La regola europea che mette un limite ai premi dei banchieri continua in molti casi a essere aggirata, soprattutto dai gestori del risparmio. Per una volta, però, l’Italia esce relativamente bene dal confronto internazionale.
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La giustizia, applicando la legge vigente, respinge la rivendicazione dei fattorini di Foodora di essere qualificati come lavoratori subordinati. Così la tutela essenziale di questi lavoratori rimane senza risposta. Eppure esperienze di altri paesi mostrano la possibilità di creare un sistema di protezione.
Per gli italiani l’acqua minerale è certamente un bene voluttuario. Però il settore è concorrenziale e i profitti delle imprese non eccessivi. I danni all’ambiente sono prodotti dalle bottiglie e confezioni. E sono queste che dovrebbero essere tassate.
Nelle aree dove la percentuale di stranieri è più forte, ha vinto il centro-destra. Mentre le zone a più alto tasso di disoccupazione hanno premiato il Movimento 5 stelle. Solo dove le istituzioni funzionano meglio i populismi si fermano.
La quota di imprese italiane che dichiarano di essere iscritte a un’associazione di categoria è in progressivo calo. Il fenomeno ha ripercussioni sul numero di lavoratori non coperti da un contratto collettivo nazionale. Con due possibili soluzioni.
Se con il Patto per la fabbrica Cgil, Cisl, Uil e Confindustria volevano mostrare la capacità di autogoverno del sistema delle relazioni industriali, non ci sono riuscite. L’accordo non dice nulla sui problemi più importanti e le possibili soluzioni.
Oggi è difficile essere ottimisti su una risoluzione consensuale della controversia commerciale tra Usa e Cina. Ma se le sanzioni minacciate diventassero realtà, il gioco si farebbe davvero pericoloso, per i due paesi e per gli scambi internazionali.
Le minacce di dazi puntano a indurre la Cina ad accettare trattative bilaterali con gli Stati Uniti su temi che l’attuale sistema multilaterale degli scambi non riesce a gestire. Un accordo di questo tipo segnerebbe però la fine del multilateralismo.
Trasparenza, portabilità, diritto all’oblio: sono i cardini del regolamento Ue sulla protezione dei dati, in vigore dal 25 maggio. Per aziende e organizzazioni che li trattano ci sono nuovi obblighi e sanzioni severe. Basterà per mettere fine agli abusi?
In Italia le imprese medio-grandi e grandi sono produttive e competitive. Il problema è che sono poche rispetto agli altri paesi. E quelle più produttive impiegano in media circa un terzo degli addetti occupati nelle corrispondenti aziende europee.