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FONDI E CASSE: LA FRAMMENTAZIONE COSTA

Gli alti costi delle pensioni integrative potrebbero ridursi grazie a un disegno più intelligente dei fondi non profit. I costi fissi di gestione potrebbero essere ammortizzati su un ammontare di contributi più elevato. Le autorità competenti dovrebbero perciò prevenire la proliferazione di schemi pensionistici di dubbia utilità e di costo sicuro e promuovere le fusioni di quelli già esistenti. In questo difficile compito, dovrebbero essere aiutate dalle rappresentanze di professionisti e di altre categorie di lavoratori.

IL PARADOSSO DEI FONDI SOVRANI

Secondo la teoria economica, i paesi emergenti in forte crescita dovrebbero essere importatori netti di capitale e non esportatori. Dovrebbero anche utilizzare i surplus commerciali per aumentare le riserve ufficiali a disposizione delle autorità monetarie. Invece creano fondi sovrani. Le ragioni sono molte. Ma c’è il rischio che si cada in tentazioni protezionistiche di natura finanziaria. Appellarsi alla trasparenza non basta. Meglio un’iniziativa a livello internazionale che limiti l’attività dei fondi sovrani. A partire dal controllo delle imprese.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Grazie a tutti dei commenti.
Sono in generale d’accordo sulla diagnosi della cooperazione italiana come struttura vecchia e lenta, caratterizzata da carenza di risorse umane e infrastrutturali, da una cultura clientelare che non promuove l’apprendimento e l’innovazione tramite valutazioni di interventi passati, e basata su una legislazione ormai vetusta. Un chiaro esempio e’ stato un recente seminario organizzato da Action Aid Italia sul ‘sostegno diretto al bilancio’ come modalita’ di intervento (vedi il blog in inglese http://actionaiditaly.blogspot.com/2008/03/eu-donors-reflecting-on-gbs-in.htm
l dove si possono anche scaricare le presentazioni). Sia la vice-ministra uscente On. Sentinelli che il Sen. Mantica (responsabile per la cooperazione nel precedente governo Berlusconi) sono stati molto cauti rispetto agli altri donatori presenti, tra cui olandesi, britannici e spagnoli, che da tempo stanno sperimentando nuove modalita’ di canalizzazione degli aiuti. Anche la voce delle ONG italiane spesso non e’ tra le piu’ innovative, anzi… E purtroppo, la crisi di governo ha fermato il processo di riforma legislativa che era stato resuscitato negli ultimi due anni. Insomma, le prospettive non sono rosee, ma nel frattempo e’ importante far continuare il dibattito.

IPSE DIXIT

Alcune frasi sono state ripetute da Silvio Berlusconi nellÂ’ultima giornata di campagna elettorale. A distanza di poche decine di minuti lÂ’una dallÂ’altra alcune dichiarazioni contengono dati diversi. Ecco cosa abbiamo rilevato.

Ferrovie e Alitalia: un matrimonio contro natura

LÂ’’ultima, geniale trovata: far assorbire Alitalia dalle Ferrovie dello Stato. Peccato non si possa. Questa operazione richiederebbe il vaglio dellÂ’Autorità antitrust nazionale e della Commissione europea, le quali non potrebbero che osservare quanto segue.

IL VULCANO ISLANDA

L’Islanda va verso il tracollo economico? In un paese caratterizzato a lungo da un’economia dirigista, le liberalizzazioni sono state incomplete. Ora i problemi sono molti: un forte indebitamento verso l’estero, un’inflazione che corre e una moneta sopravvalutata. Su tutto questo si innestano le turbolenze seguite alla crisi internazionale dei subprime. Ma nonostante la necessità di serie riforme, i fondamentali restano solidi. Gli islandesi, grandi lavoratori e con un buon livello di istruzione, avrebbero tutto da guadagnare dall’ingresso nell’Unione Europea.

UN ESERCITO NASCOSTO NELLA GUERRA DEI SONDAGGI

Ancora una volta il risultato elettorale ha smentito i sondaggi della vigilia. Che in Italia sono condotti su un campione estratto dall’elenco telefonico. Una pratica basata implicitamente sull’assunto dell’identità fra intenzioni di voto di chi è presente nella lista di campionamento e chi ne risulta sistematicamente escluso, perché il suo numero di telefono non è nella guida. Invece, i due gruppi manifestano a priori un livello di interesse e partecipazione alla politica ben diverso. Ragionevole ipotizzare che anche i loro comportamenti elettorali siano differenti.

DOVE APPRODA IL PRESTITO PONTE

Per essere utile il prestito ponte dovrebbe essere risolutivo per le sorti di Alitalia. Preludere cioè dell’arrivo di un acquirente certo. A queste condizioni neanche Bruxelles avrebbe da ridire. Alla compagnia serve non solo un partner finanziario, ma anche un partner industriale solido. Il socio finanziario dovrebbe immettere soldi freschi, quello industriale essere in grado di inserirla in uno dei grandi network europei. Air France rispondeva a entrambi i requisiti. Non altrettanto si può dire dei nuovi pretendenti. Soprattutto se tra questi c’è Sviluppo Italia.

BENZINA CARA, MA NON TROPPO

Negli ultimi cinque anni, i rincari dei carburanti sono stati molto inferiori a quelli della materia prima, soprattutto grazie all’apprezzamento dell’euro. Le politiche ambientali, poi, hanno garantito ulteriori risparmi agli automobilisti. In tutti i paesi, però, le compagnie petrolifere tendono ad adeguarsi rapidamente ai rincari, mentre sono molto lente a trasferire i ribassi sui clienti finali. E in Italia resistono posizioni di rendita e meccanismi di formazione dei prezzi che finiscono per penalizzare i consumatori e le imprese, anche rispetto ai partner europei.

IN MORTE DELL’ICI

L’abolizione dell’Ici è una vittoria dell’apparenza sulla sostanza. Proprio perché l’imposta riguarda l’80 per cento degli italiani, dovrebbe essere chiaro che gli stessi beneficiari dovranno pagare in altre forme quello che è presentato come un regalo. Il minor gettito dei comuni sarà compensato con trasferimenti dal centro. Ma mentre l’Ici si autoregola, un sussidio per definizione genera una domanda unanime di incremento. Tutto fa pensare che nella manovra su imposte nazionali per sostituirne una locale non ci sia alcun guadagno né di efficienza né di equità.

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