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PERCHÉ MANSUR NON HA COMPRATO UNA SQUADRA ITALIANA

Ha offerto una cifra astronomica per il milanista Kakà. Ma allo sceicco costerebbe di meno acquistare un’intera squadra italiana. Non lo fa perché l’industria del calcio riproduce gli stessi fattori che allontano gli investitori esteri dalle aziende italiane. Ci sono le tifoserie organizzate che esigono una sorta di pizzo. Le normative sono complesse, inapplicate o comunque arbitrarie, esponendo gli stranieri a rischi difficilmente ponderabili. Abbondano leggi ad hoc e sanatorie per chi viola le regole. E poi c’è l’endemico conflitto di interessi del nostro paese.

IL COMPROMESSO VIRTUOSO

Una politica economica efficace dovrebbe dare un robusto stimolo fiscale oggi, in termini di ammortizzatori sociali e riduzioni di imposte, controbilanciato da risparmi strutturali nel medio periodo. Risultato che si può ottenere aumentando gradualmente l’età pensionabile già dal 2009 e riducendo i privilegi di cui godono ancora troppe categorie. Ma esistono le condizioni politiche per un simile compromesso? Un principio di equità intergenerazionale imporrebbe che chi beneficia oggi degli stimoli fiscali non trasferisca i debiti alle generazioni future.

SE MICROSOFT TORNA NEL MIRINO DELL’ANTITRUST

La Commissione Europea apre un nuovo caso antitrust contro Microsoft. Questa volta per l’accorpamento di Windows con Internet Explorer. Ma l’accusa non sembra fondarsi su solide motivazioni economiche. La competizione nel mercato dei browser è florida e testimone ne sono la rapida ascesa di un programma alternativo come Firefox e l’ingresso di nuovi prodotti come Chrome di Google, tutti disponibili gratuitamente. L’incertezza legata a una nuova battaglia legale potrebbe ridurre gli incentivi a investire in ricerca.

GEMELLI DIVERSI: MOTORIZZAZIONE CIVILE E ACI

Motorizzazione civile e Aci producono due documenti: il libretto di circolazione e il certificato di proprietà del veicolo. Entrambi sono realizzati elettronicamente attingendo dati dall’Archivio nazionale veicoli il primo e dal Pubblico registro automobilistico il secondo. Ma il Pra è un duplicato dell’Anv e per tenere allineati i due database si investono, sprecandole, risorse. In altri paesi basta il solo libretto per tutte e due le funzioni. Siamo sicuri che in questo caso non ci siano margini per razionalizzare e ridurre la nostra spesa pubblica?

I PRIMI DIECI ANNI DELL’EURO *

Il 1º gennaio 1999 nasceva l’area euro. Caratterizzata da un’architettura istituzionale senza precedenti: la sua vera novità è la relazione che intercorre tra la politica monetaria unica e la molteplicità delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri. Benché al debutto della moneta unica fossero molte le incertezze e gli interrogativi, il primo decennio dell’euro è stato una storia di successo. Oggi vale la pena di ricordare quelle sfide originarie per riconoscere nella crisi attuale l’opportunità di rafforzare la governance europea.

UNA BUONA NOTIZIA: CALA L’INTERESSE

Con l’ulteriore recente calo dei tassi, il risparmio della spesa per interessi sul debito sale a 6 miliardi di euro. E sono stime per difetto, perché non tengono conto della possibile diversa composizione delle emissioni. Sono però anche risultati da prendere con cautela, perché i comportamenti dei risparmiatori potrebbero cambiare in breve tempo. Al Tesoro offrirne di migliori. O spiegare perché la spesa prevista per gli interessi resta invariata da mesi nei documenti ufficiali.

QUANDO LAVOCE.INFO VA SUL QUOTIDIANO

Qual è la copertura de lavoce.info sui quotidiani italiani? Una ricerca per parole chiave sugli archivi online che contengono i testi degli articoli provenienti dalla versione cartacea dei diversi giornali da giugno 2002 a metà dicembre 2008 mostra che La Stampa, Il Corriere della Sera e, soprattutto, La Repubblica dedicano al sito più articoli rispetto al Sole 24Ore e al Giornale. Per il Sole 24Ore si nota però un trend ascendente di attenzione. E sempre sotto il profilo dinamico, il Corriere è la testata con la maggiore crescita nelle citazioni, mentre gli altri quotidiani non mostrano alcuna variazione temporale significativa.

ELEZIONI EUROPEE: QUI NON C’E’ CONCORRENZA

Con l’avvicinarsi delle elezioni europee, torna d’attualità la discussione sulla legge elettorale. Si parla di correggere la legge in vigore con l’introduzione di una soglia di sbarramento e di liste bloccate. Quest’ultimo è un meccanismo che ha effetti perversi nella selezione dei candidati e impedisce ogni forma di concorrenza all’interno dei partiti. Le primarie sono un buon punto di partenza, ma non la panacea. Occorre anche ridurre al minimo le barriere d¹entrata e concentrare i dibattiti interni sui contenuti. Ed evitare che il Parlamento europeo non diventi una via di fuga per gli amministratori locali che hanno operato male.

L’UNIVERSITA’ DELLE CATTEDRE GRIGIE

I professori universitari italiani sono i più vecchi d’Europa e godono del privilegio di andare in pensione più tardi dei colleghi europei senza dover produrre risultati scientifici. Il decreto legge 180/08 del ministro Gelmini fissa le quote d’immissione dei giovani ricercatori nel sistema universitario, ma non affronta il nodo dell’età pensionabile dei docenti ordinari. All’università serve una riforma che diminuisca rapidamente il numero degli ordinari, preservando al contempo la trasmissione del sapere fra le generazioni.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Rispondo alle osservazioni, ringraziando chi è intervenuto.

Una parte delle critiche riguarda la condizione di sfruttamento degli immigrati (qualcuno dice "schiavismo"). Osservo che il nostro paese dispone di importanti risorse di tutela, come i contratti collettivi nazionali di lavoro, gli ispettorati del lavoro, i sindacati. Quando gli immigrati sono in regola, sono pagati come gli italiani e non fanno concorrenza a nessuno.
Il problema è fare in modo che possano lavorare in regola. Ma il governo, tra i suoi primi provvedimenti, ha indebolito gli ispettorati e reso meno incisiva la loro già non brillante azione repressiva. Avete mai sentito di un imprenditore condannato severamente per aver sfruttato degli immigrati?
Una sentenza dell’anno scorso, a Como, ha mandato assolto un imprenditore che faceva lavorare degli immigrati senza documenti. La motivazione: essendosi introdotti in modo fraudolento sul territorio dlelo Stato, non avevano diritto a chiederne la tutela. Un bell’esempio di colpevolizzazione delle vittime, e di appoggio a chi le sfrutta.
In generale, la carenza di azione repressiva sui datori di lavoro è il principale punto debole del pacchetto di misure governative di contrasto dell’immigrazione irregolare.
Per l’assistenza domiciliare, anch’io preferirei un sistema più nord-europeo di assistenza degli anziani. Ma dovremmo: 1) accettare di mandarli in strutture protette; 2) accettare di dedicare molte più risorse, pubbliche e private, al settore. Giacché non mi pare che queste condizioni siano prossime a realizzarsi, specie la seconda, dovremmo incentivare l’emersione dei rapporti sommersi nell’ambito delle famiglie. Per esempio, accettando che famiglie e lavoratrici si accordino e possano stipulare subito regolari contratti, con il versamento dei contributi. Senza la farsa dei decreti-flussi. Ricordo comunque che neppure l’attuale governo, malgrado la recessione, ha avuto il coraggio di ridurre il numero degli ingressi
autorizzati per attività di assistenza.
Per il lavoro nelle imprese, ribadisco: non sono 20.000 nuovi ingressi in meno, ma 20.000 persone in più che continueranno a lavorare in nero, forse in condizioni ancora peggiori. Sfruttati loro, e danneggiati gli italiani che lavorano in regola nelle stesse occupazioni. La soluzione non è lasciarli senza diritti, ma farli emergere. Via non andranno, l’esperienza lo dimostra. Qualcuno ricorda le misure di Zapatero, di cui non conosciamo ancora gli effetti. Secondo me, anche quella è propaganda. Negli anni ’70, all’epoca della prima crisi petrolifera, i paesi del Centro e Nord Europa tentarono di convincere gli immigrati ad andarsene con incentivi analoghi.
Fu un fallimento, anzi l’immigrazione aumentò: non potendo più circolare liberamente, gli immigrati ricongiunsero le famiglie. Gli immigrati non ritornano indietro da sconfitti, con quattro soldi in tasca. Vogliono tornare da vincitori.

Molti cordiali saluti

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