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SALARI, UTILI E PRODUTTIVITÀ

Torna in auge la partecipazione agli utili. Mentre per i manager una retribuzione collegata agli utili appare ragionevole, per i lavoratori di livello inferiore è molto meglio legarla alla produttività o a variabili che dipendono direttamente dal loro comportamento sul lavoro. In estate si è cominciato a parlare seriamente di decentramento contrattuale e di legame tra salario e produttività, con importanti aperture di tutti i sindacati. Ora la proposta governativa di partecipazione agli utili rischia di creare solo confusione.

AMERICA IN VANTAGGIO NELLA PARTITA DELLA VIGILANZA FINANZIARIA

A poche settimane di distanza l’uno dall’altra, il dipartimento al Tesoro americano e la Commissione Europea hanno varato due radicali progetti di riforma dei sistemi di regolazione e vigilanza finanziaria. Molte le similitudini, ma tante anche le differenze, a partire dal diverso ruolo assegnato alla banca centrale. Neanche il progetto americano riesce a produrre un definitivo consolidamento delle ipertrofiche strutture di vigilanza. Ma l’Europa, ancora invischiata nei veti reciproci, non è andata al di là di un più stretto coordinamento delle autorità esistenti.

A CHI VANNO I SOLDI DEL FONDO PER L’UNIVERSITÀ

Proponiamo la trascrizione dei criteri utilizzati dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e delle Ricerca, per ripartire una quota (destinata a crescere nel tempo) del Fondo ordinario per le università 2009. Il documento è pubblico, ma sino ad ora non è stato divulgato su di un sito accessibile a tutti. Riteniamo che renderlo pubblico sia necessario per promuovere un confronto sull’argomento. Sarebbe utile che il ministero pubblicasse le tabelle riassuntive e di confronto per tutte le università.

GLI STRETTI CONFINI DI FRONTEX

Nel 2004, per coordinare gli interventi operativi di controllo dei confini dell’Unione Europea, la Commissione europea costituisce un’Agenzia sovrannazionale denominata Frontex. Oggi di fronte al continuo fenomeno degli sbarchi clandestini, ed ancora di più, di fronte alle tragedie che avvengono nel Mediterraneo, ci si domanda quale sia il ruolo dell’Unione Europea e in particolare quali siano le evoluzioni del processo di armonizzazione del controllo delle frontiere posto in essere con la costituzione di Frontex.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Rispondo brevemente ad alcune sollecitazioni, perché le altre non chiedono replica.

Si può trattare la questione delle ronde con strumenti diversi dall’ironia? Temo di no. O,
almeno, io non vedo altro strumento.

Non avendo assegnato alcun potere speciale alle ronde (grazie al cielo, la Lega si limita per ora a scimmiottare goffamente fascismo e nazismo), disciplinarne le attività è semplicemente ridicolo. Chi fa parte delle ronde può compiere, infatti, azioni cui è abilitato pienamente anche chi non ne fa parte. Qual è allora lo scopo dell’introduzione di requisiti quali l’assenza di daltonismo e il possesso di integre facoltà olfattive e uditive? E quale quello del disciplinare aspetti quali il colore della casacca o le modalità di comunicazione?

Se a svolgere le stesse attività (lecite) fossero gli scout o, all’opposto, gli ultras della curva Sud, il Sindaco non potrebbe avvalersene formalmente. Ma potrebbe forse ignorare le segnalazioni di eventuali elementi di pericolo o di disagio sociale che da questi gruppi dovessero pervenire?

Naturalmente, è possibile una diversa lettura: il Ministro dell’interno conosce i suoi "polli"
(tecnicamente, sindaci leghisti) e sa che per loro non è affatto ovvio che le ronde debbano limitarsi ad attività perfettamente lecite; pone, per questo, con saggezza, precisi paletti.
Se è così, l’ironia è effettivamente fuori luogo. Ed è anche falso che quello a cui assistiamo sia solo un goffo scimmiottamento di fascismo e nazismo.

BASILEA 2 NEI RAPPORTI TRA BANCA E IMPRESA

Rivedere il rapporto di relazione informativa e operativa fra banche e imprese è fondamentale se si vogliono fronteggiare le sfide della crisi economica e finanziaria. Proprio adesso è cruciale arrivare a una corretta allocazione del credito che sappia dimostrarsi il più possibile equilibrata e meritocratica. Le regole di Basilea 2, pur da rivedere in alcuni aspetti, rappresentano un fondamentale passaggio per rendere la relazione più funzionale e moderna. Nell’interesse dei disegni imprenditoriali sia delle banche che delle aziende.

CORPORATE GOVERNANCE IN BANCA: QUALI LEZIONI DALLA CRISI *

Il sistema di governo societario anglosassone, già considerato il modello di riferimento, si è rivelato fallimentare. Soprattutto applicato alle banche. È mancato il monitoraggio da parte dei creditori ed è stata irresistibile per soci e manager la tentazione di scommesse sempre più rischiose, mentre il mercato del controllo societario ha premiato i peggiori. Tre proposte per dare più potere e responsabilità agli azionisti.

LE RESPONSABILITÀ DEGLI ECONOMISTI

Questa crisi pone seri problemi per la professione di economista. Bisogna chiedersi in quale misura gli economisti si fossero resi conto che la finanza era su un percorso insostenibile, perché non hanno incluso le variabili finanziarie nei modelli macroeconomici, perché la grande maggioranza ha ignorato i segnali d’allarme lanciati da alcuni solitari accademici. E ancora: gli economisti quanto hanno influenzato le azioni e le omissioni dei politici e dei regolatori del mercato?

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Grazie per gli interessanti (e talvolta energici!) commenti. Rispondo brevemente.

Alcuni lettori argomentano che le cose non vanno fantasticamente in Messico, e che quindi non si può prendere il Messico come esempio di buon governo. In particolare, l’alto indice di Gini del Messico è preso da alcuni lettori come indice di una mancanza di sensibilità sociale delle politiche messicane. A questo riguardo osservo che dal 1982, anno che segna l’inizio della tequila technocracy, l’indice di Gini è sceso dal 50 al 45 percento (si veda http://en.wikipedia.org/wiki/File:Gini_since_WWII.gif ), segno di una tendenza verso un maggiore egualitarismo, ancorché in partenza la distribuzione del reddito fosse molto diseguale. Più in generale, nel valutare la performance di governo si deve necessariamente tenere conto delle condizioni iniziali. E’ chiaro che il Messico ha un retaggio di povertà e vari altri problemi che non scompaiono in pochi anni. La corruzione diffusa, che alcuni lettori menzionano, esiste, certo, ma è un fatto in parte culturale che predata il 1982 e che non mi sembra possa attribuirsi in prima battuta alla governance economica post-1982.

Alcuni lettori obiettano all’associazione fra tecnocrazia e buon governo, e/o vedono la stessa tecnocrazia come una casta sui generis. Non voglio certo dire, in astratto e in generale, che essere un politico di professione è dequalificante per ministeri tecnico-economici. Ovviamente non tutti i tecnocrati sono o saranno esempi di virtù amministrativa, ne’ tutti i politici sono inetti. La questione, in concreto, è se il meccanismo di selezione che consente per esempio ad un Antonio Gava di divenire ministro delle Finanze (1987-88) è meglio o peggio, in media, di un meccanismo in cui viene privilegiata la conoscenza tecnica e, magari, una certa (relativa, magari) estraneità alla politica elettorale di lungo corso.

Colgo l’occasione per evidenziare un possibile problema del meccanismo di selezione tecnocratico quale è in Messico. Dando per buona che in Messico la presenza di un meccanismo di selezione sia in parte basato sulla capacità di ottenere un PhD in una università americana, e nonostante il fatto che per ottenere questo obiettivo una condizione necessaria è avere notevoli abilità “cognitive”, rimane il fatto che ci vogliono anche i soldi. Un ragazzo povero in Messico non può permettersi di andare al tipo di scuole, quasi tutte private, che sono il percorso necessario per essere ammessi a un PhD negli USA. Quindi, una tecnocrazia selezionata su questa base sarà anche, in media, una tecnocrazia di estrazione almeno benestante.

Alcuni lettori suggeriscono che la tecnocrazia non è la pietra filosofale e che altre doti quali il buon senso, il “senso dello stato”, ecc., sono almeno altrettanto importanti. Sono d’accordo sull’importanza di queste qualità, e auspico moltissimo anch’io la nascita di una “onestocrazia.”

Chiudo ringraziando per i commenti e con una osservazione. Il nostro dibattito su una Casta soffocante ed egoista ha un precedente storico nella Progressive Era negli Stati Uniti. Così come oggi in Italia, la popolazione americana degli anni 1890-1920 era stufa di essere comandata da caste politiche chiuse, corrotte ed inefficienti, particolarmente forti nelle grandi città, e sensibili per lo più alle esigenze della popolazione di ceto meno abbiente. In contrapposizione a queste caste si affermarono le idee del Progressive Reform Movement, un movimento di elites benestanti che riponevano fiducia nella capacità di risolvere problemi, sociali e di governo, della scienza e della expertise disinteressata . I presidenti Theodore Roosevelt e Woodrow Wilson, per esempio, furono parte del Reform Movement.(1) Voglio ricordare in particolare la cosiddetta “Wisconsin Idea”, l’idea che i docenti dell’Università del Wisconsin potessero contribuire attivamente al miglioramento delle condizioni sociali, ciò che fecero partecipando a numerosi incarichi amministrativi statali.(2) Insomma, non c’è nulla di nuovo sotto il sole.

(1) Si veda http://en.wikipedia.org/wiki/Progressive_Era
(2) Si veda http://www.wisconsinidea.wisc.edu/history.html

RONDE DALTONICHE

Dopo la legge che istituisce gli “osservatori volontari”, detti comunemente ronde, un decreto e diverse circolari precisano puntigliosamente caratteristiche e ambiti operativi dei volonterosi cittadini che dovrebbero vegliare sulla sicurezza e sulle situazioni di disagio sociale degli italiani. Le loro organizzazioni non possono essere emanazione di partiti, sindacati e tifoserie. Meno male! I loro membri non devono essere daltonici né avere ridotte capacità olfattive, uditive e di espressione visiva. E sembra persino che non siano autorizzati a usare il telefono a gettone. Nessuna stima dei costi dei controlli di questi requisiti. Forse perché nessuno si preoccuperà di verificare che vengano messi in pratica.

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