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Il “taglia e duplica” del ministero dell’Ambiente

Con il Dpr n. 90 il ministero dell’Ambiente si è impegnato ad accorpare e ridenominare varie commissioni e segreterie tecniche. Compresa quella di verifica dell’impatto ambientale. E infatti rispetto al Testo unico, i componenti passano da ottantadue a sessantadue. Ma alla riduzione dei commissari corrisponde una riduzione delle competenze. Perché le istruttorie per le autorizzazioni ambientali integrate sono affidate a una nuova commissione. Di venticinque membri. E con buona pace dell’uniformità di valutazione e dello scambio di competenze e conoscenze.

Scuole, voti e competenze

Indicatori affidabili delle competenze degli studenti servono a orientare le decisioni pubbliche in materia di istruzione e quelle delle imprese sul mercato del lavoro. La misura più vantaggiosa sono i voti scolastici. Non in Italia, dove gli insegnanti sembrano replicare un criterio di votazione “relativa” all’interno delle classi più che confrontarsi con un metro nazionale. E dove di fatto non sono ancora stati definiti standard di apprendimento. Ora ci sono le premesse per un cambiamento. Che deve partire dalla costruzione di un sistema di valutazione nazionale.

Il buon maestro è severo

Insegnanti più esigenti ottengono dai propri studenti risultati mediamente migliori. Lo confermano anche analisi empiriche: gli apprendimenti medi nelle classi dove vengono applicati criteri più rigidi superano anche del 20 per cento i valori registrati laddove gli standard di valutazione sono piuttosto generosi. E basta guardare alla poco confortante dinamica della produttività del lavoro per convincersi dell’urgenza di reintrodurre, a scuola come nel mercato del lavoro, processi di valutazione fondati sul merito e sull’effettiva competenza.

Navigazione a vista per la Bce *

La Banca centrale europea seguirà l’esempio della Fed e taglierà i tassi di interesse? E’ poco probabile in questa fase. Intanto, perché ormai i cicli economici americani precedono i cicli europei di più di dodici mesi. E la crisi è tutto sommato di proporzioni modeste. La Bce cerca un difficile equilibrio per far tornare la fiducia nei mercati senza “premiare” le banche troppo imprudenti. Lo scenario più probabile è che continui la situazione d’instabilità, col rischio di sfociare in una vera e propria recessione mondiale.

Perché non è un altro 1929

L’allarme di chi ha individuato analogie tra la situazione attuale e la Grande crisi è senz’altro eccessivo. Ma finita l’emergenza, l’inflazione tornerà in primo piano. Andranno rivisti aspetti importanti della regolazione dei mercati finanziari. E come far sì che gli operatori siano più attenti nell’assunzione dei rischi pur senza eccedere nelle tutele? Un tema da affrontare con grande pragmatismo: non troveremo la cura definitiva per le crisi finanziarie, ma possiamo attrezzarci per renderle meno acute, soprattutto nell’impatto sul reddito e l’occupazione.

Un unico contratto e tante delucidazioni

Con il rallentamento della crescita dell’occupazione, certificato dalle ultime indagini sulle forze lavoro, vengono al pettine i nodi irrisolti delle riforme del mercato del lavoro degli ultimi quindici anni. E al persistente dualismo territoriale, si sovrappone il dualismo fra contratti permanenti e contratti temporanei. Un problema reale che abbiamo cercato di affrontare con una proposta di riforma pubblicata su lavoce.info più di due anni fa. Molti lettori ci hanno chiesto spiegazioni a riguardo e vogliamo qui offrire risposte ad alcuni dei quesiti più frequenti.

Tagli non parole!

A quasi cinquecento giorni dal suo insediamento, dopo che la spesa pubblica è cresciuta di quasi il 4 per cento in termini reali, il ministro dellÂ’Economia pubblica un Libro verde, privo di indicazioni operative, a parte il caso della giustizia. A venti giorni dalla presentazione della Finanziaria suona come una ammissione di impotenza. Bene allora interrogarsi su come verranno trovati i 14 miliardi per coprire le “spese eventuali”.  Utile la riclassificazione del bilancio dello Stato. Ma la vera riforma sarebbe l’abolizione del bilancio tendenziale.

E sull’Opa Zapatero dà il buon esempio

La Spagna ha già recepito la direttiva europea sull’Opa. E offre un esempio di come contemperare le esigenze di certezza del mercato con quelle della tutela degli azionisti di minoranza: in caso di acquisto di partecipazioni inferiori al 30 per cento si lega la determinazione del controllo di fatto alla nomina della maggioranza degli amministratori. Prevista la clausola di reciprocità, ma non si affida alla Consob spagnola l’ingrato compito della dimostrazione dell’equivalenza tra le diverse disposizioni, come invece si vorrebbe fare in Italia.

La via fiscale contro le piramidi

I gruppi piramidali sono fonte di possibili abusi e per questo vanno fortemente scoraggiati. Un’operazione che difficilmente potrà passare da un semplice operare delle forze di mercato. Più consono affidarsi alla leva fiscale e a un più generale processo di riforma volto a sviluppare il sistema finanziario tramite una regolamentazione che di fatto ne incentivi una naturale evoluzione. Un intervento legislativo sembra necessario, non foss’altro che per evidenziare eventuali tipologie di comportamento opportunistico poste in essere dalle maggioranze.

Le nebbie inglesi di Valentino Rossi

A prima vista, il sistema fiscale britannico non sembra particolarmente vantaggioso, con un’aliquota marginale dell’imposta sui redditi del 40 per cento. Fondamentale è però la distinzione tra residenti e residenti non domiciliati. I primi sono soggetti a imposta sui redditi ovunque prodotti, i secondi sono tassati sui soli redditi realizzati nel Regno Unito o prodotti altrove e rimpatriati. Tutti gli altri restano sottratti a tassazione. Ed è vero che il Fisco italiano può contestare il trasferimento di residenza, se fittizio, come ha fatto con il campione delle due ruote. Ma ha l’onere della prova.

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