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Alla Bce sarebbe bastato un annuncio per mettere fine alla crisi del debito sovrano. Quello con cui si impegnava a mantenere lo spread tra i titoli di Stato dell’Eurozona entro un determinato limite. Ma non era una soluzione politicamente praticabile. E perciò Mario Draghi ha optato per le due operazioni di rifinanziamento a lungo termine, che hanno avuto il merito di rimuovere lo spettro di una crisi bancaria di proporzioni enormi. Non potevano però far ripartire l’economia reale. Restano dunque irrisolti molti problemi. E restano le ambiguità della Germania.
La riforma del lavoro ha due pregi e molti difetti. I pregi consistono nell’aver messo fine al potere di veto delle parti sociali e nell’ampiezza dei temi affrontati. Sull’articolo 18, le nuove norme danno più potere ai giudici e aumentano l’incertezza. Non si allarga la platea dei potenziali beneficiari degli ammortizzatori sociali. Gli interventi sul dualismo possono peggiorare la condizione dei lavoratori e aggravano i costi delle imprese senza offrire una vera nuova modalità contrattuale in ingresso. Con il rischio che tutto questo riduca fortemente la domanda di lavoro.
Il 22 marzo è la Giornata mondiale per l’acqua. Dovrebbe essere un’occasione per riflettere sui risultati raggiunti e su quell che restano ancora da fare per garantire a tutta lÂ’umanità questo diritto universale, come proclamato dalle Nazioni Unite. Per il cosiddetto mondo sviluppato dovrebbe essere un’occasione per valutare la capacità di riequilibrare un sistema ecologicamente insostenibile. In Italia, invece, dopo il referendum tutto è fermo: dibattito e investimenti. Un dossier sull’argomento.
Dopo un buon primo semestre, i posti di lavoro dipendente in Italia sono tornati a diminuire anche nel 2011. Il bilancio negativo ha colpito soprattutto la manodopera maschile, ma non i lavoratori stranieri. Le perdite riguardano in particolare l’industria manifatturiera e le costruzioni. E per tipologia di contratto sono concentrate in quelli a termine e di apprendistato. Crescono le trasformazioni di contratti a tempo determinato in indeterminato, mentre i licenziamenti si mantengono su un livello superiore del 50 per cento rispetto a quello medio degli anni pre-crisi.
Non solo ai dipendenti pubblici si applica l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ma è già stato introdotto il licenziamento per ragioni economiche, così come il licenziamento individuale. La modifica dell’articolo 18 proposta dal governo non farebbe altro che coordinare meglio le norme e dettare una convergenza tra disciplina del lavoro privato verso quella del lavoro pubblico, che per una volta è stata più rigorosa. A meno che nel testo definitivo non sia prevista una specifica deroga per il pubblico impiego. Ed è appunto questa la domanda che rivolgiamo al ministro.
Come trovano lavoro gli italiani? Cresce il ruolo delle agenzie private per il lavoro, in particolare per i giovani e resta costante quello dei Centri per l’impiego. Fermo il canale dei concorsi pubblici. L’intermediazione informale ha invece raggiunto livelli molto alti. E con aspettative economiche negative, si corre il rischio di chiudersi ancora di più a riccio, in una sorta di protezionismo familiare, che potrebbe contrarre ulteriormente i volumi economici e le occasioni lavorative, innescando una spirale negativa.
Investire nella cultura, con strategie di lungo periodo, serve alla crescita. Non a caso ci aveva già pensato Franklin Delano Roosevelt ai tempi della grande depressione. Dopo la dissennata politica dei tagli orizzontali, con scarse risorse pubbliche a disposizione, si dovrà definire una governance indipendente, capace di garantire una buona selezione dei progetti, evitando di cadere nelle pressioni degli interessi corporativi, e capace di fare rete con tutti gli attori del settore. Compresi i privati, come le fondazioni bancarie, e i produttori di saperi, come le università .
Poco più di un anno fa, nel febbraio del 2011, iniziavano gli sbarchi a Lampedusa dei profughi provenienti prima dalla Tunisia, poi dalla Libia.
Ringrazio Luigi Oliveri per il suo articolo “Meglio potenziare i servizi pubblici all’impiego”, in quanto permette di approfondire un tema da me esposto. Prima di soffermarmi sulle proposte alternative dellÂ’autore, ritengo necessario fare alcune precisazioni riguardo la mia proposta.
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