Per aumentare la retribuzione d’ingresso dei giovani ricercatori universitari, il Consiglio dei ministri ha approvato una norma che prevede che la loro conferma in ruolo possa avvenire non più dopo tre anni, ma dopo un solo anno di servizio. Lo scopo, del tutto condivisibile, si sarebbe potuto raggiungere molto meglio adeguando direttamente le retribuzioni di ingresso senza abolire di fatto le procedure di valutazione. Con buona pace delle dichiarazioni sulla necessità di introdurre valutazione, concorrenza e qualche incentivo di merito nell’università .
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Si può discutere sulla scelta di conferire alla Banca d’Italia un ruolo di regista e non di arbitro nel processo di concentrazione bancaria. Ma i dati mostrano che la forte potestà di coordinamento è stata utilizzata anche per tenere sotto controllo il potere di mercato delle nuove banche, evitando danni a consumatori e imprese. Tuttavia, resta scarsa la concorrenza all’interno del settore, con una ridotta mobilità della domanda, legata anche agli elevati costi di chiusura del rapporto. Ai quali si potrebbe iniziare a ovviare con alcuni semplici accorgimenti.
E’ un “public use file” e mette a disposizione dei ricercatori la gran mole di informazioni raccolte dalla rete dei Centri per l’impiego del Veneto a partire da metà Anni Novanta. Nel rispetto del codice di deontologia per il trattamento di dati personali per scopi scientifici, permette un uso intenso e differenziato della base di dati, assecondando la pluralità di esigenze e di linee conoscitive. Se altri osservatori regionali sul mercato del lavoro seguiranno questo esempio, sarà poi possibile studiare e comparare diverse realtà locali.
Nella relazione tecnica che accompagna la Finanziaria 2005 si legge che la perdita di gettito dovuta alla deduzione per le spese di assistenza ai non autosufficienti è di ottanta milioni. Ma fa riferimento a stime del numero di badanti oggi occupate. Mentre la platea dei potenziali beneficiari è molto più ampia, anche a causa della soluzione scelta per certificare l’applicabilità della deduzione. Simulazioni che utilizzano i dati di Banca d’Italia sui redditi familiari mostrano che il fabbisogno per la copertura finanziaria di questa misura varia tra i 125 e i 224 milioni di euro.
Con la riforma dell’Irpef, è più conveniente attribuire l’intera deduzione per il figlio a carico a uno solo dei contribuenti, generalmente quello con reddito più basso. Non si rispetta così il criterio di equità orizzontale secondo il quale, a parità di reddito e di composizione familiare, il “valore fiscale” di un figlio dovrebbe essere lo stesso. Inoltre, per il fenomeno dell’incapienza, i nuclei familiari a basso reddito in cui entrambi i genitori lavorano sono svantaggiati. Mentre nei livelli elevati sono le famiglie monoreddito a essere penalizzate.
Il rischio di mercato non è ineluttabile per gli schemi pensionistici a contribuzione definita perché il lavoratore può scegliere l’allocazione del suo investimento e dunque può destinarlo a titoli dal rendimento magari basso, ma sicuro. D’altra parte, anche le pensioni a prestazione definita comportano rischi, per esempio quelli legati alla perdita del lavoro. Il vero aspetto preoccupante è che alcune aziende utilizzano il passaggio da uno schema all’altro per ridurre il livello dei contributi, attuando così un taglio “nascosto” del costo del lavoro.
Dopo l’emanazione del dovuto decreto che rincara alcune imposte fisse, il quadro sembra ancora più negativo per i contribuenti di quello tracciato all’indomani della presentazione del maxiemendamento. Se le previsioni di maggior gettito del Governo sono corrette, nel prossimo triennio gli italiani pagheranno in complesso più tasse. Se per vari motivi sono sovrastimate, o comunque di corto respiro, non garantiscono una copertura della riforma dell’Irpef a regime e una tenuta del disavanzo. Saranno allora inevitabili nuove imposte o un taglio delle spese.
La situazione nel 2004
Detrazioni per figli (e altri famigliari) a carico: fino al 2004 nella determinazione dellÂ’Irpef si teneva conto dei figli (e altri famigliari) a carico del contribuente attraverso detrazioni di imposta. Nel 2004 le detrazioni in questione erano articolate secondo la tabella seguente:
Per ogni figlio di età inferiore ai tre anni, l’importo della detrazione era aumentato di 123,95 euro. Le detrazioni potevano poi essere ripartite fra i genitori secondo la percentuale da essi scelta.
Detrazione per coniuge a carico: allo stesso modo era riconosciuta una detrazione per coniuge a carico secondo gli importi evidenziati nella tabella che segue.
La situazione del 2005
Deduzioni per famigliari a carico
Con la legge finanziaria per il 2005 le detrazioni dallÂ’imposta per famigliari a carico vengono trasformate in deduzioni dallÂ’imponibile (e si traducono quindi in un risparmio di imposta che varia a seconda dellÂ’aliquota marginale del contribuente).
L’importo massimo previsto per tali deduzioni è il seguente:
a) deduzione per il coniuge: 3200 euro;
b) deduzione per figli di età inferiore a tre anni: 3450 euro;
c) deduzione per figli di età superiore a tre anni e altri famigliari a carico: 2900 euro.
Le deduzioni per figli a carico possono essere ripartite fra i genitori secondo la percentuale da essi scelta. Tutte le deduzioni citate sono decrescenti, al crescere del reddito imponibile del contribuente calcolato al lordo della no tax area, per annullarsi, per valori di reddito pari a circa 81-82 mila euro a seconda del tipo di deduzione. La quota di deduzione spettante si ottiene calcolando il seguente rapporto:
[78.000 + livello massimo della deduzione – reddito imponibile (al lordo della no tax area)]/78.000
Se il rapporto risulta maggiore o uguale all’unità la deduzione spetta nella misura massima; se è uguale o inferiore a zero, la deduzione non compete. Negli altri casi si computano le prime quattro cifre decimali.
Molte le misure della Finanziaria 2005 che interessano il settore immobiliare. Alcune, come l’incremento delle imposte fisse previste nella compravendita di case, servono a finanziare la riforma fiscale. Altre puntano a contrastare l’elusione e l’evasione fiscale sui redditi derivanti da immobili, molto vasta in Italia. Ma senza una riorganizzazione del catasto, che ne faccia un fattore di trasparenza e chiarezza su diritti, consistenze e caratteristiche delle unità immobiliari, le nuove norme consentiranno al massimo di eliminare le iniquità più evidenti.
Per i trasferimenti monetari alle famiglie la via fiscale è uno strumento poco flessibile e inappropriato nel contrasto della povertà . La maggior parte dei benefici va a favore solo di alcune categorie di cittadini. Lo sgravio è più ampio per i decili intermedi e contenuto per il primo, per il problema dell’incapienza. Non c’è stata l’unificazione degli interventi di sostegno a tutte le famiglie con minori e l’estensione degli assegni familiari ai lavoratori autonomi. A parità di effetti sul bilancio, lo strumento della spesa sarebbe stato più trasparente e diretto.