Lavoce.info

Categoria: Argomenti Pagina 842 di 1091

LA RISPOSTA AI LETTORI

Ringrazio tutti i lettori per questi commenti estremamente interessanti. Abbozzo una risposta collettiva, proverò anche a rispondere individualmente se qualche lettore sarà insoddisfatto e vorrà contattarmi via e-mail (zanella@unisi.it)
Mi pare che quello che accomuna diversi commenti sia la percezione che le misure adottate dal ministro Brunetta saranno controproducenti — percezione che fondamentalmente condivido — per quattro ragioni, che metto in ordine (soggettivo) di importanza:

(1) Non vanno al nocciolo della questione, cioe’ il fatto che gli abusi (assenze ingiustificate, doppi lavori e quant’altro) riflettono in ultima istanza un fondamentale problema di incentivazione (che include la sanzione) dei dirigenti e di chi deve organizzare il lavoro nell’amministrazione pubblica. Se il dipendente di un ministero al mattino può andare a fare il carpentiere o il muratore (per riprendere un esempio di un lettore, non ho elementi per quantificare il fenomeno) senza che nessuno se ne accorga, c’e’ chiaramente un problema di organizzazione del lavoro. Migliorare la produttività della PA richiede incentivi appropriati per i dirigenti, non c’è dubbio.
(2) Demotivano e colpiscono economicamente i dipendenti pubblici che fanno onestamente (e anche di più), il proprio lavoro. E non c’è dubbio che ce ne siano. Questo non puo’ che andare a scapito della produttività complessiva del comparto pubblico, perche’ si demotivano esattamente gli individui più produttivi.
(3) Possono tutto sommato venire facilmente raggirate sostituendo assenze non retribuite con altre assenze retribuite. Va detto che le ultime due indagini del ministero si preoccupano giustamente di monitorare anche la dinamica delle assenze per ragioni diverse dalla malattia: nel campione
utilizzato queste risultano in calo di circa il 10%. Anche questo numero è però viziato dai problemi di selezione di cui parlo nell’articolo. Vedremo a consuntivo.
(4) Non sono economici: è assurdo, come riportato da Giorgio Benussi nel suo commento, far esplodere in maniera generalizzata la spesa per i controlli per colpire abusi che indubbiamente ci sono ma non sappiamo quanti siano. Di nuovo, senza nessun serio calcolo costi-benefici si rischia di fare soprattutto molta propaganda.

ATENEI TRA DUE DECRETI: PURCHÉ 35 ANNI NON SIANO PASSATI INVANO

Paghiamo ancora le conseguenze del reclutamento indiscriminato di docenti disposto quando esplose la domanda di istruzione universitaria. Nelle nuove misure per gli atenei si prefigura sia una rottura con il passato sia una ripetizione di alcuni degli errori più grossolani che lo hanno caratterizzato. Da un lato introduce l’impiego di procedure di valutazione della ricerca, ma dall’altro si rischia di riprorre un meccanismo di assunzione dei giovani senza una selezione rigorosa e senza creare un contesto ambientale idoneo ad attrarre i ricercatori migliori.

UNIVERSITÀ, PRIMA LEZIONE: RIDURRE I DOCENTI

Gli ultimi tre decreti legislativi relativi all’università varati in Italia si sono tradotti nell’esplosione degli organici a tempo indeterminato sia dei docenti che dei tecnici-amministrativi. Un confronto con la California, non dissimile al nostro paese in termini di dimensione del territorio, abitanti e popolazione studentesca, aiuta a comprendere la portata del fenomeno. Se si vuole rivitalizzare il sistema universitario italiano occorre innanzitutto partire da un ridimensionamento dell’organico dei docenti universitari.

I costi economici del terrorismo

Negli ultimi anni il terrorismo internazionale ha cambiato luoghi e motivazioni. Mira a colpire l’Occidente, ma gli attacchi dei fondamentalisti avvengono principalmente nei paesi in via di sviluppo con il risultato di peggiorare le condizioni economiche proprio di queste regioni. Una maggiore cooperazione internazionale è necessaria, ma non basta. Occorre adottare misure economiche che stimolino occupazione, formazione e inserimento economico-sociale degli individui suscettibili di essere arruolati nelle attività terroristiche, come i disoccupati e i giovani non qualificati, privi di prospettive economiche.

Alitalia: paradossi tra le nuvole

Diventa operativa il 13 gennaio la nuova Alitalia. Non siamo alla conclusione dell’estenuante telenovela perché rimangono le polemiche intorno al partner straniero e al destino di Malpensa. Gli errori, la cattiva gestione e le indebite intrusioni della politica sono l’esempio di una pessima conduzione di crisi d’impresa. Ne pagano il prezzo altissimo i cittadini italiani, sia come contribuenti sia come utenti del servizio aereo. Esce sconfitta l’autonomia dell’autorità Antitrust.

DAL TESORETTO A CAPORETTO

Se il Governo Prodi continuava a scoprire tesoretti, il nuovo governo sta facendo l’errore opposto. Nonostante il forte rallentamento della congiuntura, non ha aggiornato le previsioni sui conti pubblici e si trova ora costretto a motivare consistenti peggioramenti dei saldi. Per rassicurare i mercati occorrono trasparenza e chiare scelte di politica economica contro la recessione. Rimanere in mezzo al guado, tra la sponda del rigore e quella di una politica fiscale espansiva, è la peggiore soluzione possibile perché i conti si deteriorano senza migliorare le prospettive dell’economia.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Ringraziamo per i commenti. Molti lettori sottolineano che Google Scholar contiene molti errori di misura. Tutti gli indicatori, anche i più raffinati, contengono errori di misura. E’ per questo che abbiamo deciso di presentare i risultati in forma aggregata, con atenei o facoltà con almeno 4 ordinari nelle materie economiche.
Un secondo gruppo di commenti critica l’uso della banca dati di Google Scholar. I valori di sarebbero stati più bassi utilizzando altre fonti. Scopus per esempio è un’ottima banca dati, ma calcola h solo per gli articoli pubblicati dopo il 1996. Il dato più rilevante del nostro articolo è che anche se si considera una banca dati molto ampia (e quindi generosa nell’impatto scientifico), il 40 per cento degli ordinari di economia presenta h<3 e 90 per cento h<10. Sarebbe comunque molto utile calcolare h anche con altre banche dati e studiare la concordanza dei risultati. Si tratta di un lavoro più lungo e impegnativo di quello che abbiamo fatto per i 700 ordinari di economia.
Per lo stesso motivo non abbiamo calcolato h per altri settori, come quello aziendale.
Altri criticano l’indice h perchè uno scienziato può essere molto famoso e influente pur avendo un basso h. E’ vero, infatti h sottostima l’impatto di persone molto giovani che hanno scritto cose molto importanti. Per questo abbiamo scelto di concentrarci sugli ordinari, che hanno in media almeno venti anni di cariera (e praticamente nessuno meno di quindici). Nel settore economico è molto raro che un economista di rilievo abbia un basso h; i premi Nobel tendono ad avere h maggiori di 60 o anche 80.
E’ importante sottolineare che h misura soltanto l’impatto scientifico delle pubblicazioni. Si potrebbe però pesare h per il numero di anni di attività, tener conto degli articoli più citati, dell’importanza della rivistas e del numero di citazioni medio del settore. Abbiamo scelto di presentare solo i dati su h perchè si tratta dell’indicatore più noto ed intuitivo. Infine, ricordiamo che non si può confrontare h tra discipline diverse e che nelle materie scientifiche h tende ad essere più elevato che nelle scienze sociali.
Un lettore evidenzia che h può essere manipolato, ad esempio aggiungendo in una delle riviste censite da Google Scolar (i working papers SSRN) una pubblicazione con autocitazione. Verissimo, ma richiede comunque accesso a SSRN e può essere efficace solo per livelli molto bassi di h. Per aumentare il proprio h da 10 a 11, ad esempio, è necessario che l’undicesimo lavoro sia citato almeno 11volte, un livello che non è semplicissimo da raggiungere.
Infine, alcuni colleghi ci hanno scritto evidenziando che gli errori di misura aumentano per persone con doppio nome o cognome. Ci ripromettiamo di correggere questi errori in futuro.
Sappiamo che in molti atenei colleghi di altre discipline stanno raccogliendo dati sulle citazioni, su Google Scholar o altre fonti. Ci auguriamo che possano essere resi pubblici e che il nostro articolo sia di stimolo alla diffusione di dati sulla trasparenza del lavoro scientifico. Ci auguriamo anche che in futuro le critiche siano propositive: chi pensa che l’università debba essere valutata, ha anche il dovere di proporre delle modalità concrete di valutazione della ricerca.

DOV’È LA VERA PARITÀ TRA DONNE E UOMINI?

Un’età della pensione più bassa penalizza le donne, ha sentenziato la Corte Europea. Ma eliminare questa disparità non basta. Bisognerebbe prendere atto che quelle di loro che si fanno carico di responsabilità famigliari hanno una vita lavorativa complessivamente più lunga e pesante di quella degli uomini e pagano prezzi economici elevati. Su questo occorre intervenire.

L’ETA’ DELLA PENSIONE

La proposta del ministro Brunetta di elevare a sessantacinque anni l’età pensionabile femminile è corretta, ma parziale. Occorre un riordino generale dei requisiti di accesso alla pensione che rimuova gli errori del protocollo del 23 luglio 2007, tanto gravi quanto quelli in precedenza commessi dal governo Berlusconi. Il modello Ndc italiano è oggi l’unico in Europa a non fare esclusivo riferimento a una fascia d’età pensionabile indifferenziata per genere. Ne risulta offeso il principio di flessibilità, attributo fondamentale del sistema contributivo.

MA BASILEA 2 NON C’ERA

Non sono pochi gli osservatori che imputano al Comitato di Basilea la responsabilità dei recenti dissesti bancari. In realtà, l’accordo è entrato in vigore solo nel 2008 e per i primi anni è soggetto al vincolo di non discostarsi troppo dalle regole precedenti. Gli Stati Uniti, poi, sono stati molto recalcitranti ad accettare le nuove norme. Non si migliora la situazione tornando indietro, al contrario è necessario far crescere Basilea 2. Rimediando agli errori sul rischio di tasso dell’attività bancaria tradizionale, sul rischio operativo e sul capitale delle banche.

Pagina 842 di 1091

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén