coalizione di governo ai piani di fine legislatura.

Pagina 57 di 58

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén