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FEDERALISMO AD PERSONAM

Le riforme istituzionali si dovrebbero fare avendo in mente il futuro del Paese. In Italia si fanno con in mente il futuro del governo, per tenere buoni tutti i partiti della coalizione. E’ il caso dell’articolo 20 della Bozza Calderoli sul federalismo fiscale. Una norma pensata per Raffele Lombardo e il suo MPA. Una norma che sfugge ad ogni razionalità  economica e giuridica. Vediamo perché.

GRAVISSIME RESPONSABILITA’ SE MANCASSE IL CARBURANTE PER GLI AEREI

Il primo dovere del commissario straordinario di Alitalia è assicurare il funzionamento dell’azienda. L’articolo 52 della legge sull’amministrazione straordinaria consente al commissario di accendere finanziamenti che godono di priorità assoluta su tutti gli altri debiti. Ciò è stato fatto per Parmalat, con una situazione debitoria superiore a quella di Alitalia, ed è atto normale in tante situazioni di dissesto, in Italia e all’estero.
Non era ragionevole ipotizzare che una soluzione definitiva per Alitalia si concretizzasse in sole due settimane dall’apertura della procedura, nemmeno quella della vendita a CAI, che si dice dovrebbe iniziare a volare dal 1° novembre. Per questo, era preciso dovere del commissario sin dal suo insediamento il 29 agosto scorso, assicurarsi che vi fossero risorse sufficienti per la continuità aziendale fino alla vendita, o in mancanza, reperirle sul mercato dei finanziamenti.
Non è chiaro, ora, come l’eventuale firma dell’accordo fra CAI e i sindacati possa generare la liquidità per il carburante, se questa davvero non vi fosse. Le dichiarazioni odierne, secondo cui potrebbe mancare il carburante per gli aerei sin da lunedì, generano dunque seri interrogativi qualunque sia il loro grado di fondatezza.

GLI ITALIANI PREFERISCONO LE HOSTESS

Mi spiegate il mistero? Sull’Alitalia si sono versati fiumi di inchiostro, migliaia di ore di interviste, i sindacati combattono come gli ultimi giapponesi nella giungla, i politici si scannano e ci costruiscono sopra campagne elettorali. I media volteggiano frenetici. Eppure, stiamo parlando di una compagnia decotta da anni, che è costata fiumi di denaro ai contribuenti, che offre un pessimo servizio e che oltretutto coinvolge relativamente poco i cittadini. La metà degli italiani un aereo probabilmente non l’ha mai preso, e gli altri quando possono evitano Alitalia, visto i prezzi. Quanto ai lavoratori in esubero poi, con tutto il rispetto per la loro situazione, si tratta infine di poche migliaia di persone, oggettivamente privilegiati prima e ora comunque protetti dalla rete degli ammortizzatori sociali rafforzata dal governo proprio per loro. In più, molti sono altamente specializzati, e non avranno eccessivi problemi a trovare un nuovo lavoro. Negli stessi giorni dello psicodramma Alitalia, è stata annunciata la riduzione di 90.000 insegnanti in un triennio (dicesi, novantamila). Già è una categoria mal pagata e bistrattata, ora il taglio colpirà soprattutto i precari. Ammortizzatori sociali? Nessuno, nonostante i costi sociali siano multipli interi rispetto al caso Alitalia. E sì che si tratta di lavoratrici (sì, perché sono quasi tutte donne) impegnate in un servizio fondamentale che direttamente o indirettamente coinvolge, tra utenti, figli, e nipoti, la quasi totalità delle famiglie italiane. Eppure i sindacati pigolano debolmente, i politici al più scrollano le spalle, e i media vi dedicano qualche annoiato servizio, tra l’antipasto e la cena. Al di là del giudizio sulle scelte di politica economica, non è un po’ strano? Non sarà un altro esempio dello strabismo dell’opinione pubblica italiana? Oppure, è che il glamour delle insegnanti non può competere con quello delle hostess?

IL PASSO INDIETRO DEI FARMACI*

All’Agenzia italiana del farmaco spettano le decisioni sulla rimborsabilità dei farmaci e la definizione del loro prezzo. Il contenimento della spesa farmaceutica registrato in questi anni è stato determinato proprio dalla unitarietà valutativa del valore del farmaco, della sua posizione e del prezzo rispetto agli altri già presenti sul mercato e appartenenti alla stessa categoria. Ora si ipotizza un riassetto che toglierebbe all’Aifa una parte delle sue competenze per trasferirle al ministero del Welfare. Un ritorno al passato con molti rischi.

LA RIVOLUZIONE SICILIANA

Gentile Sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia,

voglio esprimere tutto il mio sostegno all’iniziativa promossa dal suo Comune che prevede sgravi d’imposte comunali, per chi denuncia i tentativi di estorsione subiti. Questa scelta si somma ad altre – dello stesso segno civile – realizzate dal Comune di Gela, dall’emittente locale Telejato e dalla Confindustria regionale guidata Ivan Lobello e tutte insieme fanno sperare a tanti cittadini come noi, che amano la vostre splendida terra – che una stagione di cambiamento si stia lentamente avviando.

Lei e la sua Giunta onorate la splendida Sicilia. Complimenti e continuate così.
Un caro saluto

Massimo Marnetto – Roma

***

Il provvedimento del sindaco di Vittoria si ricollega idealmente all’iniziativa lanciata da lavoce.info per chiedere alle forze politiche di prendere impegni concreti contro la criminalità organizzata. E’ un’iniziativa lodevole quella di Giuseppe Nicosia. In una società malfuzionante, è questo  il miglior uso che si possa fare del denaro pubblico: offrire un premio per indurre un cittadino a fare qualcosa che beneficia enormemente centinaia di persone. Ma vi è un secondo effetto, forse anche piu’ importate di questo incentivo meccanico: l’uso dei soldi pubblici come premio per i siciliani che aiutano la giustizia denunciando le estorsioni mafiose legittima quella azione, legittima la gente a parlare, a denunciare, contrapponendosi direttamente alla cultura dell’omertà.
Mettendo a disposizione di chi parla risorse della comunità, la comunità stessa, guidata da chi ha responsabilità di governo, segnala ai suoi membri ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Di questo bisogna, come fa il nostro lettore, essere molto grati al Sindaco di Vittoria che assume su di sé la responsabilità della decisione: ci vuole coraggio per fare una cosa del genere in Sicilia dove il rischio che corre quest’uomo è alto, molto alto. E’ questo si spera l’inizio di una rivoluzione, una rivoluzione siciliana
.

DISTRIBUTORI DI CONCORRENZA

La benzina è cara perché costa molto il petrolio. E chi vende il carburante al consumatore è strettamente controllato dalle compagnie petrolifere. Anche l’apertura alla grande distribuzione non ha dato grandi risultati. Si potrebbero però spingere le società petrolifere a cedere le loro reti di distribuzione, magari attraverso incentivi fiscali. Un gestore finalmente libero dagli attuali vincoli potrebbe cercare benzina a prezzi inferiori, mettendo in concorrenza diretta i produttori. A dare il buon esempio potrebbe essere l’Eni.

SE IL DECENTRAMENTO VA A SCUOLA

La bozza Calderoli menziona esplicitamente l’istruzione tra le competenze regionali da finanziare con la nuova riforma. Contenuti degli insegnamenti e altre norme generali del servizio scolastico restano funzioni esclusive dello Stato, alle Regioni sarebbe devoluta la spesa per il personale. Si potrebbero così risolvere i gravi problemi di coordinamento tra livelli di governo. E nel lungo periodo arrivare a una definizione territoriale degli stipendi più in linea con l’effettivo costo della vita. Ma tutto ciò dovrebbe essere accompagnato da un sistema di sanzioni adeguato e effettivamente perseguito.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Sono d’accordo che, per cio’ che riguarda la bellezza, la correlazione con il reddito potrebbe indicare una causalita’ inversa: i ricchi si curano di piu’, vanno dal dentista e dal parrucchiere, sono più rilassati, e perciò possono apparire piu’ belli all’intervistatore. Per l’altezza, questo tipo di causalita’ inversa e’ meno plausibile.
Molti commenti osservano che la bellezza non e’ tutto, sia nella vita, sia anche nel lavoro. Certamente sono d’accordo. Trovare un effetto causale non vuol dire certo spiegare tutta la variazione nei salari.
Un commento suggerisce che la bellezza e’ produttiva in tanti tipi di lavoro (investment banking è un caso citato) perché i clienti vogliono interagire con impiegati belli, e che ciò spiega la differenza salariale. Per ciò che riguarda l’altezza, lo studio citato nel mio articolo dice che ciò non è vero, giacché gli alti cresciuti tardi
non guadagnano di più. Per ciò che riguarda la bellezza non esiste ancora (che io sappia) uno studio che investighi se per caso i belli "tardivi" non guadagnano tanto quanto i belli "adolescenti."

UNO SPETTRO SI AGGIRA PER L’EUROPA: LA RECESSIONE TEDESCA

L’Eurostat ha comunicato che nel secondo trimestre 2008 le economie europee stanno rallentando rispetto al primo trimestre: il Pil è rimasto fermo (-0,1%) nell’Europa a 27 ed è sceso più marcatamente (-0,4%) nell’area euro. Il rallentamento ha soprattutto a che vedere con il netto peggioramento dell’economia tedesca che nel primo trimestre 2008 aveva fatto registrare un +1,3% grazie al traino delle esportazioni nell’Est Europa, in Russia e in Cina e a una sostanziale tenuta dei consumi. Nel secondo trimestre, la festa è finita. Il Pil tedesco è sceso dello 0,5%, la riduzione più consistente in tutti i paesi europei. E le brutte notizie proseguono anche nei mesi più recenti. Le vendite al dettaglio in Germania sono scese dell’1,5% in luglio, più o meno come in giugno, dopo che nei mesi precedenti si erano alternati dati positivi e negativi. E anche l’avanzo della bilancia commerciale è sceso del 30% circa in luglio. Colpa della bolletta petrolifera e della drastica diminuzione dell’export. Certo, dalla metà di luglio ad oggi, tutto è cambiato: sui mercati delle materie prime la deflazione ha preso il posto dell’inflazione e ora l’euro si sta deprezzando nei confronti del dollaro. Ma per vedere qualche effetto bisognerà aspettare i primi mesi del 2009. Intanto, la prospettiva che l’economia tedesca entri in recessione con una crescita del Pil negativa nel terzo trimestre (si parla di “recessione” di fronte a una diminuzione consecutiva per due trimestri del Pil) è molto concreta.
Le brutte notizie dalla Germania sono brutte notizie per tutta l’Europa (il Pil tedesco è un quinto del Pil dell’Europa a 27). Sono soprattutto brutte notizie per l’Italia per la quale la Germania rimane il principale mercato estero di sbocco. In questo scenario di rallentamento dei mercati esteri, sostenere i consumi interni, soprattutto dei meno abbienti, diventa cruciale. Per questo il governo deve proseguire con anche maggiore decisione la strada intrapresa di riduzione della spesa pubblica in modo da creare un po’ di spazio a mirate riduzioni di imposta che non peggiorino i nostri sempre scricchiolanti conti pubblici.

ANTITRUST, SE CI SEI BATTI UN COLPO!

Udite, udite! Oggi, 11 settembre, l’amministratore unico della Cai – la nuova Alitalia – Rocco Sabelli ha dichiarato con riferimento alla confluenza di Air One in CAI . "Sul mercato domestico c’è la necessità di avere un maggiore presidio sulle rotte fondamentali e con Air One non lasciamo spazi ad altri competitor". Il programma dell’amministratore è chiaro: conquistare una posizione dominante e amazzare la concorrenza. Compensibile dal suo punto di vista, molto meno da quello dei viaggiatori italani che dalla concorrenza traggono beneficio. E l’autorità antitrust che fa? Vuole dare un segno di vita? O considera la faccenda irrilevante in nome di oscuri supremi interessi nazionali?

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