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UN TICKET CHE PORTA ALLA SANITÀ PRIVATA

Il ticket di 10 euro previsto dalla manovra altera i prezzi relativi fra strutture sanitarie pubbliche e strutture private: per un gran numero di accertamenti a basso costo il ricorso al servizio pubblico si rivela più costoso. Difficile dunque raggiungere l’obiettivo di aumento delle entrate, sul quale punta la manovra. Intanto, però, si consegna al privato una parte della specialistica ambulatoriale sulla quale si concentrano molte delle aspettative dei produttori del settore e dei gestori di fondi integrativi. 

MA TRIESTE NON È BOLZANO

L’attuazione del federalismo fiscale comporta nuovi accordi bilaterali tra le Regioni a statuto speciale e lo Stato in materia finanziaria. Si tratta di uno strumento corretto perché le Rss sono tra di loro molto diverse per ricchezza e sviluppo, ma anche nel grado di autonomia fiscale originariamente concesso. Ad esempio, l’atteggiamento conservatore della Regione Friuli Venezia Giulia nei confronti della riforma sembra motivato più che dal timore di una valutazione, da quello di vedersi trascinare in un sistema complessivamente meno efficace ed efficiente.

NEL PARLAMENTO ITALIANO I PIÙ PAGATI D’EUROPA

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I NUOVI NUMERI DELLA MANOVRA

La manovra è stata potenziata sul piano numerico, non su quello dell’efficacia. A regime gli aumenti delle tasse contano per il 60 per cento dell’aggiustamento e sono regressivi. Questo potrebbe accentuare gli effetti recessivi della manovra riducendone l’impatto sui conti pubblici. Legittimo interrogarsi sulla fattibilità politica di questi inasprimenti fiscali che andranno a colpire soprattutto i ceti più deboli mentre i parlamentari si sono concessi un nuovo sconto nei tagli ai loro compensi. Le stesse coperture dei tagli a Regioni ed Enti Locali sono discutibili. Continuano a non esserci misure per lo sviluppo.

L’EGOISMO DEI POLITICI

I politici italiani sono riusciti ancora una volta a evitare una riduzione di stipendio, pur nel momento in cui approvavano una manovra con pesanti effetti sui cittadini. Non è che l’ultimo esempio della scarsa qualità della nostra classe politica. In un paese a democrazia matura, gli stessi elettori dovrebbero automaticamente punire i comportamenti devianti, costringendo così i partiti a selezionare con maggiore attenzione i candidati. In Italia è soprattutto la legge elettorale che lo impedisce.

CHI PAGA IL TAGLIO DELLE AGEVOLAZIONI FISCALI

La nuova versione della manovra correttiva dei conti pubblici prevede che numerosi regimi di esclusione, esenzione e favore fiscale siano automaticamente ridotti del 5 per cento nel 2013 e del 20 per cento complessivo nel 2014 se il governo non riuscirà a recuperare almeno 4 miliardi nel 2013 e 20 miliardi nel 2014 dal riordino della spesa sociale e dalla riforma del fisco. Le simulazioni mostrano che l’impatto complessivo sarebbe chiaramente regressivo sia per quanto riguarda l’Irpef sia per l’Iva. Pesano in particolare le minori detrazioni dell’imposta sul reddito.

PENSIONI E CRESCITA

Il governo pensa di congelare l’indicizzazione delle pensioni al di sopra di un certo importo. Sarebbe più equo indicizzare quelle pensioni alla crescita economica, così come avviene in Svezia. Un intervento che permetterebbe di ottenere risparmi sostanziali sulla spesa pensionistica. Ma ancor più importante determinerebbe una compartecipazione dei pensionati alle perdite o ai guadagni dell’economia. Perché sin quando le pensioni saranno una variabile indipendente, la crescente popolazione dei pensionati non avrà alcun interesse a sostenere politiche per la crescita.

IL BUON ESEMPIO DELLA CONCILIAZIONE *

L’Italia è ferma all’ottantesimo posto nella classifica Doing Business, punto di riferimento degli investitori internazionali. Colpa soprattutto dei tempi lunghissimi nel recupero dei crediti per via giudiziale. Per migliorare la competitività del sistema paese e guadagnare posizioni occorrono riforme dagli effetti immediati. Come la conciliazione, che punta a ridurre drasticamente i tempi della giustizia civile, a costo zero per lo Stato. I risultati nei primi tre mesi di mediazione obbligatoria sono molto incoraggianti.

L’ORDINE NON SI TOCCA

Il testo originale della manovra finanziaria prevedeva alcuni interventi di liberalizzazione delle professioni. Ma ventidue senatori-avvocati della maggioranza hanno minacciato di non votare l’intero provvedimento se quelle norme non fossero state cancellate. E sono stati subito accontentati. Insomma, anche in un momento drammatico sembrano aver prevalso gli interessi di lobby. Eppure, questa era l’occasione giusta per avviare una riforma che, insieme ad altre, potrebbe incoraggiare la crescita economica dell’Italia.


LA SCOMPARSA DI FERDINANDO TARGETTI

Ferdinando Targetti è stato un’economista di razza, capace di spaziare su vari temi, con un filo rosso costituito dalla crescita e dalle trasformazioni strutturali del capitalismo. Non ha mai disgiunto i suoi studi dalla passione per la politica, coltivata però con un approccio laico nei confronti della teoria che l’ha portato ad approfondire i più diversi filoni del pensiero economico per coglierne il significato e la valenza interpretativa.

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