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LA RISPOSTA AI COMMENTI

Molti commenti si chiedono, giustamente, come il vincolo dei due mandati sia compatibile con la ricandidatura di alcuni Governatori. Senza la pretesa di esaurire il dibattito in poche righe, la questione ruota intorno all’interpretazione del dettame di legge come “direttamente applicabile” o come invece “principio generale che deve essere recepito dalla legge elettorale regionale”. Nel primo caso, i candidati che avessero già svolto due mandati con elezione diretta non potrebbero essere rieletti, benché, di principio, candidabili. Sotto questo punto di vista, non sono da escludere eventuali ricorsi nel caso in cui, per esempio, Formigoni venisse rieletto. Nel secondo caso, invece, la mancanza di una legge elettorale regionale che esplicitamente accetti i principi della legge nazionale sul vincolo di mandato rende tale vincolo inapplicabile. Si noti che il vincolo dei due mandati di per sé è poco incentivante per il politico che non può più essere rieletto. Per questo motivo, e per rimuovere una evidente disparità di trattamento nei confronti dei Sindaci, è utile che si ripensi all’opportunità di tale vincolo.
Per quanto riguarda la selezione della classe politica, non esiste evidentemente una legge elettorale ideale, vista l’influenza dei partiti a selezionare i candidati ex ante. In linea di principio, la possibilità di esprimere una preferenza rende i politici eletti più responsabili di fronte agli elettori, rispetto ai politici eletti tramite lista bloccata. Il sistema delle primarie potrebbe inoltre aprire maggiormente il processo di selezione all’influenza dell’elettorato, rendendo così ancora più democratico il procedimento elettorale

Per quanto riguarda il tediosamente caustico commento di Bruno Stucchi chiarisco che durante la prima seduta si verifica (e non decide) sul rispetto delle cause di ineleggibilità. Un ulteriore aspetto interessante dalla norma sul secondo mandato è che, pur riferendosi la legge espressamente all’"eleggibilità", la parallela previsione di elezione diretta del Presidente fa supporre ad alcuni che ciò implichi anche la sua "incandidabilità". Sono generalmente previste anche esplicite cause di "incandidabilità" oltre che di "ineleggibilità"; non è quindi vero che chiunque si possa candidare. Si pensi solo alla necessità di raccogliere le firme, per fare un esempio legato all’attualità. La questione non è banale come può sembrare; ciononostante, gli arguti autori immaginano i loro figli impegnati alle materne con ben altri e più affascinanti problemi.

UN NUOVO SISTEMA DI REGOLE PER LE BANCHE CROSS-BORDER

Come garantire la stabilità del sistema finanziario senza rinunciare ai benefici dell’innovazione e alla dimensione globale e multifunzionale delle istituzioni? Cerca di rispondere a questa domanda un rapporto di Ceps-Assonime. Ne pubblichiamo una sintesi, suddivisa in quattro interventi. Iniziamo dalla nuova architettura regolamentare dei gruppi bancari cross-border, fondata sul contenimento dell’azzardo morale per i banchieri e sull’effettiva possibilità di fallimento per tutte le istituzioni finanziarie. Nei prossimi numeri de lavoce.info proporremo gli altri tre articoli che completano l’analisi.

COME TENERE A BADA I CONFLITTI D’INTERESSE IN SOCIETÀ

La Consob ha emanato il nuovo Regolamento sulle operazioni con parti correlate, che introduce una disciplina radicalmente innovativa delle operazioni compiute dalla società con controparti legate da rapporti particolari, operazioni particolarmente adatte a estrarre dalla società “benefici privati”, ovverosia non condivisi con gli azionisti di minoranza. Una buona notizia per la borsa e per l’economia nazionale.

L’INFORMATICA DOPO LA CRISI

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione possono svolgere un ruolo centrale nell’uscita dalla crisi. Il settore attraversa però un momento particolarmente negativo nel nostro paese. E si invoca maggiore spesa pubblica. Che è utile solo se ha come obiettivo primario la crescita complessiva del mercato, qualitativa oltre che quantitativa. In particolare, l’intervento pubblico può accelerare la maturazione complessiva del mondo dell’offerta, a patto che utilizzi misure veloci, certe, affidabili nei tempi e nell’entità.

PERCHÉ L’ITALIA HA BISOGNO DI WOMENOMICS

Tradizionalmente l’auspicio di una maggiore integrazione delle donne nel mondo del lavoro si fonda su principi di equità. Ora alcuni saggi sostengono che la valorizzazione delle donne risponde anche a criteri di efficienza economica. Un approccio particolarmente interessante per l’Italia, dove la partecipazione femminile è assai scarsa, le donne difficilmente arrivano ai vertici di aziende e istituzioni e anche la fertilità è bassa. Politiche e interventi che sostengano le scelte di lavoro e di famiglia possono far bene anche al nostro Pil.

IL COMMENTO DI DANIEL GROS

Le preoccupazioni di Vito Tanzi sarebbero pienamente giustificate se il Fondo monetario europeo dovesse diventare veramente una fonte alternativa di "soldi facili". Ma un Fme come proposto da Thomas Mayer e da me sarebbe l’opposto: costituirebbe uno strumento per aumentare la disciplina attraverso la procedura di "fallimento sovrano" pianificato che noi abbiamo ideato.
Un FME potrebbe anche costituire uno strumento utile per rafforzare la presenza europea nel Fondo monetario internazionale. Infatti i paesi della zona euro (che farebbero tutti parte del Fme) potrebbero unificare i loro seggi nel Fmi. Non ci sarebbe nessuna concorrenza tra Fme e Fmi, ma l’uno (Fme) farebbe parte dell’altro (Fmi).
Se fosse finanziato dai soli paesi che violano i parametri di Maastricht, nei prossimi anni accumulerebbe quasi 30 miliardi all’anno (con l’Italia tra i maggiori contribuenti).
Sento spesso un’altra obiezione: i contributi rendono la finanza pubblica del paese ancora più difficile. Rispondo che il contributo nazione (cumulato, con interessi) rimarrà sempre come riserva di emergenza a disposizione del paese. Per cui non considererei questi contributi come un aggravio della situazione.

L’INGEGNERIA ELETTORALE REGIONE PER REGIONE

Il 28 e 29 marzo si terranno le elezioni per il rinnovo di tredici consigli regionali. Elezioni importanti, che hanno una fortissima valenza politica. Ma con quale sistema elettorale si vota? Una legge costituzionale del 1999 dà alle Regioni la possibilità di disciplinare in maniera indipendente le norme elettorali. E il quadro delle regole sul voto è oggi molto variegato. Non mancano neanche i conflitti con lo Stato, che ha fissato i principi generali a cui le Regioni dovrebbero attenersi. Il caso più eclatante è sul vincolo al numero dei mandati del presidente.

TUTELIAMO IL REDDITO, NON IL POSTO FISSO

I vincoli ai licenziamenti previsti dalle normativa italiana hanno lo scopo di assicurare il lavoratore contro le possibili fluttuazioni del mercato del lavoro e trasferirne il peso sull’impresa che può neutralizzarle con maggiore facilità. Ma ai vantaggi di una maggiore stabilità dell’impiego corrispondono i costi di una più lunga durata della disoccupazione e di minori salari. Senza contare i diversi modi per aggirare la legislazione, un problema che la crisi ha reso ancora più evidente. Meglio allora ripensare l’intero modello.

DIFFICOLTÀ E RISCHI SULLA STRADA DEL FONDO MONETARIO EUROPEO

Il Fondo monetario europeo non è solo un’idea molto difficile da realizzare. Per i paesi dell’Unione monetaria rappresenterebbe un’alternativa al Fondo monetario internazionale. E anche chi non ha i conti pubblici in ordine potrebbe così sentirsi autorizzato a seguire con disinvoltura politiche fiscali anticicliche, sicuro di avere comunque una rete di protezione. Mentre invece è necessario rafforzare il controllo europeo sulla disciplina di bilancio dei paesi membri. La perdita di influenza all’interno dell’Fmi.

QUANDO GLI INCENTIVI BATTONO I FAVORITISMI

Quali sono gli effetti del favoritismo e della corruzione sull’andamento economico? Uno studio mostra che le connessioni sociali hanno conseguenze complessivamente negative sul funzionamento dell’impresa quando i manager sono pagati con un importo fisso, mentre ciò non accade quando si aggiunge un premio di risultato. Una questione di incentivi. Per questo la presenza generalizzata del fenomeno induce individui e imprese a investire tempo e denaro nella ricerca di connessioni, agganci, piuttosto che a migliorare il proprio grado di efficienza.

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