Come è cambiata la distribuzione del reddito negli anni della crisi? Un’analisi su dati amministrativi per la provincia di Trento ci dice che la quota di reddito totale del gruppo più povero è scesa, così come quella dei più ricchi. Ma tra questi ultimi sono aumentati i pensionati.
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La proposta di direttiva comunitaria prevede importanti modifiche nella regolamentazione dei fondi pensione. Avremo un mercato più aperto e concorrenziale, capace nel lungo periodo di sostenere le economie. Per i fondi italiani è un’opportunità purché si prepararino ad affrontare le nuove sfide.
L’aumento della speranza di vita richiede un allungamento della vita lavorativa. Che però si scontra con altre problematiche sul mercato del lavoro. Come la presunta minore produttività dei lavoratori anziani e i salari più elevati con il passare degli anni. Il ruolo delle imprese e del welfare.
Il bilancio dell’Inps ha davvero un disavanzo di quasi 7 miliardi, come dicono i dati contabili? Il buco non è nella gestione delle pensioni del settore privato. Deriva invece da una operazione sbagliata: la confluenza dell’Inpdap nell’istituto. La soluzione è generalizzare l’aliquota aggiuntiva.
Se investito nella previdenza complementare, il Tfr può diventare la premessa per una riduzione dei contributi sociali e del costo del lavoro. Serve però un cambio di rotta rispetto al passato e una visione più ampia del ruolo che i fondi pensione possono svolgere in un moderno sistema di welfare.
Tre casi in cui la Gestione separata Inps tradisce i principi del sistema contributivo, a danno del pensionato. Riguardano il coefficiente moltiplicativo dei contributi, la richiesta di rimborsi per quelli versati in eccesso, il successivo aggiornamento delle pensioni per chi continua a lavorare.
Dall’approvazione della riforma delle pensioni, le condizioni macroeconomiche sono drasticamente cambiate. Forse, tutto il sistema andrebbe ripensato, con una riduzione dei contributi per i più giovani, per favorire la ripresa di economia e occupazione. Il ruolo della previdenza complementare.
Il Tfr in busta paga è efficace solo se rappresenta uno stimolo per l’economia e genera consumi addizionali. Non è affatto sicuro che sarà così, mentre gli svantaggi per i lavoratori, soprattutto giovani, sono certi. Sperimentazione e informazioni necessarie per prendere decisioni in modo corretto.
Il Tfr in busta paga dovrebbe stimolare consumi, domanda aggregata e occupazione. I dati suggeriscono che una quota tra il 5 e il 16 per cento di dipendenti del settore privato potrebbe decidere di spendere in consumi il flusso annuale del Tfr. Con un aumento del Pil tra lo 0,1 e lo 0,2 per cento.
Il provvedimento sul Tfr in busta paga è un elemento importante della strategia complessiva per un rilancio della domanda aggregata e dei consumi. Certo, non mancano le criticità. Alcune simulazioni per chiarire gli effetti della misura nei diversi casi.