La Corte costituzionale ha accolto due dei quattro referendum contro la cosiddetta privatizzazione dell’acqua. Una eventuale abrogazione del decreto Ronchi non impedirà comunque di coinvolgere il privato nella gestione. Il secondo quesito mira a negare la legittimità del profitto nell’erogazione dei servizi. Il rischio è ostacolare ulteriormente gli investimenti necessari per il settore. Si tratta però di un’occasione per affrontare in modo finalmente serio la materia idrica. Urgenti tre riforme: finanziaria, della regolazione e dei meccanismi tariffari.