William Nordhaus è un indiscusso pioniere dell’economia del cambiamento climatico. I suoi modelli di valutazione integrata sono strumenti che consentono un dialogo tra il sistema macroeconomico e quello climatico, integrando scoperte di molte discipline.
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Paul Romer, Nobel 2018 per l’economia, ha cambiato il paradigma con cui veniva teorizzata la crescita. È anche grazie a lui che oggi il progresso tecnologico è considerato principale stimolo all’aumento della produttività e del benessere.
Social network, web o carte fedeltà generano un immenso archivio di dati estremamente interessanti per le aziende. I professionisti in grado di “leggerle” sono pochi e molto ricercati. Tanta pratica e competenze multidisciplinari nel loro apprendimento.
Nel 1981 l’amministrazione Reagan rispose alla concorrenza europea e giapponese con sgravi fiscali per la ricerca e sviluppo. Fu una scelta corretta. Il protezionismo riduce gli incentivi a innovazione e crescita, con gravi danni nel lungo periodo.
La legge di bilancio 2017 aveva introdotto il Fondo per il finanziamento delle attività base di ricerca. Via via le risorse sono state tagliate. E il meccanismo di assegnazione non ha funzionato. Ma si poteva intervenire per renderlo più efficace.
L’Italia è uno dei paesi in cui le donne partecipano meno allo sviluppo di innovazioni. Si tratta di uno spreco di capitale creativo. Dall’istruzione all’impresa, la promozione delle pari opportunità potrebbe dare benefici anche alla politica industriale.
Gli effetti del progresso tecnologico sul mercato del lavoro e sull’economia di un paese dipendono anche dalla capacità di reazione delle istituzioni. E in Italia c’è molto da cambiare per favorire una più ampia diffusione dell’intelligenza artificiale.
Avere un vantaggio tecnologico nel campo dell’intelligenza artificiale è importante non solo per essere competitivi, ma anche per influire sulla regolamentazione del nuovo sistema socio-economico. Ecco perché l’Europa non può rimanere a guardare.
L’utilizzo pervasivo dei dati sul comportamento online inizia con una scelta dell’utente: la rinuncia alla privacy per ottenere un servizio personalizzato. E forse non dobbiamo preoccuparci tanto della persuasione politica, quanto di quella commerciale.