L’esclusione dal Pnrr di investimenti degli enti locali è dovuta anche ai target stringenti fissati dalla Commissione europea. Che sembra invece disponibile a prevedere obiettivi più facili da raggiungere per le misure che prevedono sussidi alle imprese.
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Nel Pnrr sono rientrati progetti relativi a interventi già in attuazione e finanziati prima della redazione del Piano. Ora sono in buona parte tra quelli definanziati dalle modifiche accettate dalla Ue. Il confronto con operazioni simili sui fondi europei.
La modifica del Pnrr ha ridotto il numero di nuovi posti negli asili nido da realizzare, ma il governo ha confermato gli obiettivi di copertura per il 2026 e il 2030. Nel perseguirli, andrebbe tenuto conto delle lezioni del Pnrr e dei divari territoriali.
Il governo non sembra particolarmente interessato al problema casa. Nella legge di bilancio c’è la proroga della poco efficace garanzia per l’acquisto della prima abitazione. Insieme a una spinta a privatizzare il sostegno all’acquisto e all’affitto.
I motivi di alcune modifiche al Pnrr non sono chiari, visto che i progetti erano in via di attuazione. Né sarà facile trovare le risorse aggiuntive necessarie. Le misure legate a RepowerEU potrebbero prevedere elevati sussidi al mondo delle imprese.
La crescita economica cinese è stata accompagnata da un continuo sviluppo tecnologico. L’ampiezza della base di conoscenze produttive e la predisposizione al cambiamento sono due leve su cui la Cina può consolidare il vantaggio acquisito anche in futuro.
Con la decisione della Commissione europea sul Pnrr rivisto, si chiude la diatriba sui progetti attuati dai comuni. Non c’è la totale cancellazione proposta dal governo. C’è invece la conferma degli investimenti in rigenerazione urbana, benché ridotti.
Una possibile soluzione alle problematiche del Superbonus è emettere un’obbligazione del debito pubblico da scambiare con i crediti d’imposta maturati. Il titolo, con durata decennale, sarebbe offerto a privati e imprese che hanno diritto alle detrazioni.
Le politiche europee per la coesione sono accompagnate da un generalizzato scetticismo, che almeno per l’Italia è del tutto motivato. Le ragioni della loro modesta efficacia e le prospettive per il futuro, legate a una possibile adozione del modello Pnrr.
Italia e Spagna sembrano aver gestito i progetti dei rispettivi Pnrr in modo molto diverso. E se ora Roma chiede di fatto una riduzione dei fondi da impiegare, Madrid punta a un incremento dei finanziamenti, per un’ulteriore espansione degli investimenti.