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LE OMBRE SULLA DETASSAZIONE DEGLI AUMENTI CONTRATTUALI

Le ipotesi di detassazione degli incrementi di retribuzione derivanti dalla contrattazione di primo e secondo livello suscitano perplessità. Intanto bisognerebbe chiedersi se l’agevolazione fiscale sia la via più idonea per incentivare la crescita della produttività e i conseguenti aumenti di salario. E’ sicuramente la più facile, ma non necessariamente la più efficace ed efficiente. Vanno evitati effetti di elusione fiscale. In ogni caso, gli incentivi dovrebbero essere tali da non compromettere l’equità e la coerenza del prelievo nel suo insieme.

SALARI PIU’ ALTI? E’ UNA QUESTIONE DI PRODUTTIVITA’

La questione salariale è al centro dell’incontro tra Governo e parti sociali. C’è il rischio che il confronto si risolva con un taglio marginale dell’Irpef. Sarebbe un errore e un’occasione sprecata. Se invece si detassassero, almeno parzialmente, gli incrementi di produttività futuri per i prossimi cinque-otto anni, si innescherebbe un circolo virtuoso per produttività, salari, consumi e investimenti, mentre si ridurrebbe la pressione fiscale e la spesa pubblica.

MALPENSA: LIMITI E MISFATTI

Come nutrire speranze per Malpensa se gli stessi politici lombardi non hanno le idee chiare a riguardo e si lanciano in dichiarazioni incaute? Inutile criticare le scelte di Alitalia senza averne compreso le ragioni. E non serve insistere sull’hub quando esistono altri modelli forse preferibili per i clienti. Se si vuole salvare Malpensa è necessario collegarlo meglio con il resto del territorio e premere per la liberalizzazione dei cieli.

ASPETTANDO UN EURO PIU’ DEBOLE *

Oggi l’euro è forte, ma tornerà a deprezzarsi. Quando? Probabilmente, abbastanza presto. L’amministrazione Bush sembra correre ai ripari sul disavanzo pubblico. E con la crisi del mercato immobiliare le famiglie americane riscoprono il risparmio. Per accelerare l’indebolimento dell’euro, la Bce potrebbe abbassare i tassi d’interesse. Ma la Banca teme a ragione l’impatto dell’aumento del prezzo del petrolio sull’inflazione. Se la recessione si espande, però, la quotazione del greggio si abbasserà. E il provvedimento sarà di nuovo all’ordine del giorno.

QUANTO E’ REDISTRIBUTIVA LA FINANZIARIA 2008? POCO

Nella legge finanziaria 2008 c’è un sostegno alle famiglie numerose. Ma l’effetto redistributivo della manovra è modesto. Perché lo sconto sull’Ici è generalizzato, senza legame col reddito complessivo Irpef dei proprietari. Intanto l’Irpef negli ultimi anni sta assumendo una struttura nuova: da una parte tecnicamente più complessa (forse troppo per essere comprensibile da parte del contribuente) e dall’altra un po’ più attenta ai fenomeni di povertà e ai limiti intrinseci di una imposta personale sul reddito.

SANITA’ E POLITICA: SEPARARSI E’ DIFFICILE

Con un disegno di legge collegato alla Finanziaria il governo cerca di limitare l’ingerenza della politica nelle procedure di nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie e dei primari. Ma le regioni rivendicano l’autonomia sancita in materia dalla riforma costituzionale del 2001. E nella loro visione, la politica della salute si identifica con la gestione dell’apparato. Per ragioni diverse tra Nord e Sud. Il governo dovrebbe allora sviluppare modalità pattizie, anche sulle regole, che possano differenziarsi nei diversi ambiti territoriali.

I RISCHI DELLA MIFID

Le novità introdotte dalla direttiva Mifid 2 rappresentano un passaggio epocale, di cui l’opinione pubblica non sembra avere una percezione adeguata. Con qualche rischio perché resta irrisolta la questione della migliore esecuzione dell’ordine di acquisto o vendita e della trasparenza nei nuovi mercati internalizzati. Le informazioni su prezzi e volumi dei titoli scambiati vanno concentrate in un organismo istituzionale indipendente e facilmente accessibile a tutti gli investitori. Altrimenti si darà l’impressione di una giungla degli scambi.

LA PAGA DEL POSTINO. E QUELLA DEL MANAGER *

La Germania ha davvero fatto progressi nelle riforme del mercato del lavoro? Non sembra a giudicare dalla scelta di imporre un salario minimo per i dipendenti delle poste alla vigilia della privatizzazione del servizio. E’ un ostacolo al decollo della distribuzione privata della corrispondenza e impedirà la creazione di un buon numero di posti di lavoro. E che dire del dibattito su un possibile tetto agli stipendi dei manager? E’ solo demagogia. Basterebbe applicare ai più alti dirigenti d’azienda le stesse regole che vigono per le stelle del calcio.

CHI SI RIVEDE: LE AZIONI DI RISPARMIO!

Le azioni sviluppo proposte da Assolombarda e Borsa italiana sarebbero in grado di perseguire due obiettivi considerati fra loro contrapposti: favorire la crescita delle imprese e garantire la continuità imprenditoriale. In realtà ricordano molto da vicino le azioni di risparmio, la cui esperienza non è stata particolarmente felice. E anche il nuovo strumento ha evidenti limiti che accrescono invece di risolvere i conflitti. Basterebbe limitare il valore del controllo, attraverso maggiori tutele delle minoranze e soprattutto l’applicazione della legge.

STRATEGIA DI LISBONA E MODELLI DI WELFARE

L’Unione Europea non riuscirà a divenire l’economia più competitiva del pianeta se non riduce significativamente gli attuali livelli di tassazione, necessari per finanziarie i costosi welfare state, e il ruolo dello Stato nella regolazione dei mercati. In un mondo sempre più globalizzato e con una competizione crescente servono reti di sicurezza che proteggano i lavoratori più esposti ai rischi del cambiamento. Ma che non possono essere i sistemi di protezione sociale pensati nel secolo scorso. Ne occorrono di nuovi, più efficienti e più amici del mercato.

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