Il decreto sulla giustizia civile va nella direzione giusta. Ma non è sufficientemente incisivo per favorire forme alternative di risoluzione delle controversie. Che invece potrebbero ridurre l’arretrato e moderare l’impatto dei nuovi casi sul lavoro dei giudici.
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Gestire un’autostrada è attività molto semplice e senza rischi imprenditoriali. Tutti gli interventi sono stati finanziati a debito e i debiti ripagati con i pedaggi. Eppure, attraverso le proroghe si perpetuano le rendite per le società concessionarie. Investimenti pagati due volte dai cittadini.
Quale contributo può dare il trasporto locale ai 4 miliardi di spesa in meno chiesto alle Regioni, senza penalizzare il servizio? Si potrebbe cominciare a costruire un trasporto nell’interesse di tutti e non di pochi, con aziende che non siano più una riserva di consenso elettorale.
Quasi tutti i bambini sotto i tre anni potrebbero ricevere il bonus di 80 euro. Sussidi uniformi possono avere un ruolo importante, ma solo se il sistema prevede altre misure contro il rischio di povertà. Oggi in Italia non è così. In ogni caso, meglio diminuire o azzerare le rette dei nidi.
Il decreto “competitività” introduce una nuova disciplina sull’offerta pubblica di acquisto per le Pmi, che possono determinare autonomamente le soglie oltre le quali scatta l’obbligo di lanciare l’offerta. È diretta a favorire la quotazione delle piccole società, ma potrebbe essere utile a tutte.
La Legge di stabilità chiede alle regioni tagli per almeno 2 miliardi netti. Per dimensioni, il primo candidato è la sanità. Dove risparmi sono possibili, ma solo come somma di tanti piccoli interventi nel mare della spesa. E richiedono programmazione, impegno e collaborazione da parte di tutti.
La corruzione non è la sola responsabile dell’elevato indebitamento del nostro paese. E non basta contrastare il fenomeno per risolvere il problema. Le difficoltà incontrate da ogni tentativo di razionalizzazione della spesa appaiono un ostacolo maggiore alla creazione di un clima di fiducia.
L’Europa sembra un’orchestra stonata e senza direttore. Non c’è da stupirsi se i mercati finanziari danno segni di nervosismo. Questa settimana abbiamo avuto un assaggio della tempesta che ci aspetta se l’Europa continua a latitare. L’unica via d’uscita è una maggiore cooperazione.
Il prezzo del petrolio cala nonostante i vari focolai di crisi in Medio Oriente. L’Isis, per ora, non ha interesse a distruggere gli impianti perché ottiene finanziamenti importanti dal contrabbando di greggio. E la domanda è debole, mentre il Nord America si avvia verso l’autosufficienza.
La prima legge di Stabilità di Renzi è una manovra pesante -36 miliardi- ed espansiva, a costo di peggiorare il disavanzo. La scossa che ci voleva, ma con alcuni rischi: la reazione dei mercati finanziari e la capacità di risposta in termini di consumi e investimenti.