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LA CRISI DEL PROTEZIONISMO

Il ricorso al protezionismo era una delle possibili conseguenze negative della crisi. Denunciato non solo dagli economisti, ma temuto anche dall’Omc, che ha avviato un monitoraggio degli interventi restrittivi del commercio approvati dai diversi paesi. Oggi i dati sembrano indicare che il numero delle misure protezionistiche messe in atto è limitato ed è in ogni caso in diminuzione. Ma l’innalzamento di barriere commerciali potrebbe tornare d’attualità, soprattutto se la disoccupazione dovesse continuare a crescere.

QUANTO RISCHIA DUBAI

Quanto è alto il rischio che l’insolvenza di Dubai World si estenda al debito sovrano dell’emirato? Dipende da tanti fattori. E il più importante è forse l’aiuto che potrà venire dagli altri emirati. Tuttavia, la letteratura empirica suggerisce che nei mercati emergenti la miscela tra un elevato indebitamento estero e un alto tasso di inflazione è esplosiva: nel 67 per cento dei casi segnala una crisi di debito sovrano nell’anno successivo.

PAROLA D’ORDINE PER L’UNIVERSITÀ: AUTONOMIA E CONCORRENZA

Un recente studio di alcuni noti economisti che da tempo si occupano di istruzione, mercato del lavoro e crescita mostra come autonomia e concorrenza tra atenei migliorino la qualità della ricerca e della didattica. In Italia invece è in discussione una riforma che propone qualche novità sulla governance delle università, ma non rinuncia all’atavico centralismo. E piuttosto che disegnare nuove regole di concorrenza, definisce gli argini per evitare gli abusi più vistosi, senza modificare in modo sostanziale la struttura degli incentivi in cui operano le università.

QUELLE POLITICHE CHE NON AIUTANO LA LOTTA ALLA MAFIA

Se sul Sud e sulla sua economia grava il peso della criminalità organizzata, il governo risponde con politiche per la giustizia efficaci nella lotta contro la mafia? Non sembra. Per esempio, le norme relative alla prescrizione breve avrebbero effetti devastanti nella moltiplicazione di modelli finalizzati a catturare erogazioni indebite dei fondi pubblici. E la pervasività della presenza mafiosa dovrebbe far riconsiderare il sistema di incentivazione e di spesa pubblica per l’economia del Mezzogiorno.

SERVONO INTERVENTI STRAORDINARI PER LA SANITÀ DEL SUD

La situazione della sanità del Mezzogiorno richiede interventi straordinari, nell’interesse non solo del Sud ma anche dell’intero paese. I piani di rientro fino ad ora messi in campo, si sono dimostrati necessari ma non sufficienti in una situazione così degradata. Il problema è più generale e deve essere affrontato alla radice.
Fra gli strumenti da considerare, l’avvio di un piano straordinario di infrastrutture (materiali e immateriali) per la salute che, anche grazie a procedure rigorose ma accelerate, consenta ad esempio di realizzare in alcuni territori strutture accoglienti e sicure, in sostituzione delle preesistenti ormai simbolo di degrado (che andrebbero abbattute, anche come segno visibile della rottura rispetto al preesistente). I progetti dovrebbero coniugare tempi brevi di realizzazioni con rispetto della legalità: matrimonio non certo facile, ma da perseguire con determinazione, pena il consolidarsi della attuale situazione di negazione dei diritti.
Una seconda possibile linea di intervento potrebbe riguardare la messa a punto di strumenti di governance degli erogatori privati che, in assenza di accreditamento di qualità e di capacità di governo delle amministrazioni regionali, contribuiscono spesso a mantenere basso il livello di efficacia e di efficienza del sistema. Si tratta di individuare strumenti che prevedano il coinvolgimento delle associazioni degli erogatori privati, resi consapevoli della emergenza sanitaria e responsabilizzati in un percorso di riqualificazione e di reale selezione sulla base della qualità.

DOVE INCIAMPA LA CORSA ALLO SCUDO FISCALE

Molte voci spingono per un’adesione in massa allo scudo fiscale. Compresa una circolare dell’Agenzia delle Entrate. Che però su diverse questioni è in contrasto con il testo della norma oppure crea regole non ricavabili dalla legge. Per esempio, sulla segretezza delle operazioni di emersione. Ai fini Iva, poi, lo scudo non è dissimile dal condono fiscale del 2002. Bocciato dalla Corte di giustizia perché in contrasto con i principi della normativa comunitaria sul tema. Dunque, in futuro il Fisco potrebbe chiedere il pagamento di Iva, sanzioni e interessi sulle somme scudate.

CLIMA: TRA L’INCUDINE E IL MARTELLO

Le emissioni vanno ridotte se non vogliamo il surriscaldamento del pianeta e le sue disastrose conseguenze. Un obiettivo ambizioso consente una decisa azione immediata, offre una metrica precisa per valutare se quelle azioni sono efficaci e mobilita la società internazionale. Su un piatto della bilancia ci sono i costi molto alti che non vogliamo o non possiamo sostenere, ma sull’altro c’è la consapevolezza che l’assenza di investimenti ingenti porta il nostro pianeta a uno stato di stress non più sostenibile. E allora? Solo la politica ci può salvare.

I NUMERI MAGICI DELL’APPALTO ALLA SICILIANA

In Sicilia la maggior parte degli appalti di opere pubbliche al di sotto della soglia comunitaria è oggi assegnata per sorteggio. Perché le tante imprese che partecipano alle gare presentano offerte al ribasso identiche, persino nelle quattro cifre dopo la virgola. Ma gli imprenditori negano le accuse di aver formato un cartello e gli esperti spiegano tutto con il meccanismo matematico adottato per la determinazione dell’offerta aggiudicataria. Resta comunque da sottolineare l’anomalia della mancata pubblicità rispetto alle modalità del sorteggio.

TREMONTI BOND, OPERAZIONE NEBBIA

Due banche hanno fatto ricorso finora ai Tremonti bond. In entrambi i casi non sono chiari i termini dei finanziamenti concessi né come si possa garantire uno degli obiettivi per cui sono stati istituiti: il sostegno al credito per famiglie e piccole imprese. La legge che ha introdotto questi strumenti finanziari e i successivi decreti ministeriali si limitano infatti a enunciazioni di principio, ma non indicano specifici impegni delle banche emittenti. Lasciando sostanzialmente ai singoli istituti di credito la definizione concreta delle misure da praticare.

LA CONSOB E LE RELAZIONI PERICOLOSE

Operazioni con parti correlate, conflitti di interesse, strutture proprietarie chiuse e club ristretti di amministratori sono vizi endemici della borsa italiana. Chi ne soffre sono i piccoli azionisti e, con loro, l’economia nazionale, perché si alza il costo del capitale, che sconta gli abusi compiuti dai soci forti. E’ ancora in bozza un regolamento Consob che adatta e applica principi e procedure tratti dal diritto americano. E’ così in grado di rivoluzionare il trattamento delle operazioni che più si prestano a espropriare i soci di minoranza.

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